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SM Dazibao: La firma con l’Italia? Tutto ok, tutto a posto

da Redazione

Il Paese in grande difficoltà non ha molto di che gioire dalla firma dell’accordo con l’Italia, se non per il fatto che ha ora la possibilità di riformarsi nel profondo per affrontare con dignità e coraggio il futuro.

La prossima settimana, mercoledì 13 giugno del 1711 dalla fondazione della Repubblica, si firmerà con l’Italia il tanto agognato accordo contro le doppie imposizioni.

Questa volta è vero, l’annuncio è arrivato direttamente dall’ambasciatore italiano in San Marino Giorgio Marini.

Sembra che entro fine anno questo ci permetta di uscire dalla black list.

Rimangono comunque ancora aperte le problematiche sull’esterovestizione e sulla stabile organizzazione.

In molti cominciano già a tirare un grande sospiro di sollievo, soprattutto nel mondo politico e già si preparano per una campagna elettorale che sembra avvicinarsi sempre di più.

Vi sono tutti i presupposti, da parte delle figure “importanti” del Paese, per riprendere nelle mani, direttamente o indirettamente da posizioni di potere, la vita economica e sociale della nostra piccola Repubblica.

Si potrebbe dire che finalmente è tutto ok, tutto è a posto.

Possiamo riprendere a sperare in un futuro prospero e radioso.

Peccato però che il Paese sia in uno stato comatoso e sia da riformare nel profondo.

Le nostre ambizioni da “superpotenza” sono state azzerate con una forte limitazione della sovranità senza precedenti nella nostra storia.

Se vogliamo sopravvivere, ci hanno fatto capire, ci dobbiamo adeguare ai dettami e voleri del nostro grande e potente vicino.

Il sistema politico dei partiti, che non è in grado di garantire un rinnovamento d’idee e di persone, soffre d’importanti deficit di democrazia.

Il sistema economico e finanziario è ridotto ai minimi termini ed è completamente da ripensare, anche in funzione agli impegni che scaturiranno dagli accordi con l’Italia.

Il livello di disoccupazione è altissimo, i nostri giovani devono seriamente pensare a cercarsi nuove opportunità fuori dai confini.

La Pubblica Amministrazione e il pubblico allargato hanno raggiunto dimensioni elefantiache con inefficienze e sprechi direttamente proporzionali alle proprie dimensioni.

Il comparto imprenditoriale è stato a sua volta decimato e non riesce più a ritrovare le condizioni operative vantaggiose che aveva solo poco tempo fa.

Non raggiungiamo l’autosufficienza in nessun settore, sia che parliamo di utility che di risorse umane.

Il Paese in grande difficoltà non ha molto di che gioire dalla firma dell’accordo con l’Italia, se non per il fatto che ha ora la possibilità di riformarsi nel profondo per affrontare con dignità e coraggio il futuro.


Blogging by: Alberto Rino Chezzi

www.smdazibao.blogspot.com

 

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