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Supertassa frontalieri Cdls al fianco dell’Anis

da Redazione

La Cdls si schiera al fianco dell’Associazione degli Industriali: come ha anticipato San Marino Fixing, la “supertassa” dei frontalieri unisce in un fronte comune i lavoratori e i datori di lavoro, e tra i lavoratori porta a una solidarietà diffusa tra i lavoratori sammarinesi e italiani.

SAN MARINO – La Cdls si schiera al fianco dell’Associazione degli Industriali: come ha (giustamente) anticipato San Marino Fixing, la “supertassa” dei frontalieri unisce in un fronte comune i lavoratori e i datori di lavoro, e tra i lavoratori porta (deve portare) ad una solidarietà diffusa tra i lavoratori sammarinesi e italiani.
Tutti sulla stessa barca, insomma, perché se la “supertassa” (definizione giornalistica che intende un prelievo in busta paga mensile, con cui i lavoratori italiani delle imprese del Titano si ritroveranno già a fare i conti tra qualche giorno) va a incidere pesantemente sui bilanci familiari dei lavoratori frontalieri, ad essere penalizzate indirettamente sono anche le imprese, già provate duramente dalla crisi e dallo stallo delle relazioni con l’Italia. E questo può comportare a cascata guai più seri che toccheranno tutti, i lavoratori sammarinesi e ovviamente i conti pubblici, perché se le aziende chiudono o se ne vanno, chi ci rimette è anche lo Stato.
Dopo questa divagazione che ci siamo volentieri concessi, data la gravità della situazione, la netta presa di posizione della Cdls. Che si schiera fianco a fianco dei vecchi ‘nemici’ (passateci l’esagerazione) a cui metaforicamente stringono la mano per una presa di posizione che “allarga al mondo delle imprese il fronte del no a un prelievo fiscale penalizzante, discriminatorio e autolesionista”.
La Confederazione Democratica quindi ribadisce l’invito al Governo “di ritirare immediatamente l’articolo 56 della Finanziaria”.
“La soluzione del trattamento fiscale dei redditi frontalieri – sottolinea la segreteria Cdls in una nota – va ricercato all’interno dei rapporti fra Italia e San Marino, ed è legato all’accordo sulle doppie imposizioni fermo ormai da troppo tempo. Proprio in questa direzione è orientata l’offensiva diplomatica che il Consiglio sindacale interregionale ha promosso con le istituzioni regionali di Marche ed Emilia Romagna”.
Per la Cdls è dunque urgente l’apertura di un tavolo di confronto tra Esecutivo e forze sociali sia per cambiare gli aspetti più iniqui della manovra di bilancio, sia per e discutere concretamente sulle linee portanti della riforma tributaria.
Confronto che, accusa la Confederazione Democratica, “nonostante le promesse e le assicurazioni, non è partito neppure sui decreti della Finanziaria che interessano i dipendenti della Pubblica Amministrazione, in particolare quello sul taglio delle indennità e su diversi aspetti che scavalcano e vanificano gli accordi contrattuali sottoscritti in passato e ogni forma di contrattazione in corso”.
L’impressione, conclude la segreteria Cdls, è quella di un Esecutivo “completamente arroccato e sordo alle richieste e alle proposte che arrivano dal mondo sociale ed economico".


Ciò che dovrebbe fare l’esecutivo, in realtà, Fixing lo ha detto più volte in queste settimane, è sedersi attorno a un tavolo con le parti sociali, con quelle parti sociali, almeno, che hanno intenzione di fare proposte, oltre che proclami, per trovare soluzioni alternative per reperire quegli 8-10 milioni di euro necessari per tenere in linea di galleggiamento il Bilancio dello Stato. Il problema, più che sacrosanto, che ha sollevato il Segretario di Stato alle Finanze Pasquale Valentini dello squilibrio nella ricaduta della tassazione tra Italia e San Marino (la bilancia pende quasi completamente in favore dell’Italia) non può essere fatto pagare, così all’improvviso, ai lavoratori frontalieri, ma va affrontato in sede di trattativa bilaterale, inserito nei famosi accordi che Tremonti non vuole firmare. Ogni altra forzatura è impropria e improvvida.

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