Il Teatro Nuovo di Dogana, ieri, ha fatto registrare il sold out. Eppure, sul palco, nessun spettacolo comico, anzi: un dramma. Una tragedia, di cui non si conosce ancora l’atto conclusivo. Oltre 800 lavoratori hanno gremito la platea per assistere a “Diritti violati: la nuova tassa sui frontalieri introdotta dalla finanziaria”.
Il Teatro Nuovo di Dogana, ieri, ha fatto registrare il sold out. Eppure, sul palco, nessun spettacolo comico, anzi: un dramma. Una tragedia, di cui non si conosce ancora l’atto conclusivo. Oltre 800 lavoratori hanno gremito la platea per assistere a “Diritti violati: la nuova tassa sui frontalieri introdotta dalla finanziaria”, l’iniziativa organizzata dalla CSU contro la supertassa voluta dal Governo, che penalizza i lavoratori frontalieri. Molti i lavoratori che si sono alternati sul proscenio, e molte le proposte avanzate per dire di “no” al provvedimento: dallo stop ai consumi al taglio della Smac, sino ad uno sciopero ad oltranza e all’occupazione della statale 72, quella che collega Rimini al Titano (che ieri sera era gremita di automobili). “Che impegno devo mettere sul posto di lavoro di fronte a un collega che, perché sammarinese, guadagna di più? Mi sento molto discriminata” ha annunciato alla platea una donna. “Dal primo febbraio smettiamo di consumare a San Marino”, ha ringhiato un lavoratore che, davanti agli occhi di tutti, ha tagliato la sua Smac card. Sul palco sono saliti anche alcuni sammarinesi e residenti, per dimostrare solidarietà ai lavoratori che vengono da fuori (solidarietà espressa anche nelle interviste pubblicate su San Marino Fixing numero 4, in edicola da oggi) e per ribadire che si lotta “tutti assieme”, perché uno sciopero etnico, di soli frontalieri, contro una norma etnica non è la soluzione ideale. “Inaccettabile, insopportabile e discriminatoria”. Con questi tre aggettivi il presidente del Csir, Consiglio sindacale interregionale, Luca Montanari, ha descritto la cosiddetta supertassa per i frontalieri varata dalla finanziaria.
