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Tremonti chiede al Titano la fine del segreto bancario

da Redazione

Giulio Tremonti dixit: prima i tecnici risolvano tutte le grane di San Marino, poi si potrà ragionare sulla normalizzazione dei rapporti tra i due Stati. Sempre che il Titano accetti di dire definitivamente addio al segreto bancario "attraverso lo scambio automatico di informazioni su modello europeo". Quello che le imprese si sono già dette pronte a fare, Tremonti lo vuole anche dalle banche. Cosa concederà in cambio? La nota, arrivata venerdì, è stata discussa ieri in Congresso di Stato. Che la valuta positivamente, ritenendola un’apertura.

Come anticipato, prima vadano avanti i tecnici, poi la politica potrà provare a portare a casa qualcosa: è questo il diktat del ministro dell’Economia Giulio Tremonti nei confronti di San Marino, come confermato anche dall’Ansa. E per arrivare alla soluzione del problema, cioé alla normalizzazione dei rapporti, la volontà è quella di arrivare alla "fine formale e sostanziale del segreto bancario attraverso lo scambio automatico di informazioni di modello europeo". Già il mondo imprenditoriale si è detto pronto ad una svolta in questo senso (l’ANIS ha proposto lo scambio di informazioni modello Intrastat, che taglierebbe la testa al toro). Il problema, casomai, è costituito dalle banche. Che il segreto bancario l’hanno già sostituito con la riservatezza (secondo quanto consentito dagli organismi internazionali), e che adesso – se il Titano accontentasse Tremonti – si troverebbero a dover essere considerate alla stregua di banche italiane. Magari senza la possibilità di operare in Italia, come avviene adesso e come dovrà essere al più presto, tramite accordi politici bilaterali.
Venerdì scorso, il ministro italiano ha risposto ad una precedente lettera del nuovo segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio, Pasquale Valentini, che conteneva fra l’altro la richiesta di un incontro politico a livello di governo fra i due Stati, così come aveva fatto in precedenza Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari Esteri, con il ministro degli Esteri Franco Frattini.
In Congresso di Stato, riunitosi ieri a Palazzo Pubblico, si è parlato soprattutto di questa nota ufficiale. Di cui il Segretario Pasquale Valentini ha letto alcuni estratti ai media, in conferenza stampa: "Il miglior modo per definire e costruire i rapporti tra la Repubblica italiana e la Repubblica di San Marino è costituito dalla preliminare condivisione di obiettivi". Questa definizione deve essere operata, "in sede tecnica e amministrativa tra i competenti uffici della segreteria di Stato e del Ministero delle Finanze". Quindi, "su questa base di contenuti- prosegue la lettera- deve essere mirata la fine formale e sostanziale del segreto bancario attraverso lo scambio automatico di informazione di modello europeo".
Il segretario di Stato Valentini, insieme alla collega degli esteri, Antonella Mularoni, sottolinea la rilevanza dell’atto. "Il congresso di Stato ha dato una valutazione positiva della lettera – esordisce il segretario per le Finanze – È un’apertura di credito nei confronti del governo sammarinese e rispetto al mio mandato". Infatti, nel testo non mancano le formali congratulazioni al neo segretario di Stato. Ma in particolare, "è un momento importante – spiega Valentini- perché il ministro mette nero su bianco la sua intenzione di cercare una conclusione della trattativa, indicando anche i contenuti privilegiati".
Mularoni e Valentini rivelano quindi di aver inviato in parallelo, la scorsa settimana, ai rispettivi colleghi italiani, Frattini e Tremonti, due lettere in cui ribadivano la necessità di un incontro tra le delegazioni di governo "affinché si definisse al più presto un quadro normativo chiaro che normalizzasse i rapporti tra i Paesi". Ora, le parole del ministro Tremonti vanno in questa direzione perché "confermano – prosegue Valentini – che c’è bisogno di un quadro di riferimento comune". Un contesto che deve prevedere "un mix di valutazioni politiche e tecniche, una definizione di comuni obiettivi, all’interno della quale inserire lo scambio di informazioni", rispetto a cui, specifica però Valentini, "sono da definire modi, tempi e contromisure".
In questo contesto, per San Marino è importante riepilogare quanto fatto e sta attuando verso la trasparenza. "E su questa base – va avanti Valentini – pensiamo di formulare delle proposte".
Per questo, "è indispensabile realizzare un’azione corale del Paese". Così il Segretario promette l’avvio di un discorso aperto "dentro la maggioranza, ma anche all’interno del Consiglio grande e generale". E ancora, "in stretto collegamento con il mondo imprenditoriale".
In particolare, rispetto alla richiesta dello scambio automatico di informazioni, Mularoni riconosce che "ci sono le condizioni perché entri nel pacchetto, di pari passo – manda però a dire – con la ratifica degli accordi parafati, con un clima diverso e con l’avvio di iniziative di reciproca collaborazione e vantaggio tra i due Paesi".
Non ultima condizione, la veloce esclusione dalla black list che, "a questo punto sarebbe davvero ingiustificata".
Mularoni chiarisce che quanto chiesto da Tremonti non è lo scambio di informazioni bancarie su richiesta, sul modello Ocse, come auspicato in un primo tempo da San Marino, ma automatico. Su questo punto, Valentini chiarisce infine che "il cambiamento chiesto deve essere direttamente proporzionato a quanto il nostro sistema è in grado di sopportare".

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