Home NotizieSan Marino 1 aprile 2010, l’orazione ufficiale del sindaco di Milano Letizia Moratti

1 aprile 2010, l’orazione ufficiale del sindaco di Milano Letizia Moratti

da Redazione

“Una terra di libertà proiettata sul mondo” : ecco il testo ufficiale dell’Orazione Ufficiale di Letizia Moratti, Sindaco di Milano, per la cerimonia d’insediamento degli Eccellentissimi Capitani Reggenti Marco Conti e Glauco Sansovini.

Eccellentissimi Capitani Reggenti,

Onorevoli Membri del Consiglio Grande e Generale,
Illustri Rappresentanti Diplomatici e Consolari,
Autorità,
Cari Amici di San Marino,

Sono onorata del vostro invito a partecipare a questa cerimonia che racchiude in sé una storia secolare ed è il simbolo del vostro attaccamento alla democrazia e all’indipendenza.
Nemini teneri, non dipendere da nessuno: è la vostra idea di libertà, un’idea antica, difesa strenuamente nel corso dei secoli, legata all’identità di San Marino, così come il Monte Titano, dove quell’idea venne forgiata, è legato alla vostra tradizione di fierezza e autonomia.
Sono trascorsi più di 1700 anni dalla fondazione della Repubblica di San Marino. La Repubblica che nel 1849 diede asilo a Giuseppe Garibaldi. La Repubblica che nel 1861 ricevette l’elogio di Abraham Lincoln, il grande promotore della libertà e dei diritti dell’uomo. La Repubblica che durante l’ultimo conflitto mondiale ospitò oltre 100.000 rifugiati, con coraggio, generosità, altruismo.
Questo patrimonio fa del luogo in cui ci troviamo un terreno fertile per diffondere un messaggio universale di fraternità e di impegno condiviso per promuovere lo sviluppo, fronteggiando i più gravi problemi che affliggono l’umanità: la fame e la povertà.
San Marino è un piccolo Stato, ma è inserito in un contesto vasto, aperto e strategico per le sfide globali. Sfide globali che hanno però anche una dimensione locale.
“Globale” e “locale” sono i due poli della globalizzazione, due lati della stessa medaglia. Il fondamento della società è la comunità locale. La persona umana e il patrimonio materiale e immateriale della persona e del gruppo di appartenenza sono alla base di ogni strategia per affrontare le sfide globali. Il micro-gruppo si sviluppa fino ad arrivare all’organizzazione di realtà più complesse. La dimensione locale si espande, ma le realtà locali rimangono a tutti gli effetti dei punti di riferimento significativi per l’apporto positivo di una tradizione identitaria che a San Marino vanta una storia secolare.
La geografia si compone di entità che interagiscono tra loro: Stati, Regioni, Città, Aree metropolitane. Entità che sono laboratori di esperienze per affrontare i problemi posti dalla contemporaneità.
Sviluppo sostenibile, qualità della vita, sicurezza alimentare, integrazione: sono le grandi questioni a cui dobbiamo dare una risposta. Occorre ripensare gli strumenti con cui contribuire a risolvere le sfide epocali che abbiamo di fronte.
La chiave principale è lo sviluppo del capitale umano, una prospettiva delineata anche dagli Obiettivi del Millennio, in particolare dall’Ottavo: sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo.
Il benessere economico non si misura oggi sulla grandezza dei territori o sugli asset finanziari, ma sul capitale umano, sulla capacità di innovazione e comunicazione, sulla partecipazione a reti e network internazionali.
Nel mondo operano differenti sistemi di rete. Si tratta di network che collegano tra loro città con funzioni analoghe o complementari. Una rete collega le capitali politiche, un’altra le città in cui prevale l’attività finanziaria e commerciale, una terza le città della scienza e della ricerca, una quarta quelle della comunicazione, una quinta quella del turismo e del tempo libero.
L’eccellenza e la qualità delle funzioni assegnano ad una o più città la leadership all’interno della rete di appartenenza, ma la vera leadership è conferita alla città che si trova all’intersezione del più alto numero di reti, quella che diventa nodo, “gateway”.
Questa leadership deve essere messa al servizio del mondo sui temi che sono determinanti per il futuro dell’umanità: ambiente, mobilità e trasporti, salute, immigrazione.
Sottoposte a massicce ondate migratorie transnazionali, con enormi concentrazioni di cittadini, alti livelli di inquinamento, congestione della mobilità, le città e i territori vedono profondamente modificato il proprio tessuto sociale, vivendo nuove emergenze.
Dal 2008 oltre metà della popolazione mondiale vive nelle città, e le proiezioni ci indicano che nel 2050 due terzi degli uomini e delle donne saranno concentrati nei territori urbani. Le stime di crescita della popolazione mondiale ci dicono poi che nel 2050 la terra sarà popolata da circa 9,5 miliardi di persone. Vale a dire che ci saranno circa 3 miliardi di bambini, uomini e donne in più.
Nei Paesi emergenti e in via di sviluppo si avrà un’impennata nelle nascite, e si stima che oltre due terzi dei nuovi nati in tutto il mondo verrà alla luce in queste aree.
La condizione globale del pianeta è inoltre aggravata dai rischi ambientali e dal progressivo esaurirsi delle fonti di energie tradizionali.
In questo contesto è essenziale mettere a sistema le eccellenze. Pensiamo, per esempio, a come in questi anni nel campo della salute la collaborazione tra Università e centri di ricerca, e la conseguente mobilità tra ricercatori – sostenuta da accordi diretti tra città – hanno fatto fare passi da gigante alla medicina e alle discipline scientifiche.
Sulla stessa lunghezza d’onda si registrano esempi significativi sul fronte dell’ambiente, dell’energia, della cultura.
Lo scambio di esperienze e best practices costituisce la base dell’innovazione in campo economico, scientifico, tecnologico e del progressivo miglioramento della qualità della vita.
Quella che le città stanno sperimentando è anche una nuova elaborazione politica e sociale che si traduce nella ricerca di nuove forme di convivenza. Penso al modo con cui, con proposte diverse, le città del mondo stanno affrontando la sfida dell’integrazione tra cittadini portatori di culture e tradizioni differenti.
In questo senso vorrei portare l’esempio di Milano per la scelta di puntare su Expo come evento universale portatore di innovazione e per l’impegno messo in campo nella creazione di network che colleghino Città e Regioni a livello globale.
Milano ha trovato alleati preziosi a livello mondiale.
Mi riferisco alle collaborazioni che abbiamo stretto con partners internazionali quali la World Bank, il World Food Programme, la FAO, la United Nations Millennium Campaign, l’IFAD, la Economic Commission for Latin America and Caribbean, l’Alliance for Africa Foundation, l’InterAmerican Development Bank, la Caribbean Development Bank, la Fondazione Milano per Expo 2015, PlanetFinance – per citare solo i più noti.
L’altra linea guida è stata quella di sviluppare network che facilitino la cooperazione tra città internazionali e che possano proporre nuove soluzioni alle sfide globali della povertà e della fame.
Un network per scambiare buone pratiche e costruire collaborazioni per esempio sul tema della sostenibilità ambientale, che è un’altra priorità di Expo.
Penso a reti come la Covenant of Mayors, un patto tra metropoli internazionali per promuovere azioni che possano ridurre la CO2 attraverso una migliore efficienza energetica e il ricorso a fonti rinnovabili. È un impegno sottoscritto a Bruxelles con altre 400 città europee promuovendo azioni in difesa del clima, a cominciare dalla riduzione di emissioni di CO2 del 20 per cento entro il 2020.
E ancora il World Economic Forum, noto per il suo meeting annuale a Davos, (Svizzera) che riunisce i maggiori rappresentanti politici internazionali, imprenditori, economisti, intellettuali per discutere a livello mondiale temi come la salute, l’ambiente, lo sviluppo sostenibile e l’alimentazione.
A queste reti globali si sommano poi le decine e decine di progetti di cooperazione e collaborazione che abbiamo attivato con singole città, governi e organizzazioni non governative. Abbiamo lanciato una nuova strategia fondata su una rete mondiale di progetti concepiti per diffondere sviluppo. Progetti disegnati sulle esigenze di ogni singolo Paese. Progetti che pongono le nostre eccellenze tecnologiche a disposizione delle aree in via di sviluppo creando i presupposti per un futuro di benessere per tutti.
San Marino con la sua storia millenaria, con il suo essere simbolo di democrazia, laboratorio ante litteram di attuazione del principio di sovranità popolare è un esempio universale di innovazione culturale e organizzazione socio-politica. È un partner privilegiato nell’attuazione degli obiettivi che potranno rendere migliore il mondo in cui viviamo. Già nel tredicesimo secolo si era dato un nuovo ordinamento comunale costituito da un Arengo (assemblea dei capifamiglia) con potere legislativo, retto da due "Consules", i due Reggenti di oggi, rappresentanti della comunità, in carica per sei mesi soltanto, così da impedire la concentrazione dei poteri troppo a lungo nelle mani di una stessa persona.
Ecco l’eredità culturale che San Marino offre all’umanità. Ecco l’eccezionale contributo con cui può partecipare alla costruzione di un mondo nuovo, dove la povertà, le malattie, la mancanza di istruzione siano per sempre sconfitte, un mondo più giusto, più rispettoso dell’ambiente, più capace di impegno per il bene delle generazioni future.
È il messaggio di Expo il cuoi tema è “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”.
Abbiamo di fronte una grande sfida, una grande responsabilità.
La responsabilità di costruire un mondo dove lo sviluppo sia sostenibile, dove sia possibile avere cibo, acqua ed energia per tutti, dove la pace sia sempre più diffusa.
Il valore che ci guida in questo percorso è la centralità della persona, la sua libertà, la sua creatività.
Un valore che noi ereditiamo dai più grandi scienziati, filosofi, artisti della storia dell’umanità.
Pensiamo a Leonardo da Vinci: il suo genio a più dimensioni ha trovato la sintesi più alta proprio nell’idea dell’Uomo, del suo sviluppo, della sua realizzazione più completa.
L’ideale umanistico di Leonardo ha attraversato i secoli senza perdere smalto. Il suo simbolo più vero, l’Uomo di Vitruvio, è entrato nell’immaginario collettivo dell’umanità.
Non a caso esso campeggia nell’Euro, simbolo di unità e pace per l’Europa unita.
Non a caso è il simbolo di Expo 2015, il grande laboratorio mondiale sul tema della nutrizione, della sostenibilità, dell’energia e della lotta contro la fame che stiamo costruendo con passione e partecipazione corale.
L’uomo, la sua capacità creativa, il suo ingegno, la sua dignità, la sua libertà sono al centro del radicale cambiamento culturale che si ebbe in Italia con il Rinascimento. Un cambiamento che affonda le radici nell’Italia dei liberi Comuni: un’Italia in cui si sviluppò, insieme con gli scambi commerciali, l’acquisizione di un’autocoscienza politico-sociale della borghesia mercantile che portò anche a una revisione filosofica della propria posizione nell’Universo, a una messa a fuoco delle potenzialità umane.
Questi fattori diedero inizio in Italia al Rinascimento. Le città rinascimentali, Firenze, Roma, Mantova, Milano, furono il fulcro delle relazioni, della cultura, degli scambi economici e commerciali. Il loro ruolo di promotrici della crescita umana e civile è simboleggiata dal valore artistico degli edifici e dei monumenti, dal prestigio dei centri di cultura e delle università, dalla partecipazione alla vita pubblica dei cittadini. È una tradizione di libertà che appartiene profondamente alla vostra Repubblica, fin dai tempi in cui Marino fondò sul Monte Titano una piccola comunità di cristiani. La sua vita e il suo coraggio sono l’espressione della forte volontà di indipendenza degli abitanti di San Marino e suggellano l’immagine di "antica terra della libertà".
Expo 2015 è una grande occasione per valorizzare questa cultura, questa tradizione. È una grande occasione per realizzare progetti che promuovano lo sviluppo in tutto il mondo. Per questo l’eredità permanente dell’Esposizione Universale sarà un “Centro di Formazione di Capitale Umano”, un “landmark” immateriale, un progetto di sostenibilità capace di costruire una rete di conoscenze, formazione e cooperazione sui temi dell’alimentazione e dello sviluppo sostenibile. Le attività di questo Centro di Sviluppo Sostenibile saranno finalizzate alla realizzazione di scuole, università, ospedali e alla diffusione di conoscenze scientifiche, soluzioni tecnologiche, metodi di lavoro, tenuto conto del ruolo strategico che può svolgere la crescita del capitale umano nei processi di sviluppo e di crescita economica.
La crisi alimentare che il mondo sta vivendo dimostra l’urgenza di farsi carico di questo impegno.
Un impegno richiesto ad ogni Paese, per combattere insieme la fame, la sete, le pandemie e i rischi ambientali.
Un impegno che ha bisogno di essere condiviso da tutti i cittadini, allargandosi dal livello istituzionale ad una responsabilità personale e popolare.
Milano e l’Italia sono a disposizione con la forza delle loro eccellenze, ma anche con l’entusiasmo degli italiani, e di voi Sammarinesi, di tutti coloro che collaboreranno a fare di Expo un evento unico, utile a costruire un mondo più degno dell’uomo, e un ambiente capace di accogliere e difendere la vita.
È necessario il contributo di ognuno di noi, perché sia possibile raccogliere la sollecitazione del Nobel per la Pace Muhammad Yunus per “Un mondo senza povertà”.
“La povertà può continuare a esistere perché il nostro sistema di valori poggia su assunzioni che sottovalutano le capacità dell’uomo. Abbiamo elaborato concetti troppo angusti, come quello di un’attività economica che ha senso esclusivamente se motivata dal profitto, di affidabilità finanziaria che esclude automaticamente dall’accesso al credito chi è povero, di imprenditorialità che ignora il tesoro di creatività che la gente comune si porta dentro o di occupazione lavorativa che assegna a una parte della società un ruolo esclusivamente passivo negandole il diritto dell’iniziativa. Gli esseri umani sono tutti dotati delle capacità non solo di badare a se stessi, ma anche di contribuire a migliorare le condizioni del mondo”.
Viviamo tempi eccezionali in cui è possibile nutrire davvero la speranza che possiamo fare qualcosa di concreto per il progresso del mondo in cui viviamo.
Lavoriamo insieme perché partendo dalle nostre città, dai nostri territori, si riaffermi il valore della persona.
Lavoriamo insieme per rendere possibile il futuro di ogni persona, in ogni città, in ogni Paese, in ogni parte del mondo.
Lo sviluppo non può essere uno sviluppo solo per noi, deve essere uno sviluppo per il pianeta e per tutti i suoi abitanti.
È questo il messaggio che porto a San Marino. Grazie per il vostro impegno, grazie per essere un simbolo di libertà, un orgoglio per tutti noi.

 

30/03/2010 13.50

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