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Repubblica di San Marino, referendum 2015: la posizione e le motivazioni di AP

da Redazione

La macchina del referendum per chiedere l’abrogazione della variante di PRG di Rovereta, utile ed indispensabile alla realizzazione del Polo della Moda, è partita tramite la raccolta delle firme. In quell’occasione il comitato del si ed i partiti che lo sostengono hanno usato l’argomentazione “non siamo contro il Polo, ma siamo per il parco”. Questa affermazione è stata ormai smentita da più fatti: da un lato, del parco non c’è traccia, dall’altro, la zona verde di Rovereta è stata compensata da un’area a Faetano di assai maggior pregio (che qualora vincesse il si tornerebbe invece edificabile), in ultimo, per ammissioni ripetute del gruppo Borletti e DEA, se vinceranno i si il Polo sorgerà a Rimini, quindi non avremo né Polo né parco, ma tanta concorrenza.

Prima dell’inizio della campagna, e ancora adesso, la seconda argomentazione usata è stata “lo Stato da troppi soldi e/o benefici agli investitori”. Anche questo è completamente falso. Infatti dal terzo anno dell’investimento (da quando cioè il Polo sarà in funzione e produrrà introiti) il credito agevolato concesso sarà subordinato alle entrate sotto forma di monofase o IGR, mentre già dall’anno zero l’imposta monofase pagata sui materiali da costruzione (pari al 6% come per tutte le altre aziende) coprirà abbondantemente la quota del credito agevolato: insomma il bilancio dell’operazione sarà sempre positivo per lo Stato a partire dall’anno zero. Si stima che il Polo comporterà 200 milioni di euro di entrate per lo Stato in 10 anni, al netto degli sgravi, e circa 300 posti di lavoro.

Allora si è passati alle previsioni più fosche “sarà un flop e fallirà”. Non conta che vi siano modelli virtuosi e di successo come Barberino (600 occupati), Serravalle (1500 occupati), Fidenza (700 occupati)… tutti progetti realizzati, creati e seguiti da DEA. Evidentemente chi sostiene questo (oltre a portare un po’ sfortuna) non vuole neppure riconoscere le ampie potenzialità turistiche di San Marino, che, a detta degli stessi investitori (spiace che a ricordarcelo debbano essere degli stranieri!) sono assai più consistenti rispetto a Fidenza, Barberino o Serravalle…

Ma – abbiamo sentito dire – “non abbiamo nulla da dire sugli investitori, e siamo favorevoli al Polo”. A parte varie dichiarazioni infamanti sugli investitori stessi pubblicate a mezzo stampa da qualche consigliere, già molti mesi fa (forse una specie di benvenuto?), affermazioni che per decenza non vogliamo ripetere, come si fa a dire che si ha fiducia negli imprenditori, se poi si mette in discussione la buona riuscita del progetto?

Ancora: “San Marino perderà 3000 posti di lavoro esistenti se partirà il Polo”. Qui siamo arrivati veramente all’assurdo: non solo non si crede affatto al progetto, ma addirittura si vuol far passare l’idea che creerà disoccupazione. Vero è invece che il Polo consentirà l’arrivo di nuovi flussi turistici (stimabili in circa 2 milioni di persone all’anno); che i promotori del Polo dovranno obbligatoriamente pubblicizzare la Repubblica di San Marino ed il suo centro storico (come è scritto nero su bianco sulla convenzione) e che questo nuovo apporto di visitatori andrà a vantaggio di tutte le realtà commerciali ed economiche del Paese.

Infine, viste smontate le altre deboli (e spesso false) argomentazioni, è arrivato l’uomo nero! “Chissà quali interessi sono nascosti dietro il progetto? Questo o quel professionista, questa o quella famiglia…” La verità è che fortunatamente è nata una “cooperativa” di aziende sammarinesi (circa 30, che danno lavoro a molte famiglie di residenti) che sta cercando di vincere l’appalto per la realizzazione del Polo. AP spera sinceramente che questo possa succedere, per difendere l’occupazione e rilanciare il settore edilizio in grave crisi.

Quanto alle famiglie proprietarie dei terreni, Borletti e DEA sono state molto chiare fin da subito: l’unica zona possibile per il Polo è Rovereta. Quindi, chi è contrario alla soluzione individuata, se veramente volesse realizzare il Polo, dovrebbe avere almeno la voglia di indicare altre aree verdi o capannoni. Bene, visto che a Rovereta lo Stato non ne ha, si ricadrebbe inesorabilmente sulle proprietà (evidentemente assai più care, dato che gli investitori non le hanno scelte) di altri “soliti noti” – come a qualcuno piace definirli – e che – viene il sospetto – forse da qualcuno vorrebbero essere avvantaggiati?

In ultimo proprio in questi giorni, hanno gettato la maschera e l’hanno buttata in politica: “vota si per mandare a casa il Governo” Il solito teatrino della politica, ma questa volta giocato sulla pelle del Paese! Se chiuderemo la porta in faccia a questi investitori, come potremo trovarne altri? Quale è il modello di sviluppo che propone chi non vuole il Polo?

Per questo AP chiede ai Sammarinesi di informarsi, di decidere nel merito del progetto e della convenzione e invita a votare NO!

Per fare il Polo, per difendere l’ambiente, rilanciare l’economia, creare 300 posti di lavoro, garantire 20 milioni di introiti all’anno allo Stato, e così dare certezze ai conti pubblici, difendere i salari e lo stato sociale. Poi verranno le elezioni ed allora sì che potremo buttarla in politica…

 

TETTO DEGLI STIPENDI – LE RAGIONI DEL NO

Con la scheda rosa si chiede che la retribuzione del personale dipendente dello Stato ed Enti Statali, comprese indennità e consulenze, non possa superare i 100.000,00 € lordi

Innegabilmente il nostro Paese e tutto il mondo occidentale stanno vivendo un momento di difficoltà economica e la prima conseguenza di questa situazione è quella di cercare di contrarre e limitare le spese, almeno quelle inutili. Esercizio questo difficile e doloroso, perché si vanno a toccare singole situazioni e particolari ambiti della società che avevano fino ad oggi usufruito di un periodo più florido e ricco. I proponenti di questo quesito referendario vogliono far credere che porre un tetto indiscriminato agli stipendi possa essere un utile risparmio e soprattutto elimini differenze tra lavoratori.

Alleanza Popolare pensa che queste ragioni tendano solo ad accattivarsi la benevolenza dei concittadini, parlando alla loro “pancia” senza considerare le conseguenze di una scelta autolesionista; Alleanza Popolare invita i cittadini a votare NO a questo quesito perché:

– esistono professionalità, unite ad esperienza diretta nei diversi settori, che non abbiamo sul territorio, ma che possono diventare essenziali per il futuro del Paese. Ricorrere a professionisti esterni, senza avere la possibilità di attirare le eccellenze, potrà venire a detrimento della crescita della nostra Repubblica; non possiamo infatti dimenticare che esiste un prezzo di mercato per particolari professionalità con il quale dobbiamo confrontarci per essere appetiti e scelti;

– anche i tanti professionisti sammarinesi di dimostrata competenza, che da anni operano fuori del nostro Paese e che potrebbero, tornando, portare la loro esperienza nel nostro sistema, difficilmente si sentirebbero attratti, se le condizioni economiche non fossero equiparate a quelle esterne;

– è già stabilito inoltre un limite retributivo di 150.000,00 € per prestazioni di particolare rilievo e interesse;

– le posizioni apicali per le quali si potrebbe dover superare la cifra di 100.000,00 € sono comunque poche (meno di 20) e destinate a ruoli essenziali per i quali è oggi più che mai opportuno pretendere personale di indiscutibile preparazione e capacità;

– tra gli ambiti di particolare delicatezza, per i quali è necessario acquisire professionalità riconosciute, c’è sicuramente quello sanitario. Il nostro sistema ospedaliero ha ed avrà sempre bisogno di attirare specialisti di provata competenza che non potremmo acquisire se non in concorrenza con l’offerta esterna;

– non possiamo nasconderci che avere professionisti con competenze, preparazione e serietà provate e specifiche è determinante per fare crescere i settori nei quali verrebbero inseriti, aiutando a migliorare il personale al quale sarebbero affiancati e offrendo ai cittadini servizi migliori;

Alleanza Popolare è certa che i sammarinesi sapranno esprimere il proprio giudizio su ogni quesito referendario con la necessaria attenzione, senza farsi confondere dalle opinioni demagogiche e di parte e che approfitteranno di questa occasione per esercitare tutti il proprio diritto di voto.

Anche per questo quesito Alleanza Popolare invita a votare NO!!!

 

PREFERENZA UNICA: LE RAGIONI DEL NO

Con la scheda azzurra si chiede che il cittadino sammarinese, sia residente sia estero, esprima, in occasione delle elezioni politiche generali, un’unica preferenza.

Dal 1997 è consentito scegliere tre preferenze; il numero tre, oltre ad essere identificato da sempre come quello perfetto, garantisce in questo caso l’opportunità di esprimere la propria fiducia sia ai candidati più conosciuti e stimati tra coloro che hanno già ricoperto il ruolo di Consigliere, sia a coloro che per la prima volta si affacciano alla vita politica attiva. Tra questi, in particolare, i giovani e le donne che altrimenti vedrebbero compromessa la possibilità di venire eletti, in quanto da sempre soggetti più deboli nelle tornate elettorali.

Alleanza Popolare, invitando a votare NO anche a questo quesito, ricorda che portare il limite ad un solo nominativo significa:

– mortificare e comprimere la possibilità di opzione; ogni partito presenta candidati diversi per genere, ma anche per età, caratteristiche e competenze, limitare la scelta ad un solo soggetto impedisce di eleggere una propria rappresentanza con la quale si vuole garantire la personale visione politica per il Paese;

– tornare indietro nel tempo e rendere sempre più difficile l’ingresso delle donne nella politica attiva; dopo anni di lotte e nonostante le quote rosa, in Consiglio siedono ancora poche rappresentanti femminili; se ci fosse un’unica preferenza, inevitabilmente la partecipazione femminile sarebbe ulteriormente ridotta;

– non favorire il ricambio generale e generazionale dei Consiglieri, escludendo i giovani e i soggetti meno conosciuti dall’opinione pubblica, avvantaggiando inevitabilmente sempre le stesse persone;

– dare l’opportunità a gruppi di potere di eleggere, anche con un numero risibile di voti, un candidato legato ai propri particolari interessi.

Come ultima considerazione Alleanza Popolare osserva che avere inserito nella seconda parte del quesito la possibilità per l’elettorato estero di esprimere la preferenza, ripropone in modo improprio un tema sul quale AP ha sempre espresso parere contrario, argomentando ampiamente il perché della sua scelta e proponendo semmai l’introduzione di un collegio estero. Qualora si volesse valutare questa possibilità sarà necessario farlo in modo attento, con una discussione aperta che tenga in considerazione tutte le ragioni e ponderi le possibili e più opportune modalità.

Per questi motivi Alleanza Popolare invita i concittadini ad andare a votare e a scegliere di votare NO!!!

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