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Ue: necessario accelerare i negoziati sul clima

da Redazione

Consiglio ambiente Ue: accellerare i negoziati sul clima. Confermato il meno 30% di emissioni. La posizione italiana molto lontana dalla minaccia di veto contro il pacchetto clima-energia 20-20-20

I ministri dell’ambiente europei riuniti nella città svedese Åre hanno preso un impegnativo pacchetto di decisioni e definito la road map dell’Ue riguardo ai negoziati sui cambiamenti climatici a 5 mesi dalla conferenza Onu che si terrà a Copenhagen. 

I presidenti dei due gruppi di lavoro dell’Unfccc, Michael Zammit Cutajar, presidente dell’Ad hoc working group on long-term cooperative action (Awg-Lca) e John Ashe, presidente dell’ Ad hoc working group on further commitments for Annex I Parties under the Kyoto Protocol (Awg-KP) sono intervenuti al Consiglio ambiente per illustrare quella che secondo loro è l’attuale situazione dei negoziatio climatici. L’impressione è che nell’insieme il ritmo dei negoziati ufficiali per Copenhagen sia troppo lento, ma anche che negoziati parallelli come il recente G8 o il Major Economies Forum (Mef) on energy and climate forum e gli accordi ed i contatti bilaterali possano dare un impulso al processo negoziale.
Il ministro dell’ambiente italiano, Stefania Prestigiacomo, ha relazionato sui risultati del G8 e del Mef del L’Aquila e la posizione italiana e dei ministri dei Paesi dell’est dell’Ue è sembrata ormai molto lontana dalla minaccia di veto contro il pacchetto clima-energia 20-20-20 dell’Unione europea e dalla richiesta di non procedere se gli altri Paesi, soprattutto Usa ed emergenti, non prenderanno impegni simili.
I ministri dell’ambiente hanno infatti discusso dell’importanza dell’obiettivo del non superamento dei 2 gradi di temperatura in più rispetto all’epoca pre-industriale e del rafforzamento dei negoziati in autonno.
L’obiettivo 2 gradi appare più credibile perchè tutti i paesi del Mef, compresi quindi giganti come Cina, India, Brasile, lo hanno fatto proprio ed i Paese del G8 si sono dati l’obiettivo di un taglio del 50% delle loro emissioni nel 2050, un obiettivo molto lontano ma comunque simbolicamente importante, visto che i Paesi del G8 e del Mef insieme rappresentano l’80% delle emissioni mondiali di gas serra.
Nella nota finale dell’incontro di Åre si legge: “Nel corso della riflessione sul processo di negoziazione nella prospettiva di Copenhagen, si è sottolineato il ruolo vitale che lo slancio politico riveste ai fini del conseguimento di un accordo. Nei prossimi mesi occorre che si mantenga un vero sentimento di urgenza: l’orizzonte di possibilità sia dal punto di vista politico che ambientale è limitato, e un fallimento a Copenhagen non può e non dovrebbe essere contemplato – questo, semplicemente, non è concepibile. Nonostante alcuni segnali incoraggianti, il cammino è ancora lungo per giungere ad un risultato concertato e occorrerà passare alla marcia superiore nelle negoziazioni per assicurare il successo a Copenhagen”.
Le prossime riunioni saranno a Bonn in agosto e a Bangkok in settembre e ottobre.
Fonte: Green Report

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