San Marino nel mirino di Standard & Poor’s, che in una nota ieri ha evidenziato il rischio per i piccoli Stati sul cui PIL incide non poco (testualmente, quelli che “hanno una pesante dipendenza”) il peso “dei servizi finanziari a valore aggiunto elevato”.
SAN MARINO – San Marino nel mirino di Standard & Poor’s, che in una nota ieri ha evidenziato il rischio per i piccoli Stati sul cui PIL incide non poco (testualmente, quelli che “hanno una pesante dipendenza”) il peso “dei servizi finanziari a valore aggiunto elevato”. Il Titano è citato assieme a Gibilterra, Jersey, Guernsey, isola di Man, Andorra, Monaco e Liechtenstein.
San Marino, per inciso, in questa piccola schiera è quello che ha una incidenza sul PIL minore di tutti, il 14%, contro il 42% di Jersey.
Il rapporto di S&P è intitolato “Rising Regulatory Pressure Heightens Risks To Small European Sovereigns” e prende in esame le conseguenze possibili nel futuro derivante dalla stretta sui “paradisi offshore”: le finanze di San Marino e degli altri Paesi secondo l’agenzia di rating sarebbero infatti messe a dura prova da un aumento della pressione normativa.
“Nonostante l’appello importante di parecchi di questi piccoli Stati per mantenere un anonimato ‘benigno’ per i clienti – spiega Benjamin Young, di S&P – le autorità di regolamentazione di Usa e Ue stanno premendo per una trasparenza bancaria più rigorosa e per regole più severe contro elusione ed evasione”.
Il rischio, in soldoni, è dato dal fatto che la pressione internazionale potrebbe costringere alcune di queste economie a una radicale conversione, al punto da mettere a rischio anche la solvibilità delle loro finanze.