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San Marino, Dietrofront CDLS: rispolverata la scala mobile. Ma non generava inflazione?

da Redazione

Tura-Marco-Cdls.jpgL’ha annunciato in una lunga intervista pubblicata proprio oggi in edicola su San Marino Fixing: una “proposta devastante” per salvare gli stipendi. E la proposta devastante è un nuovo referendum (dopo quello fallito 4 anni fa) per rispolverare la scala mobile…

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SAN MARINO – L’ha annunciato in una lunga intervista pubblicata proprio oggi in edicola su San Marino Fixing: una “proposta devastante” per salvare gli stipendi. E la proposta devastante che ha presentato ieri sera al 14° Congresso Confederale della CDLS, il Segretario Uscente (ma praticamente certo della riconferma) Marco Tura è il ritorno alla scala mobile.

Ma come, nel 2008 non era stata addirittura fatta la stessa proposta con un quesito referendario bocciato in quanto non ha raggiunto il quorum?

 

Se la scala mobile fu messa in cantina, tanti anni fa, è perché era diventata uno strumento che più che salvare gli stipendi era un vero e proprio generatore di inflazione, tanto che in occasione del referendum del 2008 la CDLS si schierò apertamente contro la scala mobile. Marco Tura però in questo caso fa del sano revisionismo: “E’ evidente che da allora non sono passati quattro anni bensì un’era geologica”, ha detto alla platea, chiedendo ai delegati il mandato “chiaro” per poter avviare le procedure e “giungere ad un referendum che colga l’obiettivo di difendere gli stipendi”.

 

La proposta, per la cronaca, è stata subito bocciata da ANIS che nel saluto di prammatica della prima serata di Congresso ha specificato che soprattutto in una fase così delicata la reintroduzione del meccanismo di scala mobile sarebbe solo deleteria per il Paese.

 

Tornando all’intervento di Marco Tura, il Segretario della Confederazione dei Lavoratori ha ovviamente parlato di crisi e dei contratti scaduti da troppo tempo, puntando il dito immancabilmente contro gli industriali, “rei” di non aver voluto firmare il famoso – o famigerato – accordo al tavolo tripartito (al quale però, piccolo dettaglio, mancava la “gamba” delle misure per una maggiore competitività).

Ma la contrattazione, sia pure sottotraccia, sta proseguendo, e l’ultima proposta su cui le parti sociali si sono impantanate nelle ultime settimane prevede una sorta di contratto-ponte di sei, otto anni, basato su due punti chiave: l’adeguamento delle retribuzioni in base all’inflazione e l’aumento dell’orario di lavoro a 39 ore, aumento in parte pagato e in parte destinato a finanziare un fondo a sostegno del lavoro.

Senza contare che anche il contratto pubblico è in frigorifero: “in questo caso il Governo ha archiviato la pratica imponendo con la Legge Finanziaria il blocco biennale delle retribuzioni dei dipendenti pubblici”.

 

SPESA CORRENTE E DEMAGOGIA

Marco Tura nel suo lungo intervento, durato circa un’ora, ha parlato anche di pubblica amministrazione, ed ha tentato di rompere il dualismo pubblica amministrazione – spesa corrente, affermando che i due settori che aggregano la spesa pubblica sono scuola e sanità. “Appare dunque superficiale – secondo Tura – l’idea che una vera crescita passi attraverso il ridimensionamento dei servizi pubblici”.

Anche in questo caso tuttavia è la fase propositiva che è forse mancata: dando per assodato il fatto che quasi un sesto della popolazione residente lavora sotto lo Stato, è difficile pensare di poter ridurre la spesa pubblica se non aggiungendo nuove tasse e balzelli ai cittadini.

 

FRONTALIERI

Si è toccato anche il nodo dell’articolo 56 (della Finanziaria di 2 anni fa) per i frontalieri. “L’introduzione di una penalizzazione riservata ai soli lavoratori frontalieri è un provvedimento inaccettabile che scarica una fetta del debito pubblico sui lavoratori di oltre confine, sottraendo loro circa 200 euro ogni mese dalle buste paga”. Una manovra che ha rappresentato anche un “autogol diplomatico con l’Italia sollevando contrarietà e proteste da parte della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, delle Assemblee Regionali di Emilia Romagna e Marche, delle istituzioni provinciali e comunali limitrofe e di numerosi parlamentari”. Inascoltata, rammenta Marco Tura, persino l’esortazione di Papa Benedetto XVI durante la visita dello scorso giugno. “Per questo serve un nuovo sistema fiscale che metta tutti i lavoratori sulla stesso piano”.


Marco Tura: intervista su San Marino Fixing 12, da oggi in edicola

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