Home Notizie del Giorno Visto per voi al teatro Petrella di Longiano: “Rosso” del Gruppo Urur

Visto per voi al teatro Petrella di Longiano: “Rosso” del Gruppo Urur

da Alessandro Carli

Il topos (non solo nel senso greco ma anche nell’accezione del roditore) è un “luogo” che ha raccolto, nel tempo, le attenzioni di enormi pensatori: il leonardesco Bruno Munari, giusto per citare il più illuminato, ci ha ricamato un libro meraviglioso, “Cappuccetto Rosso, Verde, Giallo, Blu e Bianco”. La materia, e quindi la favola – davvero fertilissima – è stata la materia d’indagine drammaturgica del Gruppo Uror che sabato 2 marzo ha portato sulle assi del Teatro Petrella di Longiano uno spettacolo bonsai per durata (30 minuti) ma che contiene più di un germoglio interessante.   

In “Rosso” le due attrici Evelina Rosselli e Rebecca Sisti hanno compiuto un atto di fedeltà verso un teatro di ricerca romagnolo: si avvertono, con chiarezza, gli stilemi della Societas Raffaello Sanzio (dal “Buchettino” alle “Crescite” della “Tragedia endogonidia” sino ai tessuti sonori del compositore Scott Gibbons), le maschere del Teatro Valdoca (il lupo cattivo), qualcosa dei Motus del progetto “Twin Rooms” (in particolar modo la scelta di utilizzare un televisore) e di Pippo Delbono (nel finale, da un mucchietto di terra, appare un fiore bianco) ma anche una “necessità” di indagare, teatralmente, uno dei grandi topoi dell’uomo, quello della morte e dell’assenza di vita. Le giovani artiste, nonostante qualche più che corretta ingenuità dovuta all’età che rende comunque il testo scenico più “vero”, mostrano una certa maturità e presenza, soprattutto l’attrice che dà corpo, voce e movimento a Cappuccetto rosso, stilizzata e ridotta a una marionetta: il racconto “arriva”, sufficientemente pulito (forse andrebbero asciugate le immagini trasmesse nella piccola tv che tendono ad appesantire il lavoro) e bene a fuoco.        

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