Home Dal giornale “Economia reale colonna portante del Paese, ora interventi coerenti”

“Economia reale colonna portante del Paese, ora interventi coerenti”

da Daniele Bartolucci

Il valore dell’economia reale e le sfide che dovranno affrontare le imprese a San Marino, in Italia e soprattutto in Europa: questo il filo conduttore dell’Assemblea Generale dell’Associazione Nazionale Industria San Marino, svoltasi lunedì 19 febbraio al Centro Congressi Kursaal di Città. In platea oltre duecento persone tra imprenditori, rappresentanti istituzionali, politici e delle parti sociali, a dimostrazione di un interesse altissimo per l’appuntamento annuale della più importante associazione di categoria del Paese, arricchito in quest’occasione dall’ospite d’onore, il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.

Nella parte privata riservata ai soli associati, sono stati affrontati i temi più attuali tra cui le politiche energetiche e soprattutto il rinnovo del contratto Industria, che impegnerà ANIS nei prossimi mesi. Sempre riferendosi al prossimo futuro, è stato annunciato che a giugno verrà convocata una nuova Assemblea per il rinnovo delle cariche sociali.

Ad aprire i lavori, l’attesa relazione della Presidente ANIS, Neni Rossini, che ha toccato tutti i temi più attuali che riguardano il sistema economico sammarinese e in particolare l’imminente Accordo di Associazione all’Unione Europea: “Un passaggio ormai ineludibile, da cui trarre e cogliere, però le migliori opportunità per il Paese e per le sue imprese, le quali finalmente avranno la possibilità di competere alla pari sul mercato unico, come abbiamo sempre chiesto. Un ottimo punto di partenza”, ha ribadito dal palco, “da cui innescare tutte le azioni conseguenti per evolversi e adeguarsi ai paesi più virtuosi, senza paura né pregiudizi, ma compiendo quelle «scelte lucide e coraggiose» che ci ha indicato il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, nella sua emozionante visita ufficiale pochi mesi fa. Lucidità e coraggio saranno infatti i fattori discriminanti di quello che si riuscirà a fare d’ora in avanti”, invitando “tutti ad essere d’accordo sul valore dell’economia reale, che ha dimostrato di essere la più solida colonna su cui si reggono e crescono gli Stati: se è su questa che vogliamo basare il nostro futuro anche per San Marino, allora coerentemente anche le azioni e le risorse dovranno convergere in questa direzione. A maggior ragione oggi, in una fase in cui i mercati sono caratterizzati da forte incertezza e dobbiamo accelerare quei processi di riforma proprio per essere pronti ad affrontare le criticità e le nuove sfide che si presenteranno”.

“C’è un tema al riguardo, che vorrei citare”, ha spiegato la Presidente ANIS, “come esempio eloquente di ciò che non ha senso accada se è vero che tutti condividiamo l’obiettivo di promuovere l’economia reale a pari condizioni di competitività. La cogenerazione a San Marino.  La cogenerazione è una tecnologia per l’efficienza energetica universalmente riconosciuta come green e sostenibile. Il suo uso in Italia risale a una direttiva del 2004 ed è promossa dall’Unione Europea nei vari stati membri con incentivi statali e certificati bianchi che coprono buona parte dell’investimento. Insomma, una soluzione tecnologica indiscutibile e caldeggiata da tutti, a San Marino da più di dieci anni è bloccata e sottratta alle aziende che potrebbero convenientemente utilizzarla. Da un lato lasciando il Paese, anche su questo fronte, in una arretratezza tecnologica evidente, dall’altro svantaggiando pesantemente le industrie più energivore, a maggior ragione di fronte ai crescenti costi e alle attuali difficoltà di approvvigionamento energetico. Industrie per giunta assoggettate al monopolio pubblico dell’energia, senza possibilità di accesso alle opportunità della libera concorrenza che vige in Italia e nel mondo occidentale.  Come su questo tema apparentemente “assodato” e direi “pacifico” in tutti i sensi, si sia potuto scatenare un contrasto politico tale da negarlo totalmente … ecco… da imprenditori non riusciamo proprio a comprenderlo. Un approccio, a nostro avviso, non solo incomprensibile, ma profondamente sbagliato e deleterio”.  Ma non è l’unica anomalia: “Tra gli anacronismi contro cui ci battiamo da almeno dieci anni sono costretta a citare l’ancora irrealizzata IVA”, ha sferzato la platea. “Nella finanziaria dell’anno scorso è stato finalmente aperto un capitolo apposito, in verità con un ridottissimo importo ma tale comunque da riaccendere le nostre ‘sopite’ speranze… Tuttavia, con questa lentezza e, onestamente, con una manifestazione di volontà politica che definirei eufemisticamente “poco entusiasta”, l’IVA rischia di non vedere mai la luce. E sarebbe gravissimo. Non solo perché la ‘monofase’ diventa sempre più incomprensibile e imbarazzante da spiegare agli interlocutori commerciali internazionali, ma soprattutto perché l’IVA è la lingua fiscale universale, utilizzata in tutti i mercati a cui ci rivolgiamo, e soprattutto nella “famiglia europea” nella quale ci siamo tanto prodigati per entrare.  Siamo di fronte a un passaggio davvero epocale che pretende da noi uno sforzo di apertura e di coraggio mai sperimentati prima. E chi guida il Paese ha per primo la responsabilità di sostenere e accompagnare questo nuovo processo, lavorando per superare la passività, l’inerzia, le resistenze che frenano ogni proposito di cambiamento, per volgerle invece in partecipazione ed energia sociale”.

Il richiamo alle riforme necessarie ha riecheggiato a lungo nella sala del Kursaal, rafforzato dai dati e dalle analisi dell’Osservatorio ANIS, i quali hanno confermato un inizio di rallentamento dell’economia nel 2023, che sembra continuare anche nel 2024.

Consapevoli di questo scenario, sono intervenuti i membri di Governo, il Segretario all’Industria, Fabio Righi, che condividendo le parole della Presidente Rossini ha auspicato una apertura più decisa verso le nuove tecnologie e la digitalizzazione per attrarre anche nuove imprese e poi il Segretario agli Affari Esteri, Luca Beccari, il quale ha illustrato alcuni dei temi più interessanti per le imprese e già concordati nell’Accordo che si sta per firmare, in particolare sul principio della non discriminazione, da cui discenderanno “innumerevoli opportunità, soprattutto per le giovani generazioni a cui daremo una prospettiva ben diversa da quella che abbiamo avuto finora”.

A seguire, l’intervento del primo ospite dall’Italia, Alessandro Viviani, Responsabile Area Tecnologia e Decarbonizzazione di The European House – Ambrosetti, che ha affrontato il tema dell’intelligenza artificiale, molto attuale, così come della sostenibilità in riferimento alla decarbonizzazione.

La sostenibilità è anche il tema ricorrente dell’ultima parte dell’Assemblea, in cui la Presidente di ANIS Neni Rossini ha “intervistato” il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, con una serie di domande sulle politiche economiche, le richieste e soprattutto le proposte avanzate sui principali temi che riguardano le imprese, ma non solo: l’energia e la necessità di rendersi sempre più indipendenti, ad esempio, l’evoluzione del mondo del lavoro alle prese con fenomeni del tutto nuovi come la difficoltà di trovare le competenze necessarie. Fino al ruolo dell’industria nel futuro scenario a cui tendono tutti i Paesi: “Le imprese, credo e non potrebbe essere altrimenti”, ha commentato la Presidente Rossini trovando piena condivisione e sintonia nel Presidente Bonomi, “saranno le vere protagoniste di questi cambiamenti e permetteranno a tutta la società di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità a cui il mondo aspira”.

Il Presidente di Confindustria non ha deluso le aspettative e ha offerto una visione chiara delle dinamiche attuali in cui l’Italia (ma anche San Marino) e l’Europa stanno affrontando sfide epocali. Rivoluzionarie, ha spiegato, riferendosi alla cosiddetta quinta rivoluzione industriale in atto, che come tutte le altre “è indistinta, nel senso che colpisce tutti, irreversibili e imprevedibili”. Di fronte a uno scenario così complesso per Bonomi c’è una strada prioritari da seguire, per quanto nuova, ovvero quella dell’alleanza pubblico-privato. Soprattutto per affrontare “il tema dei temi”, come l’ha identificato Neni Rossini, ovvero quello della sostenibilità. Bonomi, che come la Presidente ANIS condivide la scelta di un’economia sostenibile come driver di tutta l’economia europea, ha però aggiunto, citando i diversi studi economici che hanno calcolato il costo di questi obiettivi, che da sole le imprese non avranno mai la capacità finanziaria di raggiungerli da sole. Per questo serve che anche il pubblico, gli Stati e l’Unione Europea, comprendano che anche la sostenibilità, sia ambientale sia, in particolare, sociale (un tema molto caro al Presidente Bonomi), debba essere essa stessa sostenibile.

RELAZIONI SINDACALI

“In tema di lavoro”, ha annunciato la Presidente Neni Rossini, “affronteremo a brevissimo con le organizzazioni sindacali il rinnovo del contratto collettivo del settore industria appena scaduto, mentre è in fase di discussione, molto accesa come avete visto, quello del settore bancario. Una ferita aperta”, ha commentato, “in un settore che non è ancora uscito dalle secche di una situazione difficilissima e che avrebbe bisogno di unità di obiettivi e di intenti di tutte le sue componenti. E invece ci si ritrova di fronte a una rivendicazione temeraria, insostenibile economicamente ma anche socialmente”. Per quanto riguarda invece l’industria e gli altri settori non finanziari, “stiamo vivendo una situazione complessa in cui risulta davvero difficile capire quale possa essere la migliore soluzione di accordo raggiungibile, in un clima ancora di straordinaria incertezza e in un contesto che racchiude in sé segnali ed elementi a dir poco contraddittori. Da un lato un’inflazione comunque elevata che abbatte il potere d’acquisto e incide negativamente sulla capacità di spesa delle famiglie. Dall’altro, un mercato in recessione che sta già scontando i pesanti effetti della riduzione della domanda, che negli 4 ultimi anni ha visto aumentare e rimanere più alti di prima i costi di tutti i fattori produttivi – energia inclusa – e che si muove nell’incertezza tra guerre, tensioni, crisi economiche e politiche. Saremo chiamati insieme, ancora una volta, a mettere in campo tutto il buon senso e la capacità di ascolto che devono guidare chi rappresenta i legittimi interessi di una collettività, siano quelli dei collaboratori delle aziende o dei datori di lavoro, con senso di responsabilità e rispetto. Ci siamo riusciti due anni fa, quando ciascuno di noi – sindacati e ANIS – ha avuto il coraggio e l’abnegazione di sacrificare qualcosa per il bene comune e la pace sociale. Da parte mia e dell’Associazione garantisco l’assoluto impegno ad affrontare anche questo rinnovo con lo stesso senso di responsabilità e rispetto, sempre persuasi che le aziende sono “questione di persone” e che quelle professionalità, umanità, energie, dedizione, costituiscono il patrimonio più prezioso che è nostro compito valorizzare e riconoscere quale contributo sostanziale al successo dell’impresa e dunque allo sviluppo del Paese stesso”.

LUCA BECCARI (SEGRETARIO AGLI ESTERI)

Il Segretario per gli Affari Esteri, Luca Beccari, ha ricordato come l’importante incontro annuale di ANIS – che ha pubblicamente ringraziato “per il costante supporto fornito, affermandosi quale convinta sostenitrice del percorso intrapreso dalla Repubblica di San Marino” – si collochi a poche settimane dalla conclusione del negoziato per l’Accordo di Associazione con l’Unione europea. Dopo aver ripercorso le tappe del negoziato, il Segretario Beccari ha delineato le importanti intese raggiunte su temi quali, ad esempio, le quattro libertà fondamentali del mercato europeo, i trasporti, le opportunità per le imprese sammarinesi e i servizi bancari e finanziari, per i quali è stato concordato un protocollo aggiuntivo e una procedura di phase-in. Richiamato anche l’adozione del sistema di quote già utilizzato dal Liechtenstein relativamente alla libera circolazione delle persone, ma soprattutto che “il mercato europeo è il principale partner commerciale e destinazione dell’export delle aziende sammarinesi e conseguentemente, in questo specifico settore, si rende fondamentale poter garantire alle imprese nazionali di poter competere con le realtà europee a parità di condizioni, in un terreno di gioco comune, secondo un principio di equivalenza”. “L’Accordo rappresenta il regalo più importante che, come Paese, si sta lasciando alle nuove generazioni sammarinesi si sta infatti fornendo ai nostri giovani una prospettiva completamente differente per formarsi, studiare, fare esperienza all’estero e rientrare a San Marino con le competenze che servono alle imprese, alla pubblica amministrazione e più in generale al Paese”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento