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San Marino si propone quale sede per l’Arbitrato Commerciale Internazionale

da Redazione

San Marino si propone come sede decreto in tema di Arbitrato Commerciale Internazionale ed adotta un decreto che ha come obiettivo quello di adeguare il quadro normativo in vigore nella Repubblica di San Marino ai più moderni standard internazionali. L’obiettivo è quello di far sì che, nell’ambito di contratti commerciali, le parti possano individuare la Repubblica di San Marino quale sede di possibili futuri arbitrati al di là della nazionalità delle parti stesse e del luogo di esecuzione del contratto medesimo. Proprio nell’ottica di garantire una percezione di modernità della nuova legge in tema di arbitrato internazionale, il Decreto è ispirato dalla “Legge Modello UNCITRAL sull’arbitrato commerciale internazionale” redatta dalla Commissione delle Nazioni Unite per il Diritto del Commercio Internazionale nel 1985 e poi emendata nel 2006, circostanza che garantisce l’allineamento della normativa in esso contenuta con alcune tra le più avanzate leggi in materia di arbitrato adottate in diverse aree del mondo. Ai sensi dell’art. 10 sarà possibile ricorrere all’arbitrato internazionale nella Repubblica di San Marino per qualsiasi controversia, a condizione che essa coinvolga un valore economico (fatta eccezione per la materia fiduciaria e del trust) e non riguardi diritti indisponibili delle parti.  Il Decreto adottato ieri, 48 articoli in totale, prelude all’istituzione della camera arbitrale e ha come obiettivo quello di garantire alla Repubblica di San Marino una nuova opportunità di sviluppo in ambito economico. Un risultato, la stesura e l’approvazione del Decreto, per cui la Segreteria di Stato per l’Industria, l’Artigianato e il Commercio, ha profuso particolare impegno. Una volta costituito, il tribunale arbitrale potrà, su istanza di parte, concedere provvedimenti cautelari che siano succintamente motivati in fatto e in diritto e l’autorità giudiziaria della Repubblica di San Marino è tenuta, nei limiti della propria competenza, a riconoscere le misure arbitrali emesse da tribunali con sede nella Repubblica, così come da tribunali con sede all’estero (se la misura dovrà avere esecuzione nella Repubblica) e da corti straniere in supporto di arbitrati internazionali.

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