Home Dal giornale Petrocelli: “Gli iscritti sono parte integrante dell’Ateneo”

Petrocelli: “Gli iscritti sono parte integrante dell’Ateneo”

da Alessandro Carli

Dietro la conferma del Rettore Corrado Petrocelli – conferma arrivata all’unanimità da parte dell’Aula – i numeri: quando ha accettato l’incarico, nel 2014, l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino contava circa 200 studenti (compresi i frequentanti dei Master), oggi invece il totale ha superato le 1.100 unità e si arriva a oltre 2.000 con i corsisti dei vari master, corsi di alta formazione, specializzazione, etc. “Tutti i risultati sono merito di una collettività che ha lavorato con grande impegno, dal personale tecnico-amministrativo agli stessi docenti che, nel tempo, sono cresciuti con l’Università, senza dimenticare gli studenti che oggi hanno una rappresentanza anche in Senato e Consiglio dell’Università (CDU). Siamo una comunità universitaria in cui gli iscritti non sono ‘consumatori’ ma una componente integrante” esordisce il Rettore Corrado Petrocelli, al quarto mandato sul Monte Titano.

Che Università ha incontrano dieci anni fa?

“Gli iscritti erano pochi e alcuni corsi languivano, soprattutto come forma di organizzazione e di requisiti che venivano richiesti a livello internazionale agli Atenei. Ero pienamente consapevole che sarebbe stato necessario un processo lungo, faticoso e impegnativo: sono partito dalle basi e dai servizi per gli studenti. In dieci anni gli iscritti all’Università di San Marino sono più che quintuplicati, sono stati avviati nuovi percorsi formativi sia triennali che magistrali – ne ricordo uno, tra i nuovi, ‘Comunicazione e Digital Media’, organizzato in collaborazione con Alma Mater Studiorum – Università di Bologna che offre una formazione professionalizzante sulla comunicazione contemporanea applicata ai media digitali e alle reti – e sono stati consolidati quelli già esistenti, ad esempio Design che anche quest’anno ha fatto il pieno di iscritti, 110. Non voglio poi dimenticare Ingegneria Gestionale e Ingegneria Antisismica per la Sostenibilità Ambientale, due proposte molto gradite dagli studenti. Quest’anno abbiamo uno studente anche dalla Sardegna, l’unica regione che mancava: adesso ci sono tutte”.

L’Università è studio ma non solo.

“In questi due lustri è stata rafforzata l’attività didattica e quella dedicata alla ricerca. Pochi mesi fa abbiamo presentato, assieme all’ISS, i risultati di un progetto sulla diagnosi precoce del morbo di Alzheimer che abbiamo finanziato sin dall’inizio. A coordinare l’iniziativa Francesco Tamagnini, direttore della ricerca neuroscientifica del Centro di Studi Biomedici dell’Ateneo sammarinese, parallelamente impegnato come docente e ricercatore all’University of Reading, nel Regno Unito, in collaborazione con un team dell’ISS guidato dalla Dottoressa Guttmann”.

L’impressione è che, rispetto a 10 o 15 anni, oggi l’Università di San Marino sia maggiormente integrata con il territorio.

“Quando sono arrivato in Repubblica la percentuale di studenti sammarinesi era circa l’1%, oggi è del 10%: una crescita che misura e conferma l’attenzione alle esigenze formative del territorio. Si è creato un sistema virtuoso che fa incontrare l’Università e le aziende del territorio: il matching avviene attraverso stage e tirocini. Tra gli obiettivi che mi ero proposto, anche quello di unire lo sviluppo del Paese alla qualificazione professionale, nell’accezione più ampia del termine, attraverso percorsi di formazione mirati e qualificati – oggi le competenze sono necessarie – e un’integrazione con l’estero: siamo entrati, dopo una serie di verifiche approfondite, in tutti i principali organismi internazionali ed europei grazie all’allineamento agli standard richiesti”.

Con uno sguardo attento anche alla trasparenza.

“Sul sito dell’Università sono stati raccolti i verbali del Senato Accademico e del Consiglio dell’Università dal 2014 al 2023 con tutti gli allegati, quindi tutte le delibere, i provvedimenti, in questo modo tutte le persone possono constatare le attività che vengono svolte e le decisioni prese”.

L’Università di San Marino si è dimostrata attenta anche durante il Covid.

“La pandemia ha avuto ripercussioni anche sul nostro Ateneo. Oggi, a fronte di un finanziamento statale inferiore ai 4 milioni di euro, l’Università fattura circa 8 milioni: l’Ateneo è in salute. Non possiamo comunque dimenticare gli anni della pandemia. Il primo anno, il 2020, tutto il personale si è autotassato del 10% per andare incontro alle difficoltà degli studenti: in questo modo siamo riusciti a ‘tagliare’ i costi dell’ultima rata universitaria di oltre il 40%. Nel 2021 abbiamo destinato parte dei fondi per ricaricare le SMaC Card di circa 700 studenti con 150 euro a testa. Il Covid non ha intaccato gli avanzi perché abbiamo sospeso gli investimenti”.  

Un Ateneo su “misura” degli studenti.

“Tra i servizi che offriamo voglio ricordare la mensa – si può pranzare con 3,90 euro – e il Servizio di Ascolto e Consulenza Psicologica, istituito, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane e in particolare con l’Osservatorio Permanente sulla Condizione Giovanile e a disposizione anche del personale docente qualora, nell’ambito dell’attività didattica, desideri un confronto per richieste di aiuto ricevute o abbia ravvisato situazioni di disagio. Una ‘fragilità’, quella delle difficoltà legate all’apprendimento ma non solo, che ho condiviso recentemente anche con Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della ricerca dell’Italia: per alcuni studenti vivere fuori casa può provocare una forma di smarrimento”.

La stretta attualità ci porta all’Accordo di Associazione con l’Unione Europea.

“L’Accordo avrà ricadute positive, l’Università potrà gestire la propria posizione come membro e interlocutore. Università che già da tempo dialoga con il mondo: testimonianze ne sono la partecipazione a ‘Erasmus+’ e i lavori del Centro di Ricerca per le Relazioni Internazionali: a dicembre il direttore Michele Chiaruzzi ha presentato l’indagine scientifica ‘L’Europa e noi – l’opinione pubblica sammarinese verso l’Unione Europea’. Il nostro Ateneo ospita con una certa frequenza studenti provenienti dall’estero”.

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