Home Dal giornale “La sostenibilità è la sfida. Il fotovoltaico è un inizio”

“La sostenibilità è la sfida. Il fotovoltaico è un inizio”

da Daniele Bartolucci

“Gli impianti fotovoltaici stanno diventando sempre più uno strumento utile a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che le imprese e, in generale i Paesi, hanno deciso di raggiungere. Per questo”, spiega Manuel Gasperoni di Enerlight Srl, “iniziano a valutare questi investimenti non solo in funzione della riduzione di consumo di energia a pagamento, ma anche come leva di ottimizzazione dei propri processi interni, visto che questi si stanno sempre più spostando verso l’elettrico”.

C’è dunque un nuovo interesse su questa tecnologia?

“L’esperienza degli ultimi anni, con i prezzi degli energetici arrivati a livelli record, ha spinto molti a dotarsi di impianti di autoproduzione. Dopo le abitazioni civili, il cui trend è sempre stato positivo, anche le aziende hanno scelto di investire nel fotovoltaico, con l’obiettivo principale di ridurre i propri costi di approvvigionamento, ma non solo”.

Quali altri obiettivi hanno le imprese?

“In qualunque ambito si operi oggi, pur non essendo ancora un obbligo di legge, la sostenibilità è diventata sicuramente un fattore commerciale. Sempre più aziende, infatti, pretendono prodotti e forniture che abbiano queste caratteristiche, per cui diventa fondamentale impostare i propri processi in questa nuova ottica. Non si tratta più solamente di un risparmio economico, che comunque può risultare consistente, bensì di un’attenzione anche come si consuma l’energia prodotta da fonti rinnovabili”.

In questo senso, come va gestito l’investimento nel fotovoltaico?

“Il primo passo è l’analisi dei propri consumi e del reale fabbisogno dell’azienda e dei suoi processi. Non sempre sono la stessa cosa e spesso ci sono sprechi che andrebbero azzerati e procedure che potrebbero essere migliorate”.

Ci può fare un esempio?

“Il relamping, ovvero la sostituzione dei propri impianti di illuminazione in funzione di tecnologie a basso consumo come i led, può subito dare risultati evidenti sulla riduzione dei costi, ma il massimo dell’efficienza si ottiene andando a verificare quando effettivamente queste luci devono essere accese. Non è raro, infatti, che si illuminino a giorno anche aree fornite di finestre e vetrate, o che si tengano accese luci anche quando in determinati locali non sono presenti operai o impiegati. Oggi con dei semplici timer o impianti di domotica, questi sprechi sono ampiamente evitabili”.

Il concetto è estendibile a tutti i processi?

“La sfida è proprio questa: modificare l’utilizzo dell’energia ottimizzandone i consumi in funzione del reale fabbisogno. La possibilità di autoprodurre energia con un impianto fotovoltaico, infatti, non avrebbe valore se non si attivasse un ragionamento virtuoso sull’utilizzo di queste risorse”.

Come possono muoversi le aziende, quindi?

“Premesso che il fotovoltaico produce energia solo di giorno, ottimizzare i consumi significa anche utilizzare il più possibile energia durante tali fasce orarie, evitando di consumarne altra attingendola dalla rete quando l’impianto non produce nulla. Un esempio è tutta l’attività di ricarica batterie presenti nelle aziende: se i piccoli utensili e i device mobili hanno un peso relativamente basso, sicuramente i muletti o le auto elettriche impattano in maniera evidente sui consumi. Mettere in ricarica tali mezzi sfruttando l’autoproduzione è un passo in quella direzione”.

Tutto parte, però, dai numeri: della produzione e del consumo.

“Esattamente. Sui nostri impianti applichiamo già da diverso tempo le applicazioni digitali che permettono il controllo da remoto di tutti questi dati: l’azienda è così in grado di verificare in qualsiasi momento quanto produce l’impianto fotovoltaico, quanto consumano le sue luci, i suoi computer, i suoi mezzi e i suoi macchinari, ma anche quanta energia eventualmente viene attinta dalla rete, se i consumi sono superiori all’autoproduzione. In tal caso, oltre a tutte le verifiche su sprechi e ottimizzazione, si può intervenire per aumentare la potenza dell’impianto fotovoltaico”.

E nel caso in cui l’autoproduzione sia maggiore dei consumi?

“Può succedere, ma come detto occorre verificare che ciò non avvenga solo perché si consuma molto anche di notte. Fatta questa premessa, avere una percentuale di energia non utilizzata non significa che debba essere per forza immessa in rete o che occorra investire in impianti di accumulo. Quell’energia può essere infatti utilizzata per diversi scopi, sia già presenti in azienda, sia per dotazioni che possono essere installate. Molte aziende scelgono di attivare ad esempio le colonnine di ricarica per le auto elettriche nei propri parcheggi, tante altre valutano invece l’acquisto di nuovi macchinari elettrici, cosa che non avrebbero fatto prima proprio per il maggiore costo dell’energia. Ogni impresa è diversa, ma tutte, dalle più piccole alle più grandi, possono fare un ragionamento di questo tipo e ottenere contemporaneamente benefici a livello aziendale e a livello globale”.

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