Con una comunicazione ufficiale a clienti e fornitori, la Cooperativa Agricola Latte Sammarinese – che ha in convenzione con lo Stato la gestione della storica Centrale del Latte – ha comunicato la cessazione dell’attività, a partire da sabato 21 ottobre 2023. Una chiusura che era nell’aria, in verità, dopo la querelle con il Governo dei mesi scorsi e, soprattutto, dopo l’evidenza dei numeri negativi che si stavano concretizzando nei bilanci. Una storia già scritta? Forse sì e forse no. Perché la Centrale del latte, nazionalizzata nel 1970 e poi trasformata in azienda autonoma di Stato, per poi essere venduta nel 2014 ai produttori sammarinesi, poteva avere tutta un’altra storia. Già nel 2008, infatti, il Governo aveva previsto di privatizzarla (tanto è vero che ci fu una richiesta di manifestazioni di interesse) e da allora, per diversi anni, una cordata di industriali sammarinesi – gli unici che ufficialmente presentarono la manifestazione richiesta – accettò la sfida di salvare quella storica realtà locale, che era già in gravi difficoltà e necessitava di investimenti sostanziosi per la messa in sicurezza dello stabilimento e la necessaria messa a norma, con la sostituzione totale di impianti e impiantistica. Più che un investimento profittevole, un salvataggio di un bene della comunità sammarinese, che non si completò per ragioni più politiche che economiche.
Al di là delle motivazioni della Cooperativa, a distanza di una decina d’anni, quella che era forse una sconfitta solo per gli imprenditori che ci hanno provato a salvarla (ma non gli è stato permesso), rischia di diventare una sconfitta per tutto il Paese.