Home Dal giornale IAM, il “recupero” dei materiali dei sistemi fotovoltaici

IAM, il “recupero” dei materiali dei sistemi fotovoltaici

da Mirkare Manzi

Spesso e volentieri ci chiedono se i rifiuti derivati dai sistemi fotovoltaici sono o non sono recuperabili. La mia risposta è sì: al 98%. Dai pannelli per esempio, soprattutto quelli di ultima generazione, si possono recuperare senza problemi i materiali preziosi che li compongono ma anche l’intero impianto, quindi il rame, il cablaggio, la parte elettronica, i trasformatori e i condensatori ma anche le batterie, il gel o il piombogel. A grandi linee quindi, giusto per non dire “al 100%” perché qualcosa viene comunque scartato (alcune plastiche, più o meno il 2%), tutti i rifiuti sono recuperabili. Un pannello difatti è fatto da diversi materiali, quasi sempre non pericolosi: al loro interno si trovano anche l’alluminio, il vetro e i polimeri. 

In maniera spannometrica e semplificata possiamo dire, riprendendo i numeri pubblicati da https://economiacircolare.com/ che da un pannello fotovoltaico comune, di circa 22 kg di peso, è possibile recuperare mediamente 0,1 kg di schede elettriche, 0,2 kg di metalli vari, 1,7 kg di plastiche, 2,8 kg di silicio, 2,9 kg di alluminio, e 13,8 kg di vetro. È chiaro quindi che al suo interno si celano materiali che possono essere “salvati” e immessi nuovamente nel mercato.

La stessa cosa – nel senso del riutilizzo e non del peso dei materiali – vale anche per altri sistemi di energia verde come le pale eoliche (quindi alluminio, carbone e motori elettrici) e i cogeneratori. Cogeneratori che sono al centro del recente Decreto Delegato numero 135 del 2023 che, tra i diversi aspetti, tratta anche quello delle caratteristiche degli impianti di cogenerazione per la qualifica CAR (cogenerazione ad alto rendimento) che sintetizzo velocemente: capacità di generazione non superiore a 6 MWe, riferita complessivamente a tutte le unità di cogenerazione dell’impianto, realizzate in corrispondenza di un’utenza di consumo; utilizzo di una sola delle seguenti tecnologie: motore a combustione interna; turbine (micro turbine o turbine a gas con recupero di calore); risparmio di energia primaria almeno pari al 10% per le unità di cogenerazione con capacità di generazione pari o superiore a 1 MWe; risparmio di energia primaria maggiore di zero per le unità di piccola cogenerazione con capacità di generazione inferiore a 1 MWe e di micro generazione con capacità di generazione inferiore a 50 kWe. Gli impianti di cogenerazione ad alto rendimento di calore ed energia in ambito industriale, alimentati esclusivamente a gas naturale di rete non beneficiano dei sostegni economici stabiliti nelle disposizioni per la promozione e incentivazione energetica.

Tornando alla gestione dei rifiuti dagli impianti di energia pulita, come IAM diamo supporto al recupero dei materiali “finiti” e alla loro valorizzazione: quasi sempre non hanno costi di gestione per chi li consegna (o per chi ci chiede di venirli a ritirare). Perché, come si può leggere nel report “End of life management: solar photovoltaic panels” le nuove industrie che riciclano i vecchi pannelli fotovoltaici “possono guidare la creazione di valore economico e costituire un elemento importante nella transizione del mondo verso un futuro energetico sostenibile”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento