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Editoriale. Il sogno: debito e fiducia

da Daniele Bartolucci

L’imminente emissione di nuovi Titoli di Stato per 50 milioni, prevista già da mesi e rimandata grazie ad una liquidità che sembra sia tornata su livelli positivi, rappresenta una nuova sfida per San Marino e anche per il Governo. Quest’ultimo è infatti chiamato a trasformarlo in “debito buono”, per dirla alla Draghi, destinando e vincolando le risorse che raccoglierà ad un reale piano di sviluppo, con investimenti mirati (e speriamo condivisibili) in infrastrutture e strutture che possano aiutare il Paese ad ammodernarsi. Ci vogliono soldi per fare le cose, lo sanno tutti. Ma è anche giusto che tutti sappiano cosa si vuole fare con questi soldi presi a prestito. Perché essendo destinati al mercato interno, sono soldi chiesti in prestito ai sammarinesi. Perché, altrimenti, dovrebbero rispondere alla chiamata? Non certo per i tassi di interesse concessi, che sono abbastanza bassi rispetto a quelli richiesti dai mercati esteri. La parola magica è sempre quella: fiducia. La sfida è tutta qui: i sammarinesi avranno la necessaria fiducia nel loro Stato e nei progetti che sono sul piatto, tanto da “rischiare” i propri risparmi in questa operazione?
La risposta non è facile e non ha senso fare previsioni, ma se il Governo vuole raggiungere l’obiettivo, questo è il momento di illustrare investimenti e progetti di sviluppo. Vanno in pratica definite le strategie   con cui non solo verranno ripagati questi 50 milioni e gli interessi, ma anche cosa rimarrà allo Stato dopo che saranno stati spesi.  Se sono investimenti reali, il sogno di trasformare il debito in fiducia sarà realizzato.
Oppure, il debito rischia di diventare un incubo.

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