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Il Governo mette nero su bianco il piano di riforme

da Daniele Bartolucci

IVA, pensioni, spending review, mercato del lavoro, nuovo PRG e rilancio del settore bancario sono i protagonisti, insieme a tanti altri progetti attesi da anni, nel Programma Economico per il 2022 che il Governo ha depositato in questi giorni e a cui, politicamente e tecnicamente, dovrà corrispondere la prossima Legge di Bilancio perché tali iniziative trovino concretezza. “Il documento”, si legge nell’incipit, “racchiude al proprio interno i principali progetti di sviluppo riguardanti le singole Segreterie di Stato per accrescere la competitività del sistema economico o più in generale per un ammodernamento dell’attuale assetto amministrativo sammarinese”. “Le sfide ereditate dalle gestioni politiche precedenti, aggravate dai devastanti effetti pandemici”, si legge nel documento, “impongono al Governo di intervenire con urgenza nei prossimi mesi sulle riforme strutturali necessarie al settore finanziario, al controllo della spesa pubblica, alla ricerca dell’equità fiscale, all’equilibrio del fondo pensioni, alla riorganizzazione del mercato del lavoro e alla modernizzazione della pubblica amministrazione. Tali obiettivi, una volta raggiunti tramite un percorso ambizioso di ammodernamento della Repubblica di San Marino, rimuoveranno i principali ostacoli che hanno bloccato lo sviluppo del Paese negli ultimi decenni e prevederanno un impatto economico positivo sul Bilancio dello Stato. Non dobbiamo pero nascondere che gli interventi straordinari a cui dovranno fare fronte i bilanci dello Stato dei prossimi esercizi finanziari, con particolare riferimento al sostegno finanziario per contenere le crisi bancarie, impongono alla politica e al Paese di adoperarsi celermente per incrementare le Entrate, anche con progetti straordinari che permettano l’implementazione graduale delle riforme”.

IVA: ENTRO PRIMAVERA IL TESTO DI LEGGE

Premesso che “l’Esecutivo riconferma anche per il 2022 il precedente programma delle riforme fiscali da realizzare nel breve/medio periodo”, sia per le imposte dirette che per quelle indirette, l’obiettivo principale era e resta l’introduzione dell’IVA a San Marino. In tal senso, “Il nuovo sistema di fatturazione elettronica (il cui avvio è scattato il 1 ottobre scorso, ndr) rappresenta uno strumento propedeutico e funzionale all’introduzioni dell’IVA e all’incremento del gettito delle imposte indirette”, ricorda il Governo nel documento programmatico. A tal proposito “l’Esecutivo ha da tempo avviato l’introduttiva fase di ricognizione necessaria alla presentazione di un apposito progetto normativo. La volontà rimane quella di impostare un sistema strutturale e un impianto normativo semplice, che tenga conto delle dimensioni delle nostre attività economiche, caratterizzate principalmente da imprese di piccola e media dimensione, ipotizzando anche un idoneo regime dei minimi. Il progetto normativo dell’introduzione dell’IVA avrà necessariamente una fase di confronto con le parti sociali ed economiche oltre che i necessari passaggi politici e istituzionali. Gli obiettivi della riforma sono quelli di garantire una uniformità impositiva con gli altri Paesi che faciliti l’ingresso di investitori esteri in particolare con i paesi dell’Ue, di essere in sinergia con il processo di Associazione all’Ue da parte della Repubblica di San Marino, nonché di creare un ampliamento della base imponibile, considerato che l’attuale sistema non prevede l’applicazione dell’imposta monofase sui servizi”. Ma quanto tempo servirà? “La tempistica del Governo sulla riforma IVA”, si legge, “prevede di avviare il confronto preliminare sulle linee portanti ed indicative del progetto entro la fine dell’anno 2021, con presentazione del progetto di legge in prima lettura in Consiglio Grande e Generale nei primi mesi del 2022. Il ritardo rispetto alla tempistica riferita nel precedente documento di Programma Economico”, spiegano poi dal Governo, “è dovuto alla maggiore complessità e conseguenti ritardi del progetto fatturazione elettronica e alle ricadute negative sull’attività dell’amministrazione pubblica a seguito del perdurare dell’emergenza pandemica anche nel corrente anno”.

RIFORMARE INCENTIVI E DETRAZIONI

Per quanto riguarda invece le imposte dirette, si conferma la volontà di “revisionare le disposizioni in materia di imposte dirette con particolare riguardo a: passività deducibili; detrazioni fiscali; valutazione delle aliquote; iter procedurale dei controlli”, ma anche di “revisionare gli incentivi fiscali per gli operatori economici attuando una razionalizzazione e migliore organicita, un raccordo e una semplificazione applicativa degli incentivi, previa valutazione dell’impatto e rilevanza sul gettito”. In questo caso la tempistica è breve, tanto che “si prevede di effettuare gli interventi normativi sulle imposte dirette entro il mese di dicembre 2021”.

PENSIONI: RIFORMA “GRADUALE”, ICEE SUBITO

Premesso che “il 2020 e 2021 ha visto la Segreteria Interni impegnata in una serie di approfondimenti al fine di rendere attuativo lo strumento ICEE, previsto dal Decreto Delegato 20 maggio 2019 n.80 ma inapplicato”, anche a causa della reperibilità dei dati, “nel 2022 quindi si prevede di effettuare il passaggio successivo ovvero la messa in opera dello strumento ICEE e la sua definitiva applicabilità”. Uno strumento essenziale all’equità e al monitoraggio delle agevolazioni, ma anche della fiscalità in generale. E probabilmente anche funzionale alla previdenza. Un tema che si innesta quindi nella riforma complessiva delle pensioni, ormai improcrastinabile. “Nell’anno 2020, l’ammontare dei contributi previdenziali registra una flessione pari a circa il 7% (ad aliquote invariate), evidenziando l’estrema criticità dello squilibrio fra entrate ed uscite previdenziali che, nella fase attuale viene ulteriormente aggravato dalla crisi economica post pandemia da Covid-19”. Ancora una volta, quindi, viene ribadita “l’esigenza di addivenire ad una riforma sostanziale dell’ambito previdenziale al fine di perseguire l’equilibrio finanziario nel medio/lungo termine”. Detto ciò, “il sistema previdenziale nel suo complesso necessita di essere riformato nel minor tempo possibile al fine di garantire un sistema sostenibile anche se lo Stato deve prevedere di intervenire nel breve periodo – 2022 incluso – al fine di ottemperare alle obbligazioni previdenziali incombenti. Infatti, la riforma previdenziale deve necessariamente, da un lato, incidere sul livello contributivo in maniera graduale al fine di non penalizzare il tessuto produttivo sammarinese, dall’altro, garantire la sostenibilità pensionistica delle future generazioni attraverso interventi specifici”. Sui tempi, però, il Governo non si sbilancia.

IL NUOVO PRG: SVILUPPO E STRATEGIA

“Il nuovo strumento di Pianificazione Territoriale (PRG) sarà un mezzo per superare la crisi con nuovi progetti di sviluppo nei diversi livelli di programmazione economica e contribuirà a innestare un importante processo di crescita, che già da ora potrebbe mettere in campo una serie di azioni per la qualificazione del patrimonio edilizio esistente e la rigenerazione urbana”. Sarà insomma “la nuova carta d’identità del futuro dell’intero territorio del Paese, non si limiterà soltanto a regolare il presente ma anticiperà in modo intenzionale il futuro, coinvolgendo gli interessi, le aspettative, i bisogni della cittadinanza verso una visione condivisa di sviluppo urbano con un orizzonte temporale di 10 – 15 anni”. Il tutto “basato principalmente su quattro invarianti principali: sviluppo urbano sostenibile, messa in sicurezza del territorio, aumento della qualità urbana e valorizzazione del patrimonio storico”. Anche in questo caso, però, la tempistica non è delineata. Ma c’è un elemento di novità, comunque, riguardante la viabilità: “Il progetto strategico che rappresenterà l’ossatura portante viabilistica dell’intero territorio e rappresentato dalla messa in sicurezza e riqualificazione della Superstrada, cui si affianca la realizzazione di una ciclovia, in accordo con il Comune di Rimini. Attraverso tale accordo potrà essere possibile la partecipazione ad un bando internazionale, nell’ambito dell’Eusair (EU Strategy for the Adriatic and Ionian Region)”.

Attinente al PRG, riguardante l’edilizia, è invece l’impegno a rendere finalmente operativo l’Osservatorio del Mercato Immobiliare Sammarinese (OMIS), istituito con la Legge 5 dicembre 2011 n.188 (Riforma della struttura e del modello organizzativo dell’Amministrazione Pubblica) e integrato anche dalla Legge 23 gennaio 2015 n. 2 (Riforma del Catasto: riforma degli estimi e nuove modalità di conservazione e aggiornamento del Catasto Terreni e Fabbricati), “che ad oggi è presente solamente a livello normativo”.

LAVORO: TESTO UNICO E RIORGANIZZAZIONI

L’obiettivo del Governo era e resta una riforma complessiva della normativa del Lavoro, con un progetto suddiviso in due fasi parallele: da una parte la riforma complessiva della normativa del lavoro e la definizione di un Testo Unico, che “necessiterà di tempistiche e confronti adeguati e quindi, presumibilmente, si concluderà entro la fine del primo semestre del 2024 (il primo passo del progetto sarà l’avvio di uno studio comparato del mercato del lavoro di vari Paesi europei in collaborazione con l’Università di San Marino che dovrebbe concludersi entro al fine del primo semestre del 2022). Dall’altra, ci sono invece gli interventi urgenti, “estrapolati dal progetto complessivo e da definire entro il 2022”. Tra questi “il miglioramento dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, tramite la ristrutturazione dell’Ufficio del Lavoro, riunificando tutte le funzioni legate al lavoro in un unico ufficio, con il potenziamento e la maggiore qualificazione del servizio di selezione del personale; una migliore profilazione dei candidati, tramite le nuove liste di collocamento in fase di definizione; una migliore analisi della domanda di lavoro, valutando una eventuale modifica delle modalità della ricerca di personale; una migliore definizione dei fabbisogni formativi volta alla creazione di percorsi formativi più in linea con le esigenze del mercato del lavoro; la riforma degli ammortizzatori sociali, con l’obiettivo di collegarli a indicatori di ricchezza e stimolando e premiando le attività di ricerca proattive del lavoro; interventi relativi alla responsabilità sociale d’impresa e interventi a favore invalidi, disabili, disagi sociali e a tutela delle famiglie, al fine di migliorare la conciliazione famiglia-lavoro”.

In parallelo, nel 2022-2024, si dovranno concretizzare anche la riforma del Centro di Formazione Professionale e l’aggiornamento di alcuni aspetti della Convenzione socio sanitaria con l’Italia al fine di aggiornare la definizione di lavoratore frontaliero sulla base delle modifiche del mondo del lavoro e la revisione degli aspetti relativi all’indennità della disoccupazione dei lavoratori frontalieri.

UN PIANO CON REGIONI, PROVINCE E COMUNI

Tutto questo, però, non si può fare né da soli, né isolati. Questo è un altro passaggio fondamentale, perché oltre ai rapporti bilaterali con l’Italia (riaperti in pompa magna pochi mesi fa con le visite ufficiali a Roma) e la trattativa per l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, il Governo vuole “definire con le autorità locali un Piano Strategico, inteso come un programma di azioni da realizzare, con una nuova visione in cui gli attori locali si possono riconoscere in un luogo dedicato allo scambio di informazioni e alla condivisione di proposte e di progettualità di forte impatto interterritoriale e intersettoriale”. “Per affrontare le future sfide”, si legge nel documento, “dobbiamo pensare a nuove politiche di sviluppo e nuove forme di relazione anche con gli organismi che operano a livello locale nel vicino territorio italiano, come la Regione Emilia Romagna e quella delle Marche, le provincie e i comuni limitrofi. Un Piano Strategico condiviso con le realtà confinanti deve essere per l’Esecutivo lo strumento per favorire una più efficace progettazione integrata di interventi di interesse comune ai due territori contigui per temi importanti come le nuove infrastrutture, i trasporti, il turismo e la cultura, la transizione ecologica e lo sviluppo economico”.

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