Home Dal giornale La trebbiatura nel campo di grano “Palesio” di Gessica Lanzi e Marco Raschi

La trebbiatura nel campo di grano “Palesio” di Gessica Lanzi e Marco Raschi

da Alessandro Carli

“Io restai a lungo supino, con gli occhi aperti, il viso e le braccia coperti di paglia. (…) Risuonò il fischio d’un motore e uomini e donne cominciarono a passare e darsi da fare vicino all’aia. Cominciava un nuovo giorno di trebbiatura”. L’incanto del taglio del grano, così familiare a Pablo Neruda, è un momento che Gessica Lanzi e Marco Raschi conoscono sin da quando sono nati e che li ha fatti incontrare – e innamorare – sui banchi delle scuole superiori. E quel momento, quei profumi di terra e sole, oggi sono ancora presenti nella loro vita.

Nella seconda estate di pandemia, resa ancora più difficile dal grido di allarme lanciato dalla Cooperativa Apicoltori Sammarinesi (“I mesi primaverili sono stati caratterizzati da gelate tardive e da vento costante, e sommato alla mancanza di piogge ha quasi azzerato la produzione di miele. I fiori sono privi di nettare e le api non sono riuscite a raccogliere la scorta per la propria sopravvivenza”), il sorriso arriva da Gessica e Marco. “La trebbiatura 2021 non è andata male: abbiamo avuto una buona produzione – raccontano assieme – anche grazie alle rotazioni colturali, il nostro grano, infatti, segue cinque anni di medicaio, di erba medica che, tra i vantaggi che offre, c’è anche quello di ridurre il numero di infestanti, migliorare la qualità del terreno e aumentare le sostanze nutritive”.

“Siamo partiti il 17 giugno con l’orzo – aggiunge Gessica -, mentre ci siamo dedicati al grano una settimana più tardi, il 25. Nel nostro campo, che copre una superficie di poco meno di due ettari e che si trova in zona Falciano, abbiamo seminato il Palesio, un grano tenero rosso che ha una grande resa produttiva e un alto tenore proteico”. Resa interessante, prosegue Marco Raschi, significa “circa 110 quintali. La maggior parte è stata conferita al Consorzio Terra di San Marino: per noi ne abbiamo tenuta una piccola quantità, quella per il fabbisogno familiare”. Fabbisogno familiare che, spiega Gessica, vuol dire “il pane e la piada ma anche la pasta sfoglia”.

Nel campo a Falciano il sole inizia a scendere dietro alle Tre Torri. “La trebbiatura va sempre fatta nei momenti più caldi della giornata così il grano è asciutto e l’eventuale rugiada notturna è già evaporata” spiega Gessica, non prima di aver ricordato gli anni trascorsi all’Istituto Tecnico Agrario di Cesena. Anni che “sono serviti a me e a Marco per avere una ‘base’ di conoscenza da cui partire per fare questo mestiere che ci appassiona ancora oggi”.

Le balle di fieno riempiono lo spazio giallo, appiattito, terrigno e arido. La terra ha profonde cicatrici dovute alla mancanza di precipitazioni. Gessica e Marco, abbronzati e sorridenti, guardano le spighe rimaste qua e là.

“L’alternanza è fondamentale: erba medica, grano, orzo, favino, orzo e poi ancora medicaio”.

Sembra di ascoltare qualche frammento, qualche eco di cultura biologica. “Sì, il prossimo anno, probabilmente” promettono.   

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento