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Consiglio Grande e Generale, seduta della mattina del 13 luglio

da Redazione

Il Consiglio Grande e Generale nel secondo giorno di lavoro riparte dal comma 3, relativo alle dimissioni del consigliere Alberto Giordano Spagni Reffi (Rete) da membro della commissione consiliare d’Inchiesta sul Cis e dalla sua sostituzione con il consigliere Emanuele Santi (Rete).

La mattinata si concentra poi sulla presentazione in prima lettura e sui relativi dibattiti di due progetti di legge: 1) il Progetto di legge “Tutela della salute sessuale e riproduttiva della popolazione sammarinese”, presentato dal gruppo consiliare Movimento Civico Rete; 2)il  Progetto di legge “Revisione della Legge 4 dicembre 2015 n.178, cosi come modificata dal Decreto-Legge 9 marzo 2016 n.29 – Legge a sostegno dei Giovani Imprenditori”, presentato dai consiglieri di maggioranza Giulianelli, Scarano, Mina, Bugli, Zonzini, Rossi, Simoncini.

            Sul primo Pdl l’aula si divide in chi, sia all’opposizione sia in maggioranza lo giudica intempestivo, per via dell’avvio dell’iter referendario sull’interruzione do gravidanza. Da parte dei consiglieri di Rete viene invece evidenziata la portata del provvedimento che non riguarda solo l’aborto ma soprattutto la tutela della salute sessuale e riproduttiva a 360° dei cittadini, quindi temi come l’attenzione alla sessualità di disabili, l’istituzione di consultori, la prevenzione per problemi legati all’infertilità maschile, la definizione di linee guida per la cura dell’endometriosi, l’introduzione di reati quali la violenza ostetrica.  “Sono fermamente convinto vadano divisi due piani- sottolinea il consigliere Paolo Rondelli di Rete- quello dell’istituto referendario che si dovrà esprimere su un quesito specifico e l’intento di questo Pdl che analizza al 90-95% altre tematiche”. Per Rf e Libera la presentazione del Pdl è un “voler mettere la bandierina”: rigetta l’accusa Gian Matteo Zeppa. “Sentire parlare di bandierine mi fa sorridere- manda a dire- si vuole ghettizzare l’iniziativa a una forzatura, ma non lo è. Alcune cose bisogna normarle e devono essere affrontate dalla politica. Noi siamo il parlamento”.

Sul secondo Pdl, proposto da alcuni tra i consiglieri più giovani del Pdcs, di Npr e di Rete, si apre una discussione interna alla maggioranza con gli alleati di Dml e il Segretario di Stato per l’Industria Fabio Righi.  Il progetto di legge “ha per oggetto la revisione della legge a sostegno di giovani imprenditori del 2015- spiega Giulianelli, Pdcs- Tuttavia abbiamo riscontrato, attraverso conoscenze e approfondimenti compiuti, delle difficoltà applicative e anche delle inefficienze sotto il profilo amministrativo. Con lo scopo di sostenere e incentivare l’avvio di progetti da parte dei giovani imprenditori abbiamo cercato di snellire il quadro normativo di riferimento. L’intervento va a compattare tutte le norme rivolte a dare incentivi a nuove attività”.

Il Segretario di Stato sottolinea come il tema oggetto del provvedimento sia già “oggetto di revisione in corso da parte della Segreteria, al lavoro su tutte quelle che sono norme societarie, imprenditoriali, su benefici che riguardano tutti gli operatori e imprenditori, non solo i giovani, e tutti coloro che hanno interesse a fare attività economica sul territorio”.

Non solo: “Non posso però non segnalare alcuni aspetti che rendono il testo come proposto assolutamente peggiorativo rispetto al precedente- manda a dire il Sds Righi- non certo più performante o fruibile”. Tra le condizioni peggiorative: “Il testo del 2015 è rivolto a un’età 18-40 anni, 45 per le imprenditrici, qui viene riportato al range 18-35, il prestito d’onore è soppresso, gli incentivi fiscali Igr per 6 anni sono portati a solo 3 anni- e di solito le nuove attività prima di tre anni hanno un utile- il tetto massimo del credito agevolato a 100 mila euro del vecchio testo per imprese e servizi commerciali e 200 mila euro per le imprese produzione, è ridotto a soli 100 mila euro per tutte le attività” . E ancora, Righi segnala anche aspetti tecnici e formali da correggere. Infine, pollice verso sulla norma che porta il capitale sociale a un euro “un punto che mi lascia perplesso- manda a dire Sds Righi- si rimane senza garanzia”.  Per i proponenti, Lorenzo Bugli, Pdcs, rigetta l’idea di una mancanza di confronto: “Ampiamente c’è stato all’interno maggioranza dagli inizi  di gennaio-febbraio, con incontri, mail e convocazioni per cercare di lavorare a un testo più elaborato e condivisibile possibile- puntualizza- si cerca di dare risposte unitarie, non di mettere bandierine  ma evidentemente l’intento non è stato accettato, in particolare da un partito di maggioranza e da una Segreteria”.

Rispetto ai punti sottolineati dal Segretario Righi, Bugli concorda nel dover valutarli insieme: “Lo spirito deve essere collaborativo- insiste- per non sprecare una opportunità che non possiamo sprecare, né possiamo perdere del tempo, servono risposte veloci ai giovani”.

Mirko Dolcini, Dml, spiega la mancata firma al testo da parte dei consiglieri del suo gruppo: “Serviva più approfondimento- motiva- forse non è stata data neanche fiducia alla Segreteria che è al lavoro sulla riforma tributaria”. E ancora: “Ci sono punti di vista diversi e domanderei la ratio di certi cambiamenti ai proponenti- prosegue- come la riduzione dell’età prevista per gli incentivi, l’eliminazione del prestito d’onore, la riduzione dell’esenzione Igr. Se si vuole cercare reale condivisione c’è tutto il tempo”.

La seduta si interrompe e proseguirà nel pomeriggio con la presentazione di altri progetti di legge in prima lettura.

Di seguito un estratto degli interventi della mattina al comma 9.

 Comma n. 9 Progetto di legge “Tutela della salute sessuale e riproduttiva della popolazione sammarinese”  (prima lettura)

Paolo Rondelli, Rete, dà lettura della relazione:“Il progetto di legge “Tutela della salute sessuale e riproduttiva della popolazione sammarinese'” nasce dall’esigenza di far sì che lo Stato acquisisca maggiore consapevolezza rispetto ai diritti legati alla salute sessuale e riproduttiva e si organizzi al suo interno per garantirne il rispetto, assumendosi un vero e proprio impegno a tutto tondo nei confronti della popolazione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il concetto generale di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti riunisce sotto di sé vari aspetti che interessano tutte le persone e rappresentano quattro settori distinti, ovvero salute sessuale, diritti sessuali, salute riproduttiva e diritti riproduttivi, e si basa sui diritti di tutti gli individui di veder rispettate la propria integrità fisica, la propria privacy e la propria autonomia personale, di veder pienamente rispettati il loro orientamento sessuale e identità di genere; di decidere se, con chi e quando essere sessualmente attivi, di fare esperienze sessuali sicure, di decidere se, quando e chi sposare, e se, quando e con quali mezzi avere uno o più figli e quanti averne, di accedere nel corso della loro vita alle informazioni, alle risorse, ai servizi e al sostegno necessari per conseguire tutti i suddetti obiettivi senza subire discriminazioni, coercizioni, sfruttamento o violenze. La Repubblica di San Marino non parte certo dall’anno zero. Nel tempo è stata in grado di compiere passaggi di fondamentale importanza, a partire dalla sottoscrizione di Convenzioni internazionali fino al contrasto alla violenza di genere nella normativa nazionale; 11stituto per la Sicurezza Sociale garantisce l’accesso alta contraccezione femminile gratuita già da molti anni ed è attento alla prevenzione di malattie specifiche delle donne (screening tumori collo dell’utero, della mammella, vaccinazione HPV); il Centro Salute Donna fornisce un supporto prezioso, in termini di prevenzione, informazione e cura, alle varie fasce d’età della popolazione femminile anche in stretta collaborazione con il servizio Ginecologia, il Servizio Minori, altri servizi ospedalieri e l’Authority Pari Opportunità; l’educazione all’affettività nelle scuole; un sistema sanitario pubblico che tutela la maternità, dall’organizzazione dei corsi pre-parto al puerperio, in maniera universale e gratuita. Senza dimenticare poi che dal 2019, a seguito di referendum, il divieto di discriminazione in base all’orientamento di genere è stato introdotto all’interno della Dichiarazione del Diritti dei Cittadini e dei Principi Fondamentali dell’Ordinamento Sammarinese. l’elenco non è certamente esaustivo del numerosi interventi che è importante ricordare perché sono frutto di battaglie e di indirizzi politici e sanitari assunti nel passato che non devono essere dati per scontati. AI tempo stesso la percezione è che lo Stato si muova, su questi temi, in maniera disorganica e se su alcuni fronti dimostra vivacità e cognizione di causa, su altri appare pericolosamente assente. Si pensi ad esempio all’impossibilità per le donne di accedere all’analgesia epidurale durante il parto; alla consulenza andrologica a partire dall’adolescenza e ai ragazzi che, una volta usciti dall’età pediatrica, non possono contare su un’assistenza programmata; al mancato riconoscimento di nuove patologie ginecologiche invalidanti, come l’endometriosi; alla salute sessuale delle persone disabili e alla relativa assistenza alle famiglie; alla necessità di riconoscere beni primari, e quindi agevolarne l’accesso, i prodotti contraccettivi (profilattici, spirali ecc) inclusa la contraccezione post coitale d’emergenza, gli assorbenti igienici, quelli per bambini e per l’incontinenza; realizzazione di un Consultorio pubblico a disposizione di tutta la popolazione per la consulenza psicologica, ginecologica e andrologica per tutte le fasce d’età, e per l’orientamento di genere. Sul tema dell’interruzione volontaria di gravidanza, lo Stato risulta pericolosamente invadente in quanto tuttora viene considerata reato all’interno della Repubblica. Questa volontà di repressione, ormai si può ben dire a ragion veduta, si traduce nei fatti in un disimpegno e in una latitanza da parte dello Stato che è ben consapevole del fatto che il divieto in territorio sammarinese non corrisponde e non ha mai corrisposto ad un mancato accesso alla pratica abortiva per le donne sammarinesi, che da sempre si rivolgono fuori confine. Il dibattito intavolato negli anni si è arenato spesso su posizioni ideologiche che nulla hanno a che vedere con i diritti della donna o del bambino e non si è concentrato sul punto che invece unisce le due visioni contrapposte perché chi è contrario all’interruzione di gravidanza e chi è invece è a favore ha uno stesso obiettivo : arrivare ad una Repubblica ad aborti zero. E’ innegabile che criminalizzare le donne non porta a questo risultato, inoltre la mancanza totale di monitoraggio sui motivi e le condizioni che spingono le donne ad abortire non consente allo Stato di ragionare sui dati e sulle cause ed effettuare, quindi, interventi mirati per prevenire aborti e assistere le donne che invece avrebbero potuto fare scelte diverse. A conti fatti, la criminalizzazione dell’aborto ottiene e sta ottenendo esattamente l’effetto opposto a quello che si prefigge. L’esperienza decennale degli Stati su leggi che tutelano il diritto di scelta invece sottolinea l’opportunità di una strada diversa da quella finora percorsa, una strada che rispetta l’autodeterminazione, la strada di uno Stato che si fa carico, in maniera responsabile, dell’importante obiettivo di prevenzione finora disatteso.

            In questo senso, il presente progetto di legge recepisce alcune delle indicazioni dei testi di legge di iniziativa popolare depositati nel 2018 e ancora in attesa del passaggio in Commissione, creando un quadro organico di intervento in cui il monitoraggio assume un ruolo fondamentale per l’elaborazione e l’aggiornamento di strategie e modelli operativi per la prevenzione e la promozione della salute sessuale e riproduttiva, anche nell’ambito del Piano Sanitario e Socio Sanitario, e per verificare “efficacia e l’efficienza delle procedure e dei servizi offerti ai pazienti. Vengono infine introdotti i reati di interruzione di gravidanza clandestina e di violenza ostetrica. L’intendimento del progetto di legge è quindi quello di potenziare “esistente, valorizzando le professionalità e prevedendo nuove, figure, e al tempo stesso far compiere alla Repubblica di San Marino un importante passo in avanti facendo sì che i servizi concernenti la salute sessuale e riproduttiva, e i relativi diritti, entrino a far parte di una vera e propria strategia di politica pubblica portata avanti dallo Stato e dall1stituto per la Sicurezza Sociale. Una strategia che abbandoni gli interventi estemporanei e a compartimenti stagni per costruire un sistema integrato, multisettoriale, capace di rispondere a 360 gradi alle necessità variegate e complesse della comunità”.

Filippo Tamagnini, Pdcs: “Si tratta di un pdl in prima lettura su un argomento molto particolare, intervengo per fare alcune osservazioni, una di natura istituzionale: ancorché tutto questo procedimento è assolutamente legittimo, la mia sensibilità istituzionale mi porta a dire che il Consiglio Grande e Generale è il punto di sintesi della volontà popolare, e quando chiunque -seguendo le norme- attiva procedure di referendum su questo argomento, si esprime direttamente la cittadinanza. Quindi con tutto ciò fino ad ora depositato- Rondelli citava un pdl di iniziativa popolare, diverse istanze di arengo- ora c’è un fatto nuovo, di è in attesa di sapere quando si celebrerà il referendum. Ora si attende la volontà popolare. Seconda osservazione di natura culturale: di fronte a questi temi così delicati, perché non si pensa di accogliere, rispettando i diritti di tutti e le esigenze di tutti, comprese quelle di donne in difficoltà? Perché intorno loro non possano sentire una comunità pronta a non giudicarle ma ad accoglierle, facendosi carico come comunità delle loro esigenze? Io e la mia famiglia siamo disponibili”.

Marica Montemaggi, Libera: Il pdl in sé presenta dei temi che per Libera sono condivisibili e sui contenuti nel merito non ci sono critiche, se non per il fatto che sono temi che troviamo anche in altre leggi e anche nel pdl di iniziativa popolare sul tema di interruzione di gravidanza. L’articolo sulla formazione dei medici mi sembra ridondante volerlo mettere in una legge. Ci sono aspetti già ripresi nell’altro Pdl: l’obiezione di coscienza, l’educazione all’affettività e alla sessualità, la possibilità di un consultorio… Sicuramente è positiva l’introduzione del reato di violenza ostetrica, ci può essere un aggiornamento del codice. Però voglio ribadire una cosa: i pdl non scadono, semplicemente non vengono portati in Aula. La volontà, quando si ha in capo una responsabilità politica, doveva essere di prendere almeno tre progetti di legge, tra i quali uno di iniziativa popolare, di mano forse democristiana, che poteva essere messo insieme all’altro e più che presentare un pdl si poteva fare qualche emendamento condiviso a quei progetti di legge e trovare anche delle sintesi e punti di incontro tra tutti i testi. E poi responsabilità politica avrebbe voluto che l’Aula si potesse esprimere a seconda della conformazione politica del momento. Presentare invece un pdl di questo tenore significa, dalla mia lettura, cercare di mettere le mani aventi e farlo in un momento intempestivo. Stiamo infatti attendendo la data del referendum. Ma significa anche molto di più: mettere una bandiera per cercare di riaccreditarsi o essere pronti quando il referendum sarà approvato. Poi magari questo pdl, come si vocifera, non arriverà mai in seconda lettura, ma intanto qualcuno può dire di averlo presentato. Non è questa la responsabilità politica che mi sarebbe piaciuta vedere in Aula”.

Emanuele Santi, Rete: “Quando si parla di questo tema che va a scuotere le coscienze è sempre difficile, noi con questo pdl non abbiamo inteso accaparrarci bandierine, abbiamo voluto mettere a disposizione dell’Aula un pdl che di fatto va in parte a recepire sì il quesito referendario, ma va a trattare tanti altri temi relativi alla salute sessuale della popolazione sammarinese, in tanti altri aspetti. Per esempio si prevede l’epidurale per le partorienti, l’emanazione di indirizzi sanitari per patologie invalidanti come l’endometriosi, interventi sulla sessualità per disabili, il potenziamento dei servizi sanitari  per ragazzi e adulti, l’istituzione di un consultorio, l’accesso con monofase agevolata per contraccettivi, consulti psicologici… oltre a tutto questo ci sono articoli che vanno a recepire il quesito. E’ chiaro che in questo momento c’è un referendum in atto,  in un anno e mezzo non c’è stata mai la volontà parlamentare di confrontarsi seriamente su questo tema e la soluzione migliore è che sia la cittadinanza ad esprimersi con un referendum sull’interruzione di gravidanza. Questo testo prevede tutta una serie di questioni delicate e coniuga le sensibilità presenti nel paese e cerca di disciplinarle in maniera il più possibile armoniosa. Daremo poi cura di quello che sarà la volontà popolare”.

Paolo Rondelli, Rete: “Alcune puntualizzazioni. Sono fermamente convinto vadano divisi due piani: quello dell’istituto referendario che si dovrà esprimere su un quesito specifico e l’intento di questo Pdl che analizza al 90-95% altre tematiche. La collega Montemaggi forse in tal senso ha fatto un po’ di confusione. C’è anche una sintesi sulla posizione del movimento Rete sulla questione dell’interruzione volontaria di gravidanza e sulla prevenzione dell’IVG clandestina che continua ad essere, nelle fasce povere, una delle piaghe sociali che colpiscono ancora la società nostra e non solo. Ma si affrontano altre tematiche e su quelle penso debba soprattutto concentrarsi l’attenzione di quest’Aula, temi non previsti in altri corpi legislativi dello Stato, quale il discorso della salute sessuale nei portatori di deficit, così come una istituzionalizzazione di un percorso di tutela andrologica di giovani e adolescenti che potrebbero poi incontrare patologie nella loro vocazione alla paternità. Sono aspetti importanti in una società che vede diminuire la natalità. Rigetto subito l’idea di voler mettere bandierine. Diversamente, io ho colto subito con favore la proposta di modifica fatta dal gruppo Libera sul pdl unioni civili, non ho visto volontà di mettere bandiere ma volontà di superare un problema. Invito con serenità a riflettere su questo intervento senza metterlo in contrapposizione con altri progetti giacenti”.

Andrea Zafferani, Rf: “Le questioni di merito sono state sviscerate, come tutte le norme anche questa ha la possibilità di essere migliorata e analizzata. Anche su questi temi, a mio parere, dovremmo cercare di avere un approccio attivo in Aula, non invece di lasciare le norme nei cassetti. E cercare di capire che maggioranze si creino, su temi trasversali. Io personalmente però  ci ho visto nettamente una bandierina in questo Pdl che è assolutamente intempestivo nel timing. Se era così necessario parlare proprio ora di questo Pdl, il promotore poteva chiedere la procedura d’urgenza. Invece si chiede l’iter ordinario, sapendo con ragionevolezza che questo testo non verrà discusso prima del referendum. Evidentemente c’è una bandierina da piantare, più ragionevole sarebbe stato attendere l’esito del referendum e poi muoversi per una legge fatta bene. Presentato così invece, questo Pdl rischia di non favorire il dialogo. Mi auguro dopo il Referendum l’Aula possa discutere in modo aperto e ampio su questi temi”.

Daniela Giannoni, Rete: “Visto le osservazione fatte sull’irresponsabilità politica e il non rispetto delle tempistiche consiliari su pdl di iniziativa popolare che attendono risposte da anni- e sono tra coloro che attendono perché lo ha presentato quel pdl- se vogliamo parlare di delusione della politica, parliamo allora degli anni del governo di Adesso.sm, quando il consigliere Montemaggi forse allora poteva far di più. Sono contenta che oggi sposi la causa e ci sia appoggio del referendum da parte di alcune forze politiche, vorrei vedere lo stesso appoggio a un pdl che non riguarda solo l’interruzione di gravidanza. Si parla di salute delle donne, ma anche dei ragazzi, del riconoscimento di malattie come l’endometriosi che non sono debilitanti nella vita quotidiana, ma danno problemi importanti su concepimento e gravidanza. Ci sono attenzioni su argomenti come l’assistenza sessuale ai disabili. Sono argomenti importanti ed è questo il senso della legge, non solo l’IVG su cui c’è un referendum e si aprirà il dibattito a livello nazionale da parte dei comitati promotori e contrari. Qui non si parla solo di IVG ci sono solo due articoli che ne parlano. C’è anche il riconoscimento del reato di violenza ostetrica, prevenzione e formazione su argomenti nuovi. Ci sarà occasione nella commissione di apportare miglioramenti al pdl che da gran parte dell’aula arriveranno. Non è questione di bandierina, per favore non sviliamo l’argomento”.

Maria Adele Selva, Pdcs: “La tutela della vita è centrale per la nostra società, non è una battaglia ideologica la difesa del diritto alla vita. Bisogna mettere in campo tutte le azioni per prevenire l’aborto, ma legalizzarlo non è la strada giusta. C’è un 70% di medici obbiettori in Italia, perché hanno coscienza di cos’è l’aborto, è spegnere un cuore che batte, la più grande violazione dei diritti umani. Le nostre leggi già prevedono che in caso di rischio di vita la madre possa interrompere la gravidanza. Sono necessarie politiche incisive per la famiglia, la sostanza è quella di generare figli, se no la società muore, i dati demografici parlano chiaro e la politica deve guardare alla famiglia come spina dorsale della società. Non ci si può autodeterminare a discapito di altri. Il mio intervento vuole solo far riflettere al di là di strumentalizzazioni, la vita va sempre difesa soprattutto se riguarda i più piccoli e indifesi”.

Adele Tonnini, Rete: “Questo pdl vuole essere un elemento di discussione su temi delicati come l’aborto, ma esplora l’intero ambito della sessualità della persona, affrontando problemi poco trattati ma che riteniamo degni di considerazione, affinché si possa aprire un dibattito costruttivo e pacato, alla luce anche di diverse istanze d’arengo presentate nel tempo e del fatto che oggi si farà un referendum. Ma al di là del quesito referendario, la politica può affrontare altri aspetti per creare un pdl normativo completo che affronti le problematiche emerse negli anni e le mancanze normative. Non è volontà di forzare sul nulla, si chiede all’aula di prendere in considerazione questo testo, per affrontare i problemi legati alla vita sessuale delle persone. Invito l’aula a riflettere in maniera più obiettiva possibile. Il titolo di questa legge è la salute sessuale delle persone e tratta non solo di aborto, si affronta il tema della salute sessuale dei disabili, dell’accesso agevolato a prodotti contraccettivi, dell’istituzione di un  consultorio pubblico, è un progetto che non riguarda solo le donne. Sull’IVG sarà celebrato un referendum e l’esito dovrà essere accettato qualunque esso sia. Il dibattito prima o poi dovrà essere affrontato e per questo abbiamo presentato un pdl per discuterne se no si continua a glissare sull’argomento. Non abbiamo voluto forzature, come chiedere l’iter accelerato proprio per questo. Attendiamo anche noi l’esito referendum, questo testo, se l’aula vorrà, sarà elemento di discussione e magari si possa fare un testo complessivo insieme agli altri già depositati”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Quando si parla di interruzione di gravidanza, il primo dato è che lì c’è un embrione, una vita umana, non si parla solo della donna. E’ l’elemento prioritario su tutto il resto. Poi nel pdl in discussione è interessante l’articolo 4 sulla sessualità dei disabili, ma come differenziamo il discorso quando vogliamo negare a un bambino disabile di nascere? In questo Pdl si estendono ancora di più i termini per l’IDV, in Italia è prevista entro i tre mesi, qui mi pare addirittura fino al possibile concepimento. L’obiezione di coscienza si può fare, ma quando c’è pericolo di vita non si può fare: è già così, è già prevista ed esclude già il reato di aborto della nostra legge, con l’articolo 42 del codice penale. L’Affidamento: l’articolo 6, già presente nell’articolo proposto nel pdl di iniziativa popolare, nella misura in cui c’è la scelta, da parte della madre, di portare avanti la gravidanza, c’è possibilità che ci siano persone disposte ad accoglierei l nascituro, è il dato sociale su cui puntare, accogliere quella vita nella nostra comunità”.

Sara Conti, Rf: “I promotori del Pdl avrebbero dovuto prevedere che un pdl con all’interno anche un articolo sull’IVG si sarebbe avuto in aula un dibattito concentrato solo su quell’articolo, accentuando ancora di più la spaccatura su queste tematiche. Evidentemente il motivo per cui è stato presentato questo pdl è estremamente politico, la mia impressione è che si vogliano mettere bandierine su certe tematiche, forse per ricompattare un movimento che sta subendo frizioni. E dispiace perché su queste tematiche ci dovrebbe essere ampia trasversalità. La parte sulla salute riproduttiva si poteva aggiungere al pdl di iniziativa popolare, invece di lasciarlo nel cassetto. Avete voluto invece proporre con pessimo tempismo questo pdl, inevitabile in aula non ci potessero essere consensi, se non altro per il metodo, non per il merito. Alcune parti potevano trovare adesione trasversale, ma messe così è evidente che non potranno trovare condivisione. Il vostro è un metodo anche irrispettoso per chi ha lavorato al referendum”.

Michela Pelliccioni, Dml: “Nel pdl ci sono proposte legate ad importanti investimenti, soprattutto in ambito sanitario. Ci sono stati precedenti in Aula, relativi a pdl parimenti importanti per obiettivi sociali, ne cito uno recente sulla tutela delle ragazze madri, che hanno incontrato da parte dell’aula e della maggioranza alcune critiche relative a un mancato confronto in termini di spesa. Vorrei queste valutazioni fossero fatte sempre e per ogni situazioni”.

Roberto Ciavatta, Sds per la Sanità: “Il momento della presentazione del Pdl è quello più corretto che potrebbe esserci, siamo di fronte a una imminente consultazione popolare, una volta accolta, in caso, richiederà una elaborazione da parte dell’Aula consiliare. L’Aula deve essere conseguente all’esito del referendum. Certo l’approvazione di questa legge potrebbe o avrebbe potuto evitare il passaggio referendario, non so se ci sono i tempi, ma include anche altre argomentazioni e non affrontare queste tematiche, che comunque esistono, non è un modo per risolverle, ma significa aumentare il manifestarsi di situazioni che si vogliono negare. La politica deve farsi carico di tutti i temi di interesse pubblico anche quando sono divisivi e delicati e radicati nell’etica e religione di ciascuno di noi.  Non si può ridurre il discorso al voler mettere una bandierina. Questo pdl è stato presentato da Rete ma ha visto una elaborazione sulla base di partenza di progetti già depositati. Può essere un termine di discussione  utile anche alla luce del dibattito che ci sarà per la campagna referendaria”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Non parlarne e limitarsi a dire che si vuole mettere bandierina su tematiche sociali lo ritengo politicamente miserevole, nei dibattiti fatti anche nella passata legislatura ci sono divisioni anche etiche e personali di cui bisogna tenerne conto. Siamo 60 consiglieri, tutti abbiamo dignità di avere opinioni diverse e bisogna anche avere rispetto di chi la pensa diversamente. Il pdl nasce cercando di dare definizione su tante dinamiche che ruotano intorno alla vita sessuale. E lo mettiamo a disposizione dell’Aula e della cittadinanza. Ci sono peculiarità che devono essere affrontate, non si può ancora aspettare e non portarle in aula. Ricordo le istanze sulla depenalizzazione dell’aborto come scompigliarono gli equilibri di maggioranza. Sentire parlare di bandierine mi fa sorridere, si vuole ghettizzare l’iniziativa a una forzatura, ma non lo è. Alcune cose bisogna normarle e devono essere affrontate dalla politica. Noi siamo il parlamento”.

Maria Luisa Berti, Npr: “In Aula ci sono sensibilità e approcci etici diversi, e quindi visioni diverse. Non ho mai nascosto di manifestare la mia posizione di una funzione legislativa più impegnata nel fare in modo che il legislatore si ponga sempre più a tutela della vita. Ma voglio affrontare questo dibattito spogliandomi di questa mia concezione, invitando a fare una riflessione: qualcuno ha parlato di forzature, non so se lo siano, ma quando c’è in piedi un referendum e si è scelto di lasciare alla cittadinanza la pronuncia su questi temi, il legislatore dovrebbe aspettare il responso e poi intervenire per recepire il suo orientamento. E se la cittadinanza respingesse il quesito? Questo Pdl non è una forzatura, ma sicuramente c’è stata una inopportunità nella tempistica di presentazione”.

Gaetano Troina, Dml: “Con la prima lettura del Pdl ho nuovamente l’occasione di intervenire su temi delicati e controversi, ritrovo nel pdl concetti su cui mi ero già soffermato nel comma comunicazioni della passata sessione consiliare sul referendum che avverrà in autunno. Oggi le mie perplessità rimangono. Condivido sia più corretto che si esprima la volontà popolare su questi temi prima di andarli a disciplinare con un pdl, sono perfettamente d’accordo con il consigliere Tamagnini. Sottolineo poi che su queste tematiche non trovo mai il riferimento della volontà dei padri come se non avessero alcun diritto. Si parla di prevenzione di gravidanze indesiderate: in alcune circostanze il tema va approfondito, non può essere un concetto generalizzabile. Si prevede garantita la contraccezione per minorenni, senza l’autorizzazione di genitori o tutori, si tratta di farmaci con effetti rilevanti sul corpo delle donne, siamo sicuri che un minore assuma una decisione di questa importanza in autonomia? Si prevede poi ‘terapia in caso di malformazione fetali ‘anche’ gravi’, ma i bambini disabili nonostante le difficoltà possono essere bambini felici, un bambino malato non merita di vivere? E quali sono le terapie cui si fa riferimento?”.

Guerrino Zanotti, Libera: “Si dice sempre che su certi temi bisogna tenere conto di tutte le sensibilità, ma la legge attuale, e considerare l’aborto un reato penale, non lo fa. Allora in questo momento tutte le sensibilità non sono di pari valore. Il pdl è un progetto importante che ritengo abbia un approccio olistico del problema e tenga in considerazione non solo l’epilogo finale di situazioni sociali e personali difficili e drammatiche. Quando si parla di promozione all’educazione sessuale, a fertilità, anche a disabili, un pdl che va verso l’inclusione di tutti i soggetti della società, va sostenuto. Anche tutta la parte relativa alla contraccezione, al consultorio pubblico… sono tutti interventi che una legge che vuole affrontare il tema centrale dell’interruzione di gravidanza deve contemplare. E sono passaggi che andrebbero sostenuti.  E’ un pdl all’avanguardia, anche se ridondante. Ma non possiamo non esimerci dal dire che è intempestivo, perché sono state avviate procedure per un referendum. Che senso ha allora oggi presentare un pdl? Lo ritengo irrispettoso per i cittadini che si sono impegnati a formulare proposte che l’aula non ha avuto coraggio di affrontare”.

Giovanni Maria Zonzini, Rete: “Il consigliere Zanotti e il suo gruppo dicevano che finora non si è arrivati a discutere progetti di legge, come nella precedente legislatura, ma allora Libera aveva oltre 20 consiglieri e le forze di stampo clericali erano minoritarie. In questa invece sono maggioritarie e questo cambia le cose. Voi siete stati frenati da Rf, ci sta, ma Rf aveva un peso minore al vostro. Noi invece abbiamo avuto coraggio comunque di portare in aula questo Pdl e respingo l’accusa che sia una forzatura, è un’azione legittima di un gruppo consiliare. E’ un atto legittimo. Il fatto che a breve ci sia un referendum non è motivo per non presentarlo, il contrario. Si tratta di anticipare il dibattito che ci sarà nel paese qui in Aula e una volta che il referendum sarà approvato avremo già un pdl per recepirlo. Non solo: si dice che siamo stati intempestivi, sì, ma non di un anno, di ben 40 anni. Ad oggi è previsto “l’aborto per motivi di onore”, noi abbiamo un codice penale che dice che l’aborto è un reato, un po’ meno grave se è per motivi di onore, perché il feto concepito al di fuori di un matrimonio ha meno valore: questo è previsto nel rispetto di tutte le sensibilità? Ci auguriamo di arricchire con questo pdl il dibattito pubblico in vista del referendum”.

Francesco Mussoni, Pdcs: “Una volta chiarito che questo pdl non inficia l’esercizio del referendum, politicamente è un pdl di iniziativa di una forza politica che accogliamo alla discussione istituzionale. Anche quegli articoli che per tempistica e contenuto riferito all’aborto e che sollevano dibattito più degli altri sono depotenziati nel dibattito politico. Andremo al referendum e non viene inficiato dal pdl che avrà comunque il suo iter su cui avremo modo di confrontarci anche con posizioni diverse in commissione. E il dibattito su questo pdl dovrà essere coordinato anche con gli altri progetti in attesa dell’esame di commissione”.  

Comma 10. Progetto di legge “Revisione della Legge 4 dicembre 2015 n.178, cosi come modificata dal Decreto-Legge 9 marzo 2016 n.29 – Legge a sostegno dei Giovani Imprenditori”, presentato dai Consiglieri S. Giulianelli, A. Scarano, A. Mina, L. Bugli, G.M. Zonzini, M. Rossi, G. Simoncini. (I lettura)

Stefano Giulianelli, Pdcs: “Questo Pdl ha per oggetto la revisione della legge a sostegno di giovani imprenditori del 2015. Tuttavia abbiamo riscontrato, attraverso conoscenze e approfondimenti compiuti, delle difficoltà applicative e anche delle inefficienze sotto il profilo amministrativo. Con lo scopo di sostenere e incentivare l’avvio di progetti da parte dei giovani imprenditori abbiamo cercato di snellire il quadro normativo di riferimento. L’intervento va a compattare tutte le norme rivolte a dare incentivi a nuove attività. Nell’ambito del nostro intervento di revisione abbiamo individuato dei nuovi incentivi sotto il profilo fiscale e abbiamo identificato una soluzione di riduzione del capitale sociale per quelle società che saranno costituite da giovani imprenditori sammarinesi. La legge è di pochi articoli, è un intervento pratico, una risposta immediata alle esigenze dei giovani imprenditori che con la crisi causata dal covid hanno risentito degli effetti della crisi. C’è l’intenzione di coinvolgere e le tutte le forze in Aula alla condivisione di questo testo che è aperto a modiche e integrazioni, non si tratta di una fuga in avanti ovvero di un intervento scoordinato rispetto le riforme del sistema previdenziale o tributaria…i giovani consiglieri di maggioranza hanno percepito l’esigenza di intervenire a favore dei loro coetanei in difficoltà che vogliono fare impresa a San Marino. Darei lettura della relazione al Pdl: Il tema degli incentivi all’imprenditoria giovanile risulta di fondamentale importanza al fine di sostenere e rilanciare l’economia della Repubblica di San Marino. Stando all’ultimo bollettino elaborato dall’Ufficio Statistica di San Marino, le imprese registrate a San Marino sono passate dalle 4.918 del 2018 alle 4.836 del 2020 con una flessione di 82 unità. Nel 2021 tuttavia il numero è tornato a crescere, benché tra mille difficoltà. La stessa Anis, l’associazione degli industriali sammarinesi, ha evidenziato nel suo ultimo report come le aziende del Titano abbiano resistito alla crisi economica legata a quella pandemica, pur registrando significative riduzioni dei flussi di cassa. Allo stesso modo occorre favorire la permanenza sul territorio sammarinese di tutte quelle professionalità che, dopo essersi formate all’estero, guardano alla vicina Italia o ad altri Paesi limitrofi come ai luoghi dove poter pienamente realizzare il loro potenziale. Una tendenza che occorre invertire, mettendo in campo tutte le soluzioni più idonee. Il seguente PDL di Revisione della LEGGE 4 DICEMBRE 2015 n.178, così come modificata dal DECRETO – LEGGE 9 marzo 2016 n.29, si è reso necessario allo scopo di rendere più performante e maggiormente fruibile la possibilità di accesso ai benefici e agli incentivi a favore dei giovani imprenditori. L’obiettivo dei proponenti è quello di valorizzare e supporta re ulteriormente lo sviluppo di progetti imprenditoriali ideati da giovani sammarinesi. Si ritiene che soprattutto in un contesto economico, sociale e culturale come quello attuale, debbano essere soprattutto le nuove generazioni la leva per il rilancio del nostro Paese. A tal fine, le principali modifiche apportate alla Legge 2015 n.178 sono le seguenti: – Al capo I, si è proceduto a ridefinire gli obiettivi della Legge nonché a identificare i soggetti beneficiari; – Al capo II, sono specificati i requisiti di accesso ai benefici, armonizzandoli maggiormente con quelli previsti dalle Direttive europee; inoltre i benefici vengono aggiornati al fine di massimizzarne l’efficacia; – Al capo III, vengono semplificate le procedure di accesso ai benefici, escludendo qualsiasi autorizzazione rilasciata dal Comitato valutato re ad eccezione per quanto concerne l’accesso al credito agevolato; Viene soppresso il capo inerente le nuove attività nei centri storici, al fine di equiparare ogni iniziativa imprenditoriale, a prescindere dall’ubicazione della sede sociale; L’intervento di revisione è stato ampiamente oggetto di approfondimento e confronto all’interno delle forze di maggioranza che si auspicano un accoglimento favorevole del presente progetto di revisione”.

San Marino News Agency

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