Home Dal giornale Dal “caso targhe” a quello delle multe non pagate in Riviera per almeno 3 mln

Dal “caso targhe” a quello delle multe non pagate in Riviera per almeno 3 mln

da Daniele Bartolucci

Mentre il “caso targhe” potrebbe finalmente trovare una soluzione negli incontri romani di questi giorni (serve infatti un intervento chiarificatore dopo il famoso “emendamento Alfieri” al Decreto Sicurezza che ha creato il problema, oltre due anni fa), arriva un’altra bella “gatta da pelare” dall’Italia, questa volta dalla vicina riviera romagnola, dove prima Riccione, poi Rimini, hanno messo in luce un caso che rischia di divampare prossimamente: le sanzioni elevate in Italia nei confronti di sammarinesi e residenti, ma mai pagate. Si parla di quasi 3 milioni di euro di verbali (1,2 milioni Riccione e 1,8 milioni Rimini), non cifre di poco conto insomma. Come noto, c’è un accordo sulla procedura di notifica, ma sembra che le amministrazioni locali abbiano tutta l’intenzione di procedere anche per altre vie, mettendo in campo agenzie di riscossione private e di andare direttamente dai “verbalizzati” a batter cassa. Di certo c’è un problema, ma non è univoco, come ha spiegato il Segretario di Stato al Lavoro, Teodoro Lonfernini, che ha affermato che “anche tanti italiani non ci pagano i verbali”. Insomma, “dobbiamo trovare un modo congiunto per la riscossione delle sanzioni. Sarebbe auspicabile trovare procedure congiunte che tengano conto della riscossione delle sanzioni fatte a sammarinesi in Italia, ed anche di quelle a italiani non pagate a San Marino”.

A sostenere la via diplomatica è anche l’UCS, che era intervenuto sulla questione anche a fine 2020, quando erano arrivati sul Titano “innumerevoli contravvenzioni inviate da diversi Comuni, elevate in Italia e recapitate a cittadini o residenti a San Marino. Al tempo, infatti, l’Unione Consumatori Sammarinesi, “si era subito interfacciata con diversi uffici e con la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri per fare chiarezza e per chiedere se fosse possibile ci fosse un’interazione fra Ministero italiano e Segreteria sammarinese omologa, al fine di sanare la situazione. Si sono subito attivati, subendo purtroppo uno stop forzato causato dal cambio di Governo italiano su questa dinamica, tant’è che nell’ultimo incontro con le associazioni Consumatori, tenutosi la settimana scorsa, il Segretario di Stato ci ha assicurato che questa problematica sarebbe stata oggetto di confronto all’interno degli incontri romani di questi giorni”. E ora? “Non disquisiamo assolutamente sul “dovere” di pagare una sanzione, se reale ed elevata correttamente, ma visti gli accordi bilaterali con la stessa Italia ad oggi vigenti, che sanciscono la notifica non diretta al consumatore, le procedure avviate dai Comuni non sembrerebbero rientrare nell’alveo degli accordi fra i due Stati. Capiamo la necessità dei Comuni di rientrare delle cifre che a bilancio probabilmente risultano negli attivi e che invece non hanno in cassa, ma a tutela dei consumatori riteniamo che un Comune non possa bai passare degli accordi Internazionali”. Per questo “auspichiamo che negli incontri che intercorreranno fra i nostri Membri di Governo e quelli Italiani, si trovi la quadra per sanare la situazione pregressa e per attuare protocolli bilaterali che non producano più tali distorsioni”.

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