SAN MARINO – Nel pomeriggio riparte l’esame dei 74 articoli del Pdl Bilancio previsionale 2021, dall’articolo 38 (Modifiche all’articolo 5 della Legge 27 Ottobre 2017 n.125) che introduce incentivi all’acquisto di biciclette elettriche.
Rf ritira il proprio emendamento per accordo con il governo che ritiene accoglibili alcune osservazioni presentate all’articolo. In particolare, Rf chiede di estendere gli incentivi ai detentori di Smac anche non residenti, per favorire acquisti in territorio, mentre nel corso del dibattito sull’articolo 38, Gian Carlo Venturini, Pdcs, propone di incentivare non solo l’acquisto di biciclette da esercenti sammarinesi, ma anche biciclette “made in San Marino”. Così, l’articolo approvato tiene conto di entrambe le osservazioni stabilendo che per l’esercizio 2021 “l’incentivo sia riconosciuto tramite accredito su Smac intestata a chi ha acquistato, di importo pari al 5% del prezzo vendita di bicicletta elettrica con pedalata assistita. Se la bicicletta è prodotta nella Repubblica di San Marino l’accredito sarà pari al 7 %” . Si prevede dunque che lo sconto sia accreditato direttamente su Smac da parte dell’esercente, a carico dello Stato. Con la nuova versione concordata dell’articolo, Rf ritira il proprio emendamento. Infine, il Segretario di Stato per il Territorio, Stefano Canti, sottolinea come gli incentivi vadano sì nella direzione di favorire la mobilità sostenibile sul Titano attraverso l’acquisto di mezzi sostenibili come le biciclette elettriche, ma di pari passo si provvederà anche a sviluppare la rete di piste ciclabili. “Proprio la scorsa settimana- rivela- ho partecipato a una video conferenza con il Comune di Rimini. Insieme, nelle prossime settimane, ci si incontrerà per la realizzazione di un progetto di pista ciclabile che unirà la costa a San Marino, attraverso il recupero del vecchio tracciato ferroviario, anche per noi sarà una grande opportunità”.
L’Aula passa ad esaminare il Capo V del Progetto di legge, relativo alle “Disposizioni sull’incremento dell’entrata e sul contenimento della spesa”. L’Articolo 42 “Disposizioni sulla San Marino Card”, proroga al 31 dicembre 2030 il Progetto Promozionale San Marino Card e la copertura delle spese: 550 mila euro per “Oneri di funzionamento San Marino Card” e 300 mila euro per “Acquisto beni strumentali San Marino Card”.
L’articolo 43 “Revisione dell’Imposta Generale sui Redditi e riorganizzazione degli incentivi” prevede che il termine per la revisione sia posticipato al 31 dicembre 2021 (rispetto alla scadenza prevista del 31 dicembre 2020). Libera presenta emendamento per impegnare il governo ad avviare un confronto con le parti sociali nel prime semestre del 2021, fissando la deadline del 30 giugno.
Il segretario per le Finanze, Marco Gatti, ritiene che l’emendamento sia da respingere, ribadendo che di fatto la volontà del governo di definire entro il 2021 l’aggiornamento della legge, ricomprende l’avvio di un confronto tra le parti.
Un altro emendamento di Libera, aggiuntivo dell’articolo 43 bis, apre una parentesi di dibattito sulla futura Riforma delle imposte indirette: Libera propone di impegnare il governo a presentare in Consiglio Grande e generale, entro il 30 settembre 2021, un progetto di legge sull’introduzione dell’Iva. Per il capogruppo Eva Guidi è importante arrivare a una soluzione che in primis “non aggravi livello prezzi in Repubblica, e secondo, porti a semplificare gli adempimenti burocratici per gli operatori”. Non solo: “Riteniamo che questo passaggio sia importante anche in ottica di associazione, e noi speriamo adesione, all’Europa- aggiunge Guidi- così aiuterà il comparto industriale ad essere competitivo e al passo con le realtà internazionali”.
Il Segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti, replica fissando le tappe necessarie per giungere alla Riforma delle imposte indirette: “Va programmata nell’ambito di un processo razionale di riforme con implementazioni successive, per non trovarci in mezzo la strada con un sacco di problemi alla macchina, perchè non abbiamo perfezionato i meccanismi per farla funzionare. 1) Il primo punto è la fatturazione elettronica, il governo è impegnato ad avviarla a San Marino entro il 1° marzo ed è basilare per il nuovo sistema di imposte indirette. 2) secondo punto è l’adeguamento dell’Igr per poter applicare le imposte indirette, la fase due riguarda questo adeguamento Igr e qui c’è un discorso di certificazione dei ricavi. Noi abbiamo ora sistema la certificazione monofase che applica l’imposta non sui consumi, ma sull’introduzione dei beni in Repubblica, quindi sull’imponibile del costo di acquisto. Con l’Iva cambia completamente la modalità di calcolo di imposta che va sul prezzo di vendita. C’è quindi un periodo transitorio abbastanza lungo di cui tenere conto, in cui lo Stato rischia di non incassare nulla, anzi è un dato di fatto. E’ una riforma che lo Stato potrà fare quando avrà una copertura finanziaria solida per poterla fare. I passaggi sono quindi la fatturazione elettronica, adeguamento Igr e poi la riforma delle imposte indirette. Poi sotto l’aspetto informatico: le aziende sono già strutturate per il passaggio all’Iva, per la Pa non è così, deve completamente riformare i processi informatici”.
Eva Guidi, Libera, replica: “Il segretario Gatti ha riassunto i passaggi necessari per arrivare a una riforma delle imposte indirette. Sarà necessaria una riorganizzazione complessiva degli apparati che gestiscono l’imposta e un nuovo apparato informatico per supportare operatori economici e ufficio tributario. Per noi è opportuno muoversi prima rispetto all’introduzione dell’Iva, solo dopo l’Igr. Già sarà un lungo lavoro, perché c’è necessità di fare un lungo passaggio che richiederà anni tra proiezioni e simulazione, per cui è importante portare l’articolato già dal prossimo autunno. Peccato che questo aspetto programmatico non venga considerato nella Legge di bilancio, si darebbe una direzione agli intenti della Repubblica. L’Emendamento di Libera viene respinto”.
L’Aula approva quindi l’articolo 44 bis “Deleghe pe l a disciplina della fatturazione elettronica e della temporanea movimentazione di beni nell’interscambio italo-sammarinese”. Sono quindi accolti due emendamenti tecnici presentati dall’opposizione, l’articolo aggiuntivo 44 bis di Libera, e l’articolo 44 Ter di Mis (Rossano Fabbri).
Si accende lo scontro in Aula con la presentazione dell’Art.45, in prima lettura “Regime fiscale agevolativo per nuovi residenti”. Con l’emendamento presentato dal governo il testo viene interamente modificato per introdurre la “Residenza atipica soggetta a regime fiscale agevolato”. L’opposizione- Rf, Libera, Mis- denuncia l’assenza di parametri per la concessione di questo nuovo tipo di residenza e la discrezionalità messa in capo all’esecutivo, chiamato ad esprimersi direttamente su un tetto massimo di 100 residenze l’anno. Alcuni consiglieri di Rete intervengono per invitare alla mediazione sul testo.
Guerrino Zanotti, Libera: L’articolo è stato stravolto in seconda lettura. In passato si voleva togliere la discrezionalità al congresso di Stato, oggi gli diamo la possibilità di decidere su 100 residenze che portano con sé un regime fiscale agevolato anche per i familiari congiunti. Ciò significa che se le richieste sono 100, potrebbero esserci quanto meno 200 nuovi residenti in un anno e nel corso degli anni, grazie ai figli, potranno diventare 400-500. Solo per spiegare che responsabilità si prende il governo con questo articolo, mentre tempo fa c’è stata una battaglia -che condivido- per togliere al congresso tutta una serie di prerogative di competenza dell’amministrazione pubblica o della Commissione Affari esteri. Oggi si riporta tutto in ambito del congresso, decisione che cozza con altre norme dell’ordinamento, come quella della richiesta di residenza da parte degli imprenditori. Consigliamo di ripensare bene questo articolo.
Massimo Andrea Ugolini, Sds Giustizia: Chiederei un po’ di coerenza a chi interviene, ricordo che l’articolo 16 bis sulla residenza elettiva nella precedente legislatura ha dato facoltà di approvazione al governo senza l’autorizzazione del Consiglio dei XII.
Giuseppe Maria Morganti, Libera: Siamo alla svendita della nostra sovranità. In passato si davano parametri certi, tanto che erano impraticabili quasi, infatti di residenze elettive ne sono arrivate poche. Qui non ci sono più parametri, al congresso si dà una delega in bianco per decidere. E’ un articolo da ritirare e invitiamo la maggioranza a svegliarsi e a riflettere con serietà.
Emanuele Santi, Rete: Chiederei di sospendere il dibattito, abbiamo bisogno di fare delle valutazioni. Questo articolo, agganciato all’articolo 16 sulle residenze elettive, effettivamente va ad ad aprire così indiscriminatamente… credo si possa trovare una riscrittura più chiara.
Michele Muratori, Libera: Apprezzo l’invito di Rete per discuterne, non solo a sospendere. Proporrei, visto che è difficile andare a mettere mani su un articolo dall’iter complesso, e che noi riteniamo particolarmente pericoloso, di ritirarlo e riaprire la discussione in un altro momento.
Alberto Giordano Spagni Reffi, Rete: Esiste la possibilità di raggiungere la mediazione, non vedo perché non approfittarne visto l’accoglimento delle osservazioni da parte della maggioranza.
Andrea Zafferani, Rf: Bene la presa di consapevolezza. Questa è una residenza, ma dopo 15 anni dà diritto a naturalizzazione, il congresso di Stato evoca a se la facoltà di dare residenze che possono maturare nel diritto alla richiesta di cittadinanza. Ed è un diritto a dare residenza senza parametri: basta avere redditi esteri. Questo è un elemento di gravità notevole. Siamo il paese che ancora non dà residenze a imprenditori, ma le diamo così, a chi viene e sta simpatico al congresso di Stato. Non c’è alcun obbligo di investimento in territorio, basta l’affitto. Viene inoltre vietato al residente atipico di lavorare, ad esempio negli enti partecipati dello Stato di diritto privato. Possono lavorare i frontalieri, perché un’esclusione così tassativa? Ulteriore discriminazione: il regime agevolato dura 15 anni. La residenza viene consolidata dopo 10 anni. Quindi dopo 10 anni la persona può avere contributi e sussidi come residente, può non doversi fare l’assicurazione sanitaria, ma può avere per 5 anni un regime diverso da altri residenti consolidati. Altro elemento di differenziazione tra residenti che ritengo non costituzionale. L’invito è a pensarci bene: ritirate l’articolo e ripresentatelo a gennaio con un Pdl, o rimandatelo a un decreto delegato, ma così com’è, è un articolo con problemi enormi. Si dà carta bianca al governo con carattere di incostituzionalità.
Sds Marco Gatti: Allora dovremo ritirare anche l’articolo sulla residenza elettiva perchè questo articolo è costruito punto per punto su quella impostazione, vuol dire che anche quell’articolo ha tanti problemi di incostituzionalità. Rispetto alle richieste giunte: sul problema legato all’assistenza sanitaria, siamo per mantenere il testo così come previsto, ovvero che occorre coprirsi con l’assicurazione privata. Per quanto riguarda al problema che condivido sulle unioni civili, sarebbe sbagliato intervenire su un articolo. In Commissione I è assegnata la legge che ha il compito di armonizzare le unioni civili rispetto all’ordinamento, e quindi anche rispetto questa legge. Potrebbe essere inserito in quella legge un articolo apposito per coprire tutte le casistiche in tutte le tipologie di residenze. Rispetto alla ‘grande contestazione’ sulla discrezionalità del congresso di Stato, proporrei di sostituire il congresso con la Commissione Affari esteri. Se siete d’accordo è una modifica che non abbiamo problemi ad accogliere.
Sara Conti, Rf: Le residenze elettive prevedevano dei requisiti, in questo articolo non c’è alcun parametro, è tutto lasciato alla completa discrezionalità del congresso. Chiunque potrebbe fare domanda, con le residenze elettive la differenza è palese. La proposta che facciamo noi, e che ribadiamo, è di ritirare l’articolo. Facciamolo bene e poi lo ripresentate a gennaio, perchè doverci mettere mano in fretta e furia? Anche molti consiglieri di maggioranza hanno riconosciuto la necessità di modificarlo.
Sds Gatti: Forse allora abbiamo sbagliato a copiare il testo delle residenze elettive… Riconfermo quanto detto prima, riteniamo che l’articolato vada bene, non è vero non ci sono parametri, il parametro è avere reddito e pagare imposte. Al posto del congresso di Stato inseriamo la Commissione Affari esteri.
Nicola Renzi, Rf: Noi abbiamo detto di ritirare l’articolo perchè mancano i parametri, poi se lo ripresentate a gennaio come Pdl con procedura d’urgenza se è fatto bene magari lo votiamo pure.
L’Aula non raggiunge l’accordo: l’opposizione insiste per il ritiro dell’articolo piuttosto che accogliere la proposta di modifica nel senso proposto da Segretario di Stato e maggioranza. Viene così approvato l’articolo 45 come originariamente emendato dal governo, gli emendamenti dell’opposizione presentati sull’articolo sono respinti. (Rf lo ritira).