Il Segretario di Stato Stefano Canti sull’attuale stato di fatto del servizio e le proposte per l’ottimizzazione dello stesso. Il report di San Marino News Agency.
SAN MARINO – A tenere banco durante la Commissione Consigliare Permanente Igiene e Sanità è il tema della raccolta rifiuti con il riferimento del Segretario di Stato Stefano Canti sull’attuale stato di fatto del servizio e le proposte per l’ottimizzazione dello stesso. Il Segretario parte elencando alcuni dati: a San Marino vengono prodotte “62mila tonnellate tra rifiuti urbani e speciali. I rifiuti urbani, gestiti e assimilati direttamente dall’AASS, ammontano a 13mila tonnellate”. Nel 2019 la raccolta differenziata ha raggiunto “una percentuale del 43 per cento” a fronte di un obiettivo minimo per il 2020 del 70%. Secondo Canti “il progetto della raccolta porta a porta è ormai tramontato”. Troppe le criticità evidenziate dal Segretario, a cominciare dall’aspetto economico: “Il maggior costo di raccolta, stimato in un aumento del 40 per cento e di 2 milioni di euro, non è più ammortizzato dalla vendita dei rifiuti raccolti”. Ecco allora che “occorre ripensare l’intero sistema” nell’ottica di “maggiore semplificazione e ottimizzazione”. Canti mette sul tavolo una bozza di proposta. “Attivazione del porta a porta per le aree industriali, porta a porta dell’organico su tutto il territorio e per tutte le utenze”, mentre la gestione delle altre tipologie di rifiuto potrebbe essere affidata ad “isole ecologiche intelligenti con cassonetti” e “con l’applicazione della tariffa puntuale”. A proposito dell’accordo sottoscritto con la Regione Emilia – Romagna, ricorda che “stiamo esportando i rifiuti in quantità superiori a quanto previsto dalle percentuali concordate”. Quindi alcune considerazioni sulla AASS. “Anziché attuare i progetti sugli impianti – fa notare il Segretario – l’azienda ha ritenuto di cambiare strategia, individuando un edificio privato in località Faetano”.
Spazio quindi agli interventi dei Commissari. “Bisognerà capire perché il porta a porta non ha funzionato e perché le spese sono aumentate e il servizio è diventato scadente” è l’appello di Gloria Arcangeloni (Rete). Sulla questione dell’umido, dice Vladimiro Selva (Libera), “dobbiamo riuscire ad approntare una gestione interna al territorio anche a fronte di maggiori costi. Dietro una gestione corretta dei rifiuti c’è una economia che può essere utile”. Selva si dice scettico in merito all’ipotesi di accantonamento del porta a porta. “Prima di tornare indietro su quello mi auguro ci possa essere una riflessione”. “Se avessimo portato fino in fondo” quel sistema, “oggi avremmo numeri da primi al mondo”. Maria Luisa Berti (Npr) punta il dito sul “problema del decoro: un centro storico in cui sono sparsi bidoni e vari rifiuti davanti ad esercizi commerciali e rifiuti non è un bel vedere”. Chiede anche di valutare attentamente la “possibilità di acquistare un immobile nella zona di Faetano”. “I pasticci creati in passato nella direzione dell’AASS non devono essere sottovalutati” osserva Oscar Mina (Pdcs). Ad esempio “abbiamo subito rilevato problemi nella formulazione di una gara di appalto che dopo 7 mesi non è stata ancora assegnato”. Marika Montemaggi (Libera) reputa “un passo indietro” l’abbandono del porta a porta. “Il sistema di isole ecologiche non deve essere una alternativa ma dev’essere a supporto di un sistema”. Chiede inoltre di “procedere con gli accordi insieme ai consorzi di filiera Conai”. In fase di replica, il Segretario di Stato Stefano Canti parla dei siti dell’ex azienda Beccari, in cui sono stoccati “diversi rifiuti” con “un ipotetico rischio ambientale”. “Liberare i siti ci costerebbe 1 milione e 500 mila euro. I costi – sottolinea il Segretario – potrebbero essere smaltiti attraverso l’affitto dei capannoni: all’interno si potrà gestire un impianto di selezione del rifiuto che al momento manca”.
Viene dunque proposto da parte della maggioranza un Ordine del giorno con cui si impegna il Congresso di Stato ad effettuare una analisi di costi/benefici mediante audit presso l’AASS in merito al sistema di raccolta porta a porta e inoltre di adottare delle soluzioni che possano permettere di raggiungere l’obiettivo minimo della raccolta differenziata del 70 per cento entro il 30 novembre. L’Odg viene approvato dall’Aula.
Di seguito una sintesi degli interventi.
Comma 3
Riferimenti del Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente Stefano Canti e del Segretario di Stato con delega ai rapporti con l’AASS Teodoro Lonfernini sulla relazione dello stato di fatto della gestione dei rifiuti urbani e proposte di indirizzo per l’ottimizzazione del sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti e successivo dibattito.
Segretario di Stato Stefano Canti: E’ una relazione che fa una fotografia sullo stato di gestione dei rifiuti e sullo stato dell’AASS. Tengo a precisare che il dibattito riguarda solo rifiuti urbani gestiti dall’AASS. Lo preciso perché quelli complessivamente prodotti sono 62mila tonnellate tra rifiuti urbani e speciali. Solo 13mila tonnellate sono i rifiuti urbani gestiti e assimilati direttamente dall’AASS. Si parla di questi ultimi quando ci si riferisce all’obiettivo di raggiungimento della percentuale di raccolta differenziata dal 70%. Il valore raggiunto nel 2019 è del 43%, non sufficiente. Doveroso dare seguito ai progetti e alle strutture impiantistiche. Un servizio deve essere efficiente impiegando le risorse minime indispensabile e dev’essere di qualità. A questo proposito risulta doveroso analizzare il tema economico che è diventato centrale in ogni ambito. Ripetuto più volte che il sistema di raccolta porta a porta serve ad aumentare sia la percentuale di rifiuti separati che la consapevolezza dei cittadini. Sappiamo bene che oggi la raccolta porta a porta non è abbastanza spinta per garantire massimo recupero. La plastica che raccogliamo è plastica mista. La raccolta porta a porta ha un costo economico e sociale troppo elevato. Il maggior costo di raccolta, stimato in un aumento del 40 per cento e di 2 milioni di euro, non è più ammortizzato dalla vendita dei rifiuti raccolti. Vi sono poi i rischi per gli operatori. Il progetto porta a porta è tramontato. Giusto e intelligente correggere il tiro alla luce delle nuove tecnologie. Molti territori hanno rivisto il sistema di raccolta. Possiamo contare su nuove generazione che hanno a cuore l’ambiente. Arriva l’esigenza di ripensare il sistema di raccolta. I cittadini chiedono di ripensare le isole ecologiche. Al fine di avere un servizio equo ed efficace, nell’ottica di semplificazione e ottimizzazione, si propone una ridefinizione del sistema in questo modo: attivando il porta a porta solo per aree industriali, porta a porta dell’organico su tutto il territorio presso tutte le utenze, isole ecologiche intelligenti con cassonetti computerizzati in tutto il territorio con l’applicazione della tariffa puntuale. Nessuno perderà il proprio posto di lavoro e vi saranno occasioni per nuove professionalità. Parallelamente devono essere realizzare le adeguate strutture impiantistiche. San Marino ha la possibilità di esportare rifiuti nella Regione Emilia – Romagna. Nell’accordo con la Regione abbiamo assunto l’impegno di raggiungere l’obiettivo del 70% entro il 2020. Si fa notare che l’accordo è stato ratificato in data 4 febbraio 2019, mentre la Repubblica a distanza di anni non ha ancora provveduto alla ratifica. Stiamo esportando i rifiuti in quantità superiori a quanto previsto dalle percentuali concordate. Proprio in ragione di ciò occorre definire una strategia definitiva che possa consentire il rispetto degli accordi sottoscritti. Progetti ed impianti. Ci sono progetti per l’adeguamento dell’impianto di San Giovanni e dell’impianto di compostaggio. Anziché attuare tali progetti, l’azienda ha ritenuto di cambiare strategia individuando un edificio privato in località Faetano. Il centro di San Giovanni è operativo da oltre vent’anni, ma nell’arco del tempo come in tutte le strutture vanno fatte le opportune manutenzioni. Dobbiamo trattare gli organici in territorio. L’AASS si deve dotare di attrezzature e mezzi di proprietà, valorizzando le competenze già presenti.
Gloria Arcangeloni (Rete): Un tema complesso mai affrontato nella maniera adeguata. La prima cosa da fare è capire le abitudini dei sammarinesi, avere dati disgregati da analizzare e impostare una nuova progettazione. Sappiamo che una buona parte dei nostri rifiuti deriva dal settore industriale e un’altra buona parte dall’organico. Ci sono ampi margini di miglioramento. Il progetto porta a porta ha bisogno di azioni mirate. Bisognerà poi capire perché il porta a porta non ha funzionato e perché le spese sono aumentate e il servizio è diventato scadente. Bisognerà agire sulle bollette che devono essere slegate dal consumo dell’elettricità andando ad attuare una tariffa puntuale. Bisognerà ragionarci insieme in maniera strutturata. Ci sono dei passaggi che non possono più essere rinviati. Dovremo pensare ad un nuovo sito per la raccolta dei rifiuti. Per fare tutto questo dobbiamo trovare e seguire una strategia lungimirante.
Vladimiro Selva (Libera): Come gruppo di Libera abbiamo impostato il nostro programma sulla volontà di perseguire gli obiettivi 2030. C’era la volontà di ricollocare la Repubblica di San Marino in un contesto green. Un Paese che possa brillare agli occhi del mondo per queste caratteristiche. Produzioni con energie rinnovabili. Agricoltura biologica al 100 per cento. Piano regolatore che definisse un’urbanistica nuova e corridoi ecologici e fasce di rispetto. Abbiamo le caratteristiche di un Comune e il valore del 43% ci porta a dire che quello che è stato fatto fino ad oggi non è sufficiente. Riuscire a gestire internamente i rifiuti senza portarli fuori ha diversi vantaggi. Il primo politico nei confronti delle Regioni a noi vicine. Il secondo è quello della responsabilizzazione del cittadino. Nella gestione interna possono esserci economie che ricadono sul tessuto economico sammarinese. Può voler dire imprese, formazione, posti di lavoro, etc. Sulla questione dell’umido siamo d’accordo si debba andare avanti con i progetti dell’AASS portati avanti negli ultimi anni. E’ un tema che dobbiamo riuscire a gestire in territorio anche a fronte di maggiori costi. Il tema dei rifiuti volutamente è sempre stato lasciato gestire da solo all’AASS. L’AASS tra 100 euro a tonnellata portata fuori e 130 euro a San Marino, ha sempre preferito portare fuori. Questo perché l’AASS non è tenuta a considerare le implicazioni politiche che una scelta del genere può avere. Immaginarsi una filiera della plastica tutta sammarinese non è pensabile se non con un accordo con la Regione Emilia – Romagna. Mentre sull’organico è facile, su altre situazioni è meno facile ma si può anche valutare. Dietro una gestione corretta dei rifiuti c’è una economia che può essere utile. Abbiamo spinto tantissimo perché si avviasse il porta a porta. L’esperienza che abbiamo vissuto non ha dato sufficiente risultati. Non facciamo solo un ragionamento di numeri. I costi vanno capiti. Quindi io credo che il progetto sia partito un po’ contro la volontà di chi operava. E’ stato fatto in parte, ma secondo me ha dato buoni risultati in termini numerici ma anche da un punto di vista dell’educazione. Prima di tornare indietro su quello mi auguro ci possa essere una riflessione: non si è arrivati in fondo. Se lo avessimo portato a termine, potremmo puntare ad avere dei numeri da primi al mondo. Dovremmo completare il porta a porta su tutto il territorio. Chi decide oggi di cambiare questa strategia si prende una bella responsabilità. Ai Castelli che oggi sono all’80% bisognerà dire di tornare al 60 per cento. Un governo che portasse San Marino ad aderire al Conai farebbe una cosa fondamentale.
Aida Maria Adele Selva (Pdcs): Se non rispettiamo gli accordi con l’Emilia – Romagna rischiamo di ritrovarci con quei rifiuti in casa. Questa secondo me è una priorità. La riduzione dei rifiuti potrebbe in parte risolvere i problemi. Quindi in questa fase è fondamentale cercare di raggiungere la percentuale di rifiuti che in territorio riusciamo a gestire. L’altra considerazione che vorrei fare e che mi riservo di fare in un altro momento è legata al porta a porta. Questa modalità dev’essere valutata attentamente con tutti i costi di gestione non solo economici ma anche ambientali.
Maria Luisa Berti (Npr): Sulla raccolta dei rifiuti e del porta a porta: faccio una analisi che forse è abbastanza personale, però sicuramente all’inizio c’è stata una difficoltà nella cittadinanza nell’adattarsi a questo nuovo regime di raccolta. Sicuramente tanto è condizionato dall’educazione, quindi penso sia importante fare in modo che nasca una consapevolezza in particolar modo nelle nuove generazioni. Lo spettacolo della raccolta differenziata non è assolutamente idoneo, non è un bel vedere: parlo del mancato decoro. Un centro storico in cui sono sparsi bidoni e vari rifiuti davanti ad esercizi commerciali e rifiuti. In certi contesti la raccolta differenziata porta a porta può trovare delle deroghe. Apprezzo lo studio e la possibilità di intervento diverso con isole ecologiche e modalità diverse di raccolta. Ho analizzato la relazione e mi sento di condividere gli obiettivi che vengono dati. In particolare ci tengo a fare una domanda. Si va a considerare la possibilità di acquistare un immobile nella zona di Faetano. Non so se sarà una decisione da prendere o da valutare. Facciamo molta attenzione all’indicazione dei costi. Non dobbiamo sempre fare valutazioni in termini di risparmio, ma la situazione attuale impone a tutti di valutare qualsiasi atto senza disdegnare il criterio dell’ottica del risparmio.
Oscar Mina (Pdcs): Mi soffermo sulla questione delle responsabilità. La gestione aziendale della raccolta ha prodotto dei pasticci. Abbiamo subito rilevato problemi nella formulazione di una gara di appalto che dopo 7 mesi non è stata ancora assegnato. Vi sono stati errori nei criteri di aggiudicazione delle gare sugli impianti. Noto anche che il consulente rileva solo criticità relativamente all’impianto di compostaggio. Credo che queste carenze siano dovute alla progettazione che l’azienda aveva intrapreso in un determinato periodo. La relazione del consulente rileva inoltre inesattezze evidenti che non rendono onore a chi doveva portare a termine questo lavoro. Siamo molto indietro negli accordi fatti con la Regione Emilia Romagna. Questo ci porta a fare delle riflessioni di responsabilità. I problemi non sono ancora risolti anzi sono stati implementati. Il problema della multi-raccolta. In tutto questo dobbiamo assolutamente rilevare questa mancanza. Mi sento di dire che qualcosa non ha funzionato. I pasticci creati in passato nella direzione dell’AASS non devono essere sottovalutati. Va ricondotto il tutto in un normale iter che sia assolutamente risolto. Un ente non può cambiare strategia in corso d’opera e prendere decisioni non supportate da decisioni politiche o di un Governo.
Guerrino Zanotti (Libera): Il tema dei rifiuti probabilmente non è così sentito dalla popolazione. Forse se ne sono accorti coloro che hanno avuto la possibilità di fare il porta a porta e hanno sviluppato una coscienza. Una coscienza ecosostenibile. Ci sono stati tentennamenti e ci sono stati ritardi. Sono consapevole che questo è accaduto. Mi piacerebbe che sulle proposte e le linee generali di condotta che il Governo ha intenzione di attivare e di impegnarsi ci sia la possibilità di poter ragionare e fare delle valutazioni che vadano oltre a quello che veramente è il mero aspetto economico. Perché comunque si parla di sostenibilità ambientale e miglioramento delle nostre condizioni ambientali.
Gaetano Troina (Domani Motus Liberi): Leggendo la relazione sull’immobile individuato a Faetano mi chiedo se l’immobile sia già predisposto per le attività o se siano necessari ulteriori costi di adeguamento. Mi chiedo inoltre se non vi siano immobili a un minor costo per lo Stato.
Giacomo Simoncini (Npr): Bisognerà trovare delle soluzioni che permettano di raggiungere le percentuali di accordo con l’Emilia – Romagna. Prima di tutto bisognerà partire dalla cittadinanza. Occorrerà ampliare attraverso l’educazione civica delle persone. Possiamo prendere molto spunto dai Paesi nordici dove il tema è molto presente nella popolazione. San Marino nel suo piccolo può diventare un esempio virtuoso anche all’esterno.
Marika Montemaggi (Libera): E’ stato insufficiente il lavoro svolto in questi ultimi anni, ma la relazione ci porta comunque a fare passi indietro abbastanza incomprensibili. Non ci sono dati economici che ci permettono di fare questo passo indietro. L’impostazione è quella delle isole ecologiche con porta a porta per l’umido. E’ un ritorno al passato che a mio modo di vedere non trovare giustificazione. Ragioniamo sui costi ma facciamo in un’ottica propositiva. La carta finisce ancora alla cartiera Ciacci? Quanto ci guadagna lo Stato? Qual è il margine per lo Stato? Lo stesso vale per l’indifferenziato. Approfondiamo questi ragionamenti. Facciamo questi accordi, siamo trasparenti, facciamo contratti di conferimento in modo che possiamo essere consapevoli delle valutazioni. Alternative ad un modello di porta a porta non ne vedo. Dobbiamo equilibrare le nostre esigenze, mantenendo quello che è il decoro urbano. Alcune situazioni sono inaccettabili. Ma anche la funzionalità per attività economiche e famiglie. Capisco e sono anche d’accordo sull’impiantare delle isole ecologiche. Queste devono essere l’eccezione e non la regola. Bisogna stare molto attenti nell’indicare molti siti e come metterli. Ci deve essere una gestione integrata. Dobbiamo procedere con gli accordi insieme ai consorzi di filiera Conai. Sugli spazi vorrei capire quali sono le priorità del Governo. Un ultimo spunto: ci sono progetti di ricerca in ambito di riciclo del rifiuto. Mi domandavo se in questo ambito si possono fare ulteriori ragionamenti.
Emanuele Santi (Rete): Quello che noi spendiamo nella gestione del rifiuto deve essere un investimento sulla salute. Dobbiamo avere l’obiettivo che il rifiuto che produciamo inquini il meno possibile. Dunque è necessario partire da dei dati. Anche perché dobbiamo cercare di limitare al massimo conferimento rispetto alle discariche che possono avere un costo a livello economico ed ambientale. Come Commissione dobbiamo fare una seria riflessione. Dobbiamo partire da una attenta analisi di quelli che sono i numeri. Sicuramente non dobbiamo vedere quello che eventualmente spendiamo come un costo ma come un investimento per migliorare la qualità della vita. Sul discorso dell’organico dovremmo favorire i siti per fare il compostaggio e incentivare chi se lo può permettere nel giardino. Con linee guida io credo si possa rendere virtuoso il sistema del riciclo del rifiuto garantendo un futuro più pulito. Credo ci sia la buona volontà per andare verso interventi migliorativi della capacità di gestione del rifiuto.
Segretario di Stato Stefano Canti (replica): C’ stato un riconoscimento unanime sul fatto che l’attuale porta a porta presenta dei problemi. Da questo punto di vista dobbiamo cercare di capire quali sono le problematiche e sviscerarle bene. Condivido quello che dice il Commissario Selva sul fatto che non dobbiamo farne unicamente una questione di costi. Partiamo dal principio che dobbiamo gestire internamente il rifiuto. Dall’altra parte dobbiamo dire che dobbiamo necessariamente raggiungere la percentuale del 70% magari anche con un costo aggiuntivo. Al di là delle problematicità riscontrate con la metodologia del porta a porta, va detto che essa è partita nei Castelli minori dove le criticità sono minori rispetto ad un Castello più grande. Tali criticità possono sicuramente aumentare. Quale potrebbe essere la proposta? Se dovessimo tornare verso una raccolta con isole ecologiche, dovremmo tornare già a una percentuale del 60%. Per la raccolta dell’organico potrebbe rimanere il sistema del porta a porta e lo aggiungerei anche alle aree industriali. Io credo che così si potrebbe raggiungere il 70 per cento. Un approfondimento ulteriori. Nell’ambito del tavolo sullo sviluppo sostenibile può essere preso in considerazione il tema della riduzione dei rifiuti a monte. E’ stato posto il tema della vendita dei raccolti indifferenziati. La Iam ha vinto la gara di appalto ed è lei che cura la vendita dei rifiuti. A proposito della gestione privata del rifiuto. Si è rilevato che la gestione privata ha prodotto purtroppo, e mi riferisco al caso della Beccari Srl, rifiuti accatastati da anni in tre siti diversi, c’è un ipotetico rischio ambientale in corso. Mi sono interessato alla questione fin dal momento del mio insediamento. Liberare i siti ci costerebbe 1 milione e 500 mila euro. I costi potrebbero essere smaltiti attraverso l’affitto dei capannoni: all’interno si potrà gestire un impianto di selezione del rifiuto che al momento manca. Il capannone di Faetano ha un costo eccessivo: 5 milioni e 800mila euro vanno valutati bene. Prima di dire, andiamo verso quella soluzione o un’altra andrebbe emesso un bando pubblico dove tutti possono avere le possibilità di partecipare. Dall’altra parte lo ritengo veramente inopportuno.
Vladimiro Selva (Libera) replica: Da una lettura abbastanza rapida dell’ordine ritengo ci siano alcune proposte che possiamo ritenere opportune. Mi concentro sulle cose che ci sembrano da chiarire meglio. Da un lato si valuta che c’è la necessità di intraprendere azioni mirate del porta a porta tramite una analisi di costi/benefici. Potrebbe essere utile prevedere una doppia soluzione lasciare il servizio com’è oggi e garantendo alcune postazioni per andare a conferire. Siamo d’accorso sul fatto che la tariffazione puntuale sia necessaria. Ma questa logica ci sembra molto in contrasto. Se ripartiamo con il cassonetto stradale torniamo indietro nei Castelli, ma anche gli altri non torneranno mai a quei numeri. Il porta a porta integrato – con alcune isole ecologiche e magari telecamere per la sorveglianza – può essere la soluzione giusta. Per il resto l’ordine del giorno è molto interessante perché introduce una serie di punti come gli accordi Conai che sono davvero molto qualificanti. Ci dispiacerebbe dunque non poter sostenere questo tipo di indirizzo.
Emanuele Santi (Rete): In questo ordine del giorno rispetto a quello che rilevava il commissario Selva, chiediamo di fare ordine sui dati. Il punto qual è? Capiamo qual è può essere la scelta migliore. Vado a dare lettura dell’ordine del giorno,
Marika Montemaggi (Libera): I dubbi rimangono. Mi sembra che ci siano degli elementi molto precisi. Rimango dell’idea che le isole ecologiche non devono essere installate su tutto il territorio ma in determinate zone: valutiamo quali. Questo sistema di isole ecologiche non deve essere una alternativa ma dev’essere a supporto di un sistema. Colleghi di maggioranza, vi chiedo di riflettere bene su questi aspetti: anche togliendo l’organico, rimarrebbe un sistema con installazione su tutto il territorio di isole ecologiche. Mettete bene i contorni perché così si può fare tutto.
Guerrino Zanotti (Libera): Facciamo una giusta e corretta valutazione dei costi e benefici. E’ un tema che ha risvolti di altro genere e molti di voi lo hanno sviscerato meglio. Se prendiamo un impegno come questo, di chiedere all’azienda uno sforzo di progettazione e valutazione entro il 30 giugno, non possiamo dare l’impegno al Governo di rivoluzionare la gestione dei rifiuti entro il 30 novembre. Vorrebbe dire che dovrà partire da qui a pochissimi giorni la fase di progettazione, l’acquisto dei cassonetti, etc. Sono investimenti importanti. Se noi cessiamo la raccolta differenziata di tutti gli altri materiali perché puntiamo solo sull’organico, non partiremmo più da quel 43% che oggi è garantito dal porta a porta. Difficilmente raggiungeremmo quel 70%.
Aida Maria Adele Selva (Pdcs): Il 43 per cento della raccolta differenziata da noi generata non è sul porta a porta ma è generale. Le isole ecologiche consentirebbero dal mio punto di vista di raggiungere il risultato del 70 per cento.
Vladimiro Selva (Libera): Se guardassimo solamente i Castelli dove c’è il porta a porta saremmo già in linea con gli obblighi della Regione. Poi però si fa una media e quindi la percentuale scende.
Segretario di Stato Stefano Canti: Sono chiarimenti doverosi. Alcuni Commissari hanno posto l’attenzione sul fatto che ci sono tempistiche strette. Con questo Odg chiediamo dati precisi e dall’altro si va a modificare il sistema che abbiamo oggi facendo una proposta diversa per raggiungere l’obiettivo del 70 per centro entro novembre. Non sono in grado oggi di gestire il porta a porta su tutto il territorio perché non ho le infrastrutture.
Vladimiro Selva (Libera): Ogni volta che si abbandona un progetto ci sono dei costi. Questo Governo in particolare abbia questa volontà di abbandonare e buttare progetti nel cestino.
Emanuele Santi (Rete): Non c’è nessuna volontà di buttare via il lavoro fatto ma di fare un audit presso l’AASS in cui vengano riportati i dati per capire qual è la situazione attuale e in base a quella dare degli obiettivi precisi su come ottimizzare i costi e organizzare una raccolta puntuale. Non dobbiamo trattare esclusivamente il rifiuto come un costo ma come un investimento.
Aida Maria Adele Selva (Pdcs): Mi associo a quello che ha detto il Commissario Santi e va nella direzione di risolvere un problema contingente. Le problematiche sono pregnanti e non si possono rinviare.
Giacomo Simoncini (Npr): Sosteniamo questo ordine del giorno.