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Riforma del Terzo settore, impresa sociale e cinque per mille: approvati i decreti attuativi

da Redazione

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri, in esame definitivo, tre decreti legislativi di attuazione della legge delega per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale (legge 6 giugno 2016, n. 106).

Codice del Terzo settore, revisione della disciplina in materia di impresa sociale e disciplina dell’istituto del “cinque per mille” dell’Irpef sono le principali novità della riforma, spiega il deputato Pd romagnolo Tiziano Arlotti. “Si tratta di una riforma organica che anche a livello riminese ha coinvolto in un approfondito confronto le associazioni di volontariato e la cooperazione no-profit. A disposizione del Terzo Settore ci sono risorse pari a 190 milioni per nuovi incentivi fiscali, un Fondo progetti innovativi, lo sviluppo del Social bonus, il lancio dei Titoli di solidarietà e un incremento della dotazione del Fondo per il Servizio civile. Un provvedimento molto atteso anche nel nostro territorio, in cui operano il Consorzio Sociale Riminese (che da solo nelle cooperative di tipo B dà lavoro a oltre 1000 persone di cui 40% svantaggiate), il Forum del Terzo Settore Provinciale, Volontarimini ed esperienze diffuse che rappresentano un prezioso “capitale sociale”.

Nel dettaglio, il nuovo Codice riordina tutta la normativa riguardante gli enti del Terzo settore. Un ruolo essenziale nella nuova regolazione sarà incentrato sul Registro Unico del Terzo Settore: uno strumento che sarà avviato, gestito e aggiornato dalle Regioni ma che utilizzerà un’unica piattaforma nazionale. L’obiettivo è il superamento della frammentazione e dell’opacità dei troppi registri oggi esistenti: l’accesso al Fondo progetti, al cinque per mille, agli incentivi fiscali sarà possibile solo attraverso l’iscrizione al Registro.

Con il decreto sull’impresa sociale, l’Italia si dota di una normativa particolarmente innovativa: ampliamento dei campi di attività (commercio equo, alloggio sociale, nuovo credito, agricoltura sociale, ecc.); possibile, seppur parziale, distribuzione degli utili e soprattutto incentivi all’investimento di capitale per le nuove imprese sociali: il 30% dell’investimento potrà essere fiscalmente deducibile o detraibile analogamente a come avviene oggi per le startup innovative tecnologiche. Nel mese di luglio prenderà altresì avvio il Fondo di garanzia e per il credito agevolato dedicato proprio alle imprese sociali. Il Fondo ha una dotazione di 200 milioni.

Il decreto infine porta a compimento la riforma strutturale del cinque per mille iniziata con la Legge di Bilancio 2015, che ha attribuito risorse in modo stabile per 500 milioni all’anno. Ora si tratta di accelerare i tempi di erogazione, introdurre criteri innovativi nel riparto delle risorse e rendere del tutto trasparente l’utilizzo delle risorse da parte dei beneficiari.

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