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Piero della Francesca e le sue “Madonne” incantano Villa Manzoni

da Redazione

SAN MARINO – Un archetipo che attraversa ogni tempo e ogni luogo. L’eterno femminino. La madre che partorisce il figlio, rigenera la vita del creato, protegge e tutela.

Dalla “Madonna del parto” di Monterchi (AR), mirabile opera di Piero Della Francesca, tutt’ora venerata da tante donne, il professore Alessandro Giovanardi disegna un fil rouge che attraversa tutta la storia dell’arte, dagli antichi egizi, alla Grecia classica, al Medioevo, al Rinascimento, fino ai tempi nostri (con Chagall), passando per l’arte russa delle icone.

E’ una serata tutta dedicata all’arte pittorica, il penultimo appuntamento del salotto letterario di Villa Manzoni, con ospiti illustri accanto ai vertici di Ente Cassa Faetano e il pubblico attento che riempie la sala.

Alessandro Giovanardi, storico, critico d’arte e saggista, una tra le menti più illuminate del panorama culturale riminese, non è nuovo ad esplorare paesaggi inediti della pittura e delle letteratura. Con elegante facondia guida gli spettatori nella lettura dei simboli che nascondo il mistero impresso nelle pennellate del maestro di San Sepolcro, come recita il titolo della conferenza: “Un non licet calato sul mistero. La sacralità femminile in Piero della Francesca”. La sua è una pittura nuova, pur nel rigore matematico, che in qualche maniera spezza il legame con il Medioevo. Le sue “Madonne” sono eleganti, classiche, rigorose e semplici, ma dietro alla loro origine divina c’è tutto il sapere del mondo romanico, gotico e anche molto più antico.

La figura, in questo famosissimo affresco, assume un ruolo dominante e, pur nei gesti quotidiani di una donna in gravidanza, il braccio che sostiene il fianco, la mano che apre il vestito sul ventre quasi a mostrare il frutto divino, diventa il tabernacolo del tempio e, insieme, una divinità della terra. E’ la “platytera” (la più ampia dei cieli), la rigeneratrice del mondo, la dea della misericordia che avvolge col suo manto tutti gli uomini che si rivolgono a lei. Gli angeli sono i guardiani del tempio.

Così in decine e decine di altre opere, dalla dea Nut alla “Madonna di Senigallia”, al cui interno sono i simboli che alimentano il mistero: le perle, l’uovo, i panni del parto, che sono candidi perché Maria è sempre vergine, la mandorla che si apre sul grembo e che racchiude la divinità del figlio, ma che assomiglia all’organo femminile; il filo rosso delle antiche Parche che intessono la vita e che rappresentano la morte. Sullo schermo scorrono quadri, affreschi, icone di autori di ogni epoca, ma è solo grazie alla guida illuminata di Giovanardi che è possibile addentrarsi nella lettura a più strati e nella comprensione del mistero.

Una serata davvero speciale per l’Ente Cassa di Faetano che apre il Salotto di Villa Manzoni alla grande arte per contribuire a diffondere bellezza e conoscenza, fondamenti della vera cultura.

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