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San Marino, allarme CSU: la riforma della PA è ferma al palo

da Redazione

E’ un vero e proprio allarme quello lanciato dal direttivo unitario delle Federazioni Pubblico impiego della CSU, riunitosi nel pomeriggio di lunedì 25 maggio.

 

E’ un vero e proprio allarme quello lanciato dal direttivo unitario delle Federazioni Pubblico impiego della CSU, riunitosi nel pomeriggio di lunedì 25 maggio.

Allarme che Alessio Muccioli, segretario FUPI-CSdL, e Riccardo Stefanelli, segretario FPI-CDLS, hanno messo nero su bianco in una lettera spedita al Congresso di Stato: “E’ forte la preoccupazione per la situazione di immobilismo che si è determinata nel confronto tra Governo e organizzazioni sindacali, confronto che avrebbe dovuto portare alla conclusione della fase di riforma della PA avviata con la definizione dei Profili di Ruolo”.

Una situazione di immobilismo che, denunciano Muccioli e Stefanelli, si è determinata attraverso la continua pratica del rinvio: “Alcuni mesi fa si era stabilito di affrontare il tema del precariato e del nuovo sistema retributivo. L’Esecutivo ha così regolarmente fissato l’incontro per poi successivamente rinviarlo a data da destinarsi. Data tuttora da stabilire”.

La musica non cambia su altri nodi cruciali come il fabbisogno del settore pubblico; sul futuro dell’Azienda Servizi e dell’ente Poste; sul nodo delle esternalizzazioni e del rinnovo del contratto ormai scaduto da tre anni.

“Tutti temi sempre rinviati o al massimo affrontati superficialmente”, rimarcano i segretari delle federazioni pubblico impiego, con il risultato che gli uffici pubblici “si trovano di fronte a sempre maggiori impegni, ma spesso depauperati delle professionalità necessarie anche a causa delle incaute norme sui prepensionamenti”. Uno stato di “incertezza, confusione e precarietà nei servizi” che ha di fatto bloccato il ciclo di assemblee avviate dalle Federazioni per illustrare ai dipendenti le proposte sul fabbisogno della PA.

Da qui la lettera-allarme inviata a tutti i Segretari di Stato interessati al processo di riforma della macchina statale: “A distanza di quasi un anno – scrivono Muccioli e Stefanelli – dalla firma del Protocollo d’intesa, era il 30 giugno 2014, ci troviamo praticamente allo stesso punto di allora. Chiediamo pertanto in tempi rapidi di conoscere le reali intenzioni del Governo, e definire un piano di confronto concreto”. In mancanza di un chiarimento, continuano, non sarà possibile continuare con le assemblee “dal momento che i dipendenti chiedono risposte certe ed indirizzi precisi che attualmente sono impossibili da fornire”.

L’esigenza, si conclude la missiva, “è far uscire la PA da uno stato di vera e propria emergenza per metterla nelle condizioni di offrire alla cittadinanza tutti i necessari servizi”.

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