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San Marino, Direzione Generale ISS: precisazioni sui tagli al “Libeccio”

da Redazione

Un articolo comparso oggi (ieri per chi legge) su un giornale locale affronta in maniera non approfondita un argomento delicato.

Ci si riferisce al titolo allarmistico “lo stato taglia i viveri al Libeccio”.

Affermazione assolutamente falsa.

Infatti gli utenti del libeccio sono cittadini che affrontano con coraggio le loro problematiche e tentano la strada del massimo reinserimento possibile nella società. Per farlo si avvalgono di un progetto terapeutico che prevede, nella diversità delle problematiche presentate, la massima integrazione possibile nelle attività della vita quotidiana superando isolamento e ghettizzazione.

Quindi il lavoro ma anche il consumo dei pasti può divenire un momento importante di integrazione e di confronto con la realtà e la società.

La frequentazione della mensa è dunque una scelta “terapeutica” dettata dalla utilità di frequentare i luoghi di ritrovi di tutti e e non certo un tentativo di risparmiare qualche euro sulle spalle dei più deboli.

È attuato anche dall’altra struttura “città di Oz” come strumento di socializzazione.

L’articolo senza un adeguato approfondimento ad esempio interpellando i responsabili medici del UOC Salute Mentale, può ingenerare allarmismo ma anche scarso rispetto verso gli utenti del Libeccio. Il virgolettato è anonimo e riferito ad un ipotetico utente che non si capisce perché non è citato con nome e cognome dandogli così l’opportunità di assumersi la responsabilità di quello che afferma.

Merita infine una osservazione anche il riferimento al costo di un pasto completo: 3 euro alla mensa, 1,5 euro simbolici con la mensa interna; 5 euro il catering.

E’ evidente che l’unico prezzo realistico è quello del catering ed è altrettanto evidente che prezzi più bassi sono a carico della fiscalità generale e delle tasse che ognuno di noi è chiamato a pagare.

Ovviamente la comunità attraverso le sue Istituzioni sceglie in quale misura proteggere le fragilità ma come dice il proverbio non si può avere “botte piena e moglie ubriaca “anche perché induce una irrealistica sottocultura del tutto dovuto.

 

La Direzione Generale ISS

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