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Sintesi CCG della seduta del mattino

da Redazione

I lavori del Consiglio Grande e Generale si sono aperti al comma Comunicazioni con una dichiarazione del segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, in merito al rating assegnato a San Marino dall’agenzia Fitch.

 

Report Della Torre – I lavori del Consiglio grande e generale si sono aperti al comma Comunicazioni con una dichiarazione del segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, in merito al rating assegnato a San Marino dall’agenzia Fitch.

Tre gli odg presentati, tutti da C10, uno dei quali con il sostegno di tutti i gruppi consiliari: Franco Santi ha illustrato quello in materia di università; Mimma Zavoli quello sul femminicidio, che ha l’appoggio dell’Aula; Luca Santolini per organizzare un business speed date per start up.

Terminato l’esame di interpellanze e interrogazioni si è passati alla ratifica dei decreti delegati e decreti legge. Il numero 83, “Misure urgenti di allineamento alla strategia globale di lotta al terrorismo”, e il numero 64, “Modifiche alle norme in materia di incentivazione di impianti da fonti energetiche rinnovabili”, sono stati approvati a maggioranza. Sul numero 82, “Disposizioni urgenti recanti modifiche alla normativa di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo”, la seduta è stata interrotta e riprenderà nel pomeriggio.

Di seguito un riassunto dei lavori

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “In merito ai commenti giornalistici prima dell’ufficializzazione della notizia, annuncio che il governo ha ricevuto una bozza ufficiosa, che sarà presto ufficiale, dall’agenzia Fitch sul rating della Repubblica, che rimane invariato a BBB+. Un gradino più in alto dell’Italia, nonostante qualcuno preconizzasse abbattimenti. E’ un elemento positivo”.

Franco Santi, C10: “Presento un odg sull’università: nello scorso Consiglio si è discusso dell’intervento del rettore sul suo ruolo. Alla commissione competente il segretario di Stato Morganti ha consegnato la relazione sulle prospettive dell’ateneo. Consapevoli della sua importanza per San Marino, anche per il recupero di credibilità, presentiamo un odg per raccogliere informazioni e stimolare il dibattito.

‘Allo scopo di fare il punto sullo stato dell’arte della nostra università […], anche alla luce di quanto emerso a pagina 259 della relazione del Gruppo Tecnico per la revisione della spesa nonché di quanto riportato nella relazione consegnata dal segretario di Stato competente […], si chiede al governo di produrre entro 120 giorni dall’approvazione del presente ordine del giorno una relazione dettagliata sulla situazione e sulle linee di sviluppo dell’Università relativamente a: precisa situazione degli iscritti per ogni singolo corso e le previsioni per il futuro; numero dei docenti esterni (e la loro provenienza) e di quelli interni, con i relativi criteri di selezione; tipologia e entità dei contratti; dettagliata descrizione dei corsi di laurea; descrizione della situazione dei dipartimenti; descrizione della situazione e dell’attività dei direttori dei dipartimenti; indicazioni precise in merito all’attività di ricerca; livello di rigore scientifico della nostra università; stato delle sedi; ruolo del rettore; composizione e incidenza del Senato accademico; rapporti con le altre università; situazione sul riconoscimento dei titoli di studio; valorizzazione dell’attività post-lauream; offerta di supporto agli studenti; scambi internazionali per docenti e studenti; programma di Valutazione della didattica; rivisitazione degli organismi di gestione; modello di sviluppo; offerta formativa; rapporto con il futuro Pst’.

Tante domande che vogliono fare un focus preciso sull’attività e le prospettive dell’università.

In merito alla discussione su programma economico, spending review e riforma tributaria stigmatizzo l’approccio sbagliato del governo. E’ impensabile mettere a disposizione una grossa mole di documentazione da approfondire senza il tempo necessario. Così si sfiora la legalità, la problematica è molto importante. Spero che il governo conceda il tempo necessario al Consiglio e alle commissioni per svolgere il loro lavoro. Invece ora il Consiglio viene anche dopo certe organizzazioni”.

Matteo Zeppa, Rete: “Intervengo perché si metta a verbale che, in merito all’odg di C10 e Rete affinché i capigruppo entro il 30 giugno predisponessero un progetto di legge per la riforma del regolamento del Consiglio grande e generale, facendo un ampio giro di consultazioni con tutte le rappresentanze consiliari, si è deciso che il regolamento possa essere discusso entro 31 ottobre”

Mimma Zavoli, C10: “Presento un odg con il sostegno di tutti i gruppi. E’ di pochi giorni fa la notizia su un altro caso di violenza su donne. Una condizione che investe anche il nostro Paese. C’è una situazione scoperta. La violenza sulle donne è un atto che va censurato e ogni Stato civile deve predisporre un impianto legislativo per contrastare questo fenomeno. A San Marino c’è una buona legge, la 97 del 2008, per un controllo efficace, ma c’è la necessità di operarsi per avere una condizione a livello internazionale chiara e precisa.

‘Le dimensioni del fenomeno della violenza, di cui sono vittime le donne, sono talmente grandi a livello mondiale da imporre anche in questo Consiglio Grande e Generale una doverosa riflessione.

La Repubblica si è dotata nel giugno 2008 di una legge in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere e della violenza domestica […]. Tuttavia il lavoro non è concluso. I dati, che confluiscono regolarmente, segnalano anche sul nostro territorio la persistenza di abusi, vessazioni e molestie nei confronti delle donne, che purtroppo vedono spesso coinvolti i figli minori. […] E’ questa la ragione per la quale il Consiglio grande e generale ritiene che debba essere tenuta alta la guardia e invita il governo a: sostenere, anche mettendo a disposizione risorse adeguate, l’Authority per le Pari Opportunità […]; promuovere azioni mirate rivolte a far crescere la cultura del rispetto e del dialogo, specialmente fra i giovani uomini e le giovani donne, anche attraverso apposite campagne di informazione e sensibilizzazione; sottoscrivere quanto prima la Convenzione di Istanbul […]. La violenza contro le donne è un crimine odioso e con questo atto si intende rinnovare l’impegno dello Stato affinché le donne, le ragazze, le bambine possano sentirsi al sicuro a casa, al lavoro, a scuola, nei luoghi pubblici, garantendo loro protezione e sostegno accanto alla certezza della pena per gli aggressori'”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Si continua a mentire. Sul sito della Reuters si può leggere come secondo Fitch il debito lordo è al 28%, c’è una bassa disponibilità di dati e l’outlook negativo riflette fattori di rischio quali il deterioramento delle finanze pubbliche, una perfomance peggiore del sistema bancario rispetto alle aspettative e un ritardo materiale nella ripresa economica. Non è positivo come dice il segretario di Stato Felici. E’ un declassamento.

Si continua a mentire e fingere in Aula e verso la cittadinanza. In un pomeriggio della settimana scorsa l’opposizione si presentata in Aula in ritardo per stabilire che è la maggioranza che per garantire il numero legale deve responsabilizzarsi. Si inizia sempre con 30 minuti di ritardo, nonostante i richiami della Reggenza alla puntualità. Per quel ritardo non ci verrà riconosciuto il gettone di presenza. Mi va bene, sono d’accordo. E rifiuterei un eventuale ripensamento. Rete viene deriso per l’insistenza sul controllo di presenze e orari. Considero la volontà di non riconoscere il gettone un’intimidazione, un atto ricattatorio, e allora guerra sia. Da oggi segnaleremo all’ufficio di Presidenza e online ogni consigliere che arriva in ritardo di oltre 15 minuti e chiederemo insistentemente che a chi arriva o esce con più di 15 minuti di ritardo o è assente per oltre mezzora non venga riconosciuto il gettone. Venerdì notte lo spettacolo è stato desolante. E’ un atto dovuto nei confronti della spending review. Oggi all’appello eravamo in 46, a chi è venuto dopo non va riconosciuto il gettone.

Denuncio lo sbandamento della maggioranza vittima delle sue contraddizioni interne. Tra chi confessa la contrarietà e vota a favore per spirito di lealtà, come se regalare 40 milioni di euro a un amico trasversale sia un sacrifico sull’altare del compromesso; chi in maggioranza non vuole essere accostato alla cara e vecchia Dc; chi ci si avvicina per dire di essere d’accordo con noi ma non può votare con noi; chi ci chiede addirittura di preparare interpellanze su soprusi. Siamo di fronte a una maggioranza che si tiene in piedi con lo sputo.

Il mio intervento sarà duro ma costruttivo. La maggioranza sta insieme perché c’è chi non può non stare al potere per le accuse della commissione Antimafia; chi ha fatto fortuna stando al governo; altri che credono di incidere, in buona fede; altri che ci credono davvero e non si rendono conto dove ci porta questa egemonia ininterrotta. Ci si trincera dietro la parola responsabilità. Anche dall’altra parte ci sono inguaiati. Il male fatto al Paese è irrimediabile e si fa pagare la crisi ai più deboli, con la riforma fiscale e la tassa sulla casa. Ma le pezze non bastano, occorre cambiare sistema, a partire dalle teste. Dalla spending review emerge un sistema marcio, dalla programmazione economica un Paese al baratro, e le ricette proposte sono vecchie e insufficienti. C’è la volontà di esautorare l’Aula: consegnando 1.000 pagine da leggere in due giorni che segnale si dà? L’opposizione non può incidere, di che ha paura la maggioranza per governare attraverso decreti, anticostituzionalmente? Forse è volontà più che paura. Per equilibri e interessi che non vanno intaccati. Chiedete sacrifici ma non cambiate il sistema, scansate ogni nostra proposta. In Rete c’è gente libera e non ricattabile, allora non può continuare, non le si può dare credibilità. Per

smuovere le coscienze mi auguro che in Aula si voti liberamente. Per molti qui è difficile credere che ci siano persone che non chiedono favori o prebende. A noi poca interessano le categorie maggioranza e opposizione, capiamo che è difficile ammettere che il sistema non funziona più e ci si deve fare da parte, ma il paradigma sociale va cambiato, la priorità va al cittadino che va tutelato. Se l’obiettivo è il bene del Paese è con la gente e tra la gente che dovete scendere, chiedete consigli al popolo. La verità si vede da fuori, non da qui. Se la cittadinanza non condividerà le scelte, si trasformerà nel peggior nemico. Lasciate le redini a forze giovani e nuove. Chi ha avuto responsabilità negli ultimi 25 anni faccia un passo indietro”.

Luca Santolini, C10: “Presento un odg perché il congresso di Stato organizzi un evento speed date per i progetti di start –up per fare incontrarle con i gruppi di investitori. Si tratta di eventi che stanno prendendo piede e possono essere un ottimo trampolino di lancio per l’incubatore in via di realizzazione.

‘Il Consiglio grande e al fine di attrarre nuovi investimenti […]; considerata la necessità che tali investimenti presentino caratteri innovativi; considerato lo stato avanzato del progetto per il nuovo Pst […]; impegna il congresso di Stato al fine di adottare tutti i provvedimenti necessari per istituire un evento internazionale del tipo “Business speed date” riservato ad aziende start-up. La Camera di commercio riceverà l’incarico di trovare gruppi di investitori interessati a partecipare all’evento e di emettere un bando di concorso per start-up a livello mondiale. Tra i partecipanti al bando dovrà essere selezionato un gruppo non troppo limitato di progetti […] che avranno la possibilità di partecipare a un vero e proprio evento “speed date” […]”.

Paolo Crescentini, Ps: “L’odg sull’università di C10 è condivisibile. Il Ps è a favore, occorre massima attenzione sull’ateneo. Invito inoltre il governo a intervenire, presenteremo a breve un’interpellanza, sulle dichiarazioni del sindaco Gnassi, le accuse sulla rete fognaria. Non c’è stata alcuna presa di posizione da parte dell’esecutivo. Per il nubifragio di qualche settimana fa a Rimini ci sono stati tanti scambi di accuse e il sindaco Gnassi ha affermato che parte dei problemi derivano dalla Repubblica che deve fare accorgimenti sull’impianto fognario. Insomma suggerimenti, consigli e polemiche su cui c’è stato il massimo silenzio da parte del governo. Siamo stati etichettati come Paese arretrato. L’esecutivo intervenga. Non possiamo essere sempre attaccati su più fronti. Altre interpellanze riguarderanno il sistema bancario”.

Interpellanze/interrogazioni

Interpellanza presentata da Andrea Zafferani di C10 sui dettagli connessi agli abusi edilizi, alle relative sanzioni e alle intenzioni del governo in merito.

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio: “Dall’entrata in vigore nel 1995 del Testo unico delle leggi urbanistiche ed edilizie le violazioni edilizie divenute ufficialmente provvedimenti di denuncia sono 613. Per i casi riscontrati: 90 (15%) sono stati sanati con sanzione; 203 (33,7%) sono stati trasformati in ordini di demolizione; 139 (23%) sono stai ripristinati; 16 (2,7%) sono stati archiviati a seguito di sentenza del giudice amministrativo. In 108 casi (18%) non risulta emesso il provvedimento finale. Ci sono inoltre una trentina di abusi su aree pubbliche (nella maggior parte recinzioni). Dal 1983 al 2013 gli ordini di demolizione sono 454, 384 in area privata, 70 in area pubblica. Le archiviazioni sono 27, 25 in area privata, due in pubblica. Gli abusi edilizi accertati per i quali è in essere un provvedimento di demolizione e remissione in pristino sono 427.

La stima numerica di abusi edilizi non ancora rilevati su aree private non è quantificabile. Su area pubblica la segreteria di Stato a maggio ha dato mandato per un controllo e i risultati saranno pronti in autunno.

Le sanzioni applicate ammontano a 208 mila euro, esclusa quella di 561 mila euro comminata al cantiere ex Symbol. Per i contratti di vendita l’ufficio Urbanistica emette certificazione che specifica l’esistenza di eventuali provvedimenti di denuncia. Le cessioni di beni in leasing non si configurano come atti di compravendita, ma come contratti di locazione finanziaria. Per l’imposta straordinaria sugli immobili vengono usati i dati del catasto che non tratta abusi edilizi. Infine il governo ha come obiettivo la revisione del Testo unico. Il progetto di legge potrà essere presentato entro la fine dell’anno con l’obiettivo di rimuovere i meccanismi distorsivi”.

Andrea Zafferani, C10: “Sono in difficoltà, la risposta scritta non è sul sito. Non sono in grado di valutare il riferimento. Ci riserviamo di valutare in seguito l’eventuale trasformazione in mozione”.

Interpellanza presentata da Luca Santolini di C10 sulle modalità e le spese di trasporto dei materiali necessari all’esecuzione dei lavori pubblici commissionati all’Aaslp.

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio: “L’Aaslp ha tre autocarri in dotazione che non possono effettuare trasporto si materiali fuori territorio in quanto sprovvisti del documento di esenzione dall’uso del cronotachigrafo digitale per attività di manutenzione stradale, rilasciato dalle autorità italiane. Il Comitato sammarinese per i trasporti da tempo è attivo per ottenere l’esenzione. Dunque il trasporto fuori territorio oggi viene assegnato a ditte private sammarinesi e gli autocarri dell’Aaslp servono solo per il trasporto interno di materiali.

L’azienda non è mai stata dotata di un numero sufficiente di mezzi di trasporto per soddisfare il completo approvvigionamento di materiali sui propri cantieri e con i propri autocarri ha supportato le proprie attività per necessità contingenti e nella stagione invernale per neve e sale. Del resto nessuna azienda edile sopperisce alle esigenze di trasporto con un proprio parco mezzi. A supporto della decisione di escludere il trasporto materiali fuori territorio, vi è stata la scelta aziendale di non effettuare ulteriori investimenti economici in un sistema di gestione di cronotachigrafi digitali e la convizione di rientrare nella categoria di operatori esenti. I dipendenti Aaslp che fanno gli autisti sono cinque, uno per l’autocisterna. Gli autocarri sono stati comprati nel 1996, 2010 e 2011″.

Interrogazione presentata da Andrea Zafferani di C10 sui dettagli relativi alle dichiarazioni dei redditi delle varie categorie di contribuenti per gli anni 2010, 2011 e 2012.

Interpellanza presentata da Francesca Michelotti di Su per conoscere i dati sull’andamento e la struttura della raccolta delle banche sammarinesi.

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “La segreteria di Stato rispetterà i tempi per la risposta scritta. Ora non sono in grado di fornire i dati oralmente. Ma verrà fatto nella prossima seduta utile. Anche per la successiva interpellanza vale lo stesso ragionamento”.

Decreti

Decreto Legge 15 luglio 2013 n.83 – Misure urgenti di allineamento alla strategia globale di lotta al terrorismo. Approvato a maggioranza.

Decreto Delegato 19 giugno 2013 n.64 – Modifiche alle norme in materia di incentivazione di impianti da fonti energetiche rinnovabili (F.E.R.) Approvato a maggioranza. Approvato a maggioranza anche un emendamento formale di Rete.

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio: “E’ un decreto molto tecnico, ma presenta anche aspetti politici. Interviene su vari aspetti della normativa. Per esempio, in precedenza venivano stabiliti a regime incentivi solo per impianti prodotti all’interno dell’Ue, così che San Marino era escluso. Va quindi aggiunta la dicitura ‘realizzati unicamente nella Repubblica di San Marino o all’interno dell’U’e. Ridefinisce inoltre alcune pratiche tecniche e burocratiche per le domande al fondo incentivi. Obiettivo è favorire inoltre la diffusione di pannelli su più edifici”.

Elena Tonnini, Rete: “Il decreto va ad apportare diversi aspetti positivi, tra cui l’eliminazione degli incentivi alle biomasse, perché così si apriva all’incenerimento. Altro fatto positivo è quello di vedere gli incentivi al fotovoltaico decadere. Anche in Europa vanno calando, perché bisogna trovare il modo che questi strumenti camminino con le loro gambe. Ma ci sono anche elementi non positivi, su cui interveniamo con gli emendamenti. Non posso poi non riportare un problema, la necessità di creare un testo unico su questa materia. In Finanziaria si era preso l’impegno di farlo entro il 31 marzo 2013. E ancora. in questo decreto, in cui si parla di Fer, ci si è soffermati sul fotovoltaico più che sul solare-termico. Eppure incentivare maggiormente quest’ultimo significa incentivare l’auto-consumo, quindi va preso più in considerazione. Il fotovoltaico va invece verso la commercializzazione dell’energia. Ma è inutile incentivare la produzione di energia se non se ne limitano gli sprechi. A nostro avviso c’è il rischio di utilizzare i così detti parchi utilizzando anche terreni agricoli. Per questo proponiamo degli emendamenti per evitare ciò”.

Vladimiro Selva, Psd: “L’articolo 28 di Bilancio è stato fortemente voluto, perché la legge del 2007 sulle energie rinnovabili aveva due gambe su cui procedere e una, quella del risparmio di energia, è rimasta un po’ zoppa. La riforma e il riaccorpamento delle norme in un testo unico non è stato trascurato. Il termine per realizzarlo è stata prorogato al 31 luglio ed entro questa data verrà fatto un decreto che punta sul risparmio energetico. Allo Stato conviene investire sulla coibentazione ed impianti efficienti proprio per andare a maggior risparmio. L’idea è di incentivare fonti rinnovabili ma se inquadrate in un’ottica di risparmio di consumi. L’impianto fotovoltaico, grazie agli incentivi, diventava molto remunerativo, il decreto mette in linea le tariffe con l’Europa. Questo decreto, che oggi stiamo esaminando, ha necessità di essere emesso per dare continuità alle politiche avviate. Verrà comunque ricompreso in un nuovo testo perché l’obiettivo di un unico testo resta. Vedo una serie di emendamenti presentati, considerato che entro breve dovrà essere emesso un testo generale, forse è opportuno valutarli in quel contesto piuttosto che esaminarli oggi velocemente. Speriamo di avere un Paese che consuma meno e un’attività e una risposta alla crisi del settore edilizio, dal momento che partiranno cantieri per ristrutturare case e impianti”.

Alessandro Mancini, Ps: “A distanza di 5 anni dalla legge del 2008 si può fare un bilancio. E sicuramente è positivo perché questa normativa ha permesso a molti utenti di poter installare impianti nei propri edifici e, non da poco, è riuscita a creare un nuovo settore dell’economia. Numerose sono le aziende avviate e si sono anche organizzate in un’associazione. E’ un tema importante e sensibile e che da un punto di vista tecnico ha bisogno di continuo adeguamento e sviluppo. Il segretario ci ha spiegato le principali modifiche del decreto, che condivido, per adottare standard più internazionali possibili. Condivido la possibilità di smantellare anche impianti ormai datati e l’intenzione di incentivare più i piccoli che i grossi impianti. Condivido l’importanza per il settore immobiliare, mi auguro che presto se ne possa parlare in un dibattito consiliare”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Il tema affrontato dal decreto è l’utilizzo di risorse pubbliche ai fini di riqualificazione e incentivazione dell’energia rinnovabile e del risparmio energetico. Abbiamo adottato normative favorevoli per l’incentivazione, ma serviva il riordino e il ridimensionamento che arriva con questo decreto. Sono lieta del contributo dato dagli operatori, non è sfuggito a nessuno che in questo settore lo Stato ha immesso ingenti risorse. Il decreto è assolutamente positivo, come detto da altri consiglieri, ribadisco il sostegno adesso e al a segretario di Stato per i futuri testi da predisporre”.

Augusto Michelotti, Su: “Nel primo decreto del ’99 gli incentivi erano dati in un certo modo, concedendo 0.38 centesimi al kwh. Ovvero, un utente che produce 4 mila kwh, altrettanti può usarne a costo zero, azzerando bolletta. Ciò provoca un mancato introito per lo Stato, mentre in altri Paesi si fa la differenza tra energia prodotta e quella effettivamente usata. Adesso questo governo prudentemente con il decreto abbassa notevolmente la durata e la tariffa incentivi, ma per noi non basta. Bisogna considerare la differenza fra energia prodotta e quella usata, eliminare l’azzeramento della bolletta elettrica. Poi il costo degli impianti è diminuito del 30-40%, in 5 anni l’impianto è completamento ripagato”.

Franco Santi, C10: “Ci sono diversi livelli su cui operare. Da una parte si deve ragionare sulla riqualificazione del costruito e dell’incentivo all’uso di tecnologia ad energie rinnovabili e impiantistiche di un certo tipo. D’altra parte c’è la sponda del pubblico che fa acqua da tutte le parti. Abbiamo grandi problemi di impiantistica ed edifici al di sotto degli standard che necessitano una programmazione seria di riqualificazione che può farci ottenere grandi risparmi. A San Marino da qualche anno Agenda 21, in collaborazione con le giunte di Castello, organizza l’iniziativa “Mi illumino di meno” che focalizza l’attenzione su queste problematiche. Inoltre compie un monitoraggio su alcuni edifici pubblici. Anche questo è da perseguire, ovvero la raccolta dei dati. Ben venga una normativa ordinata e anche dalla programmazione economica si intravvede una certa visione da parte della segreteria al Territorio. Proponiamo un emendamento per migliorare il decreto, con l’auspicio sia preso in considerazione”.

Stefano Canti, Pdcs: “In questo settore, nella passata legislatura, tanto é stato fatto, con i decreti del 2010 e del 2012 è stato incentivato il settore fotovoltaico, solare termico ed eolico. Il decreto stabilisce tariffe incentivanti, sono state ridotte del 40-45% rispetto al 2012, viene potenziato il plafond del 2013, depotenziato per il 2014, quello del 2015 viene lasciato inalterato. Attualmente sono stati consumati per il 2013 tutti e i 1.800 kilowatt previsti. Inoltre, non è possibile spostare l’impianto beneficiante rispetto al conto energia. Ci sono indicazioni per le aziende agricole, a partire dal 2014, gli incentivi anche sulla Smac”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “A 5 anni dal primo provvedimento sugli incentivi per il risparmio energetico possiamo fare un bilancio e impostare una nuova fase sulla base di nuovi parametri. Sicuramente il fotovoltaico ha prodotto l’effetto maggiore sulle incentivazioni. Questo decreto pone una condizione di equilibrio tra costo e incentivo che finora è stato incentrato sulla diminuzione della bolletta.

Dall’anno scorso si è differenziato il ragionamento, ponendo la diminuzione degli incentivi sull’energia prodotta e immessa in rete. Sul solare termico non c’è la possibilità di monitorare l’effetto sulla produzione dell’energia come per il fotovoltaico e da noi l’incentivazione viene ritenuta troppo bassa, per questo non ha preso piede. Serve più impegno per valutare il giusto bilanciamento tra effetti energetici e incentivi.

Un’ultima valutazione: in questa sessione si parla di spending review, c’è una spesa pubblica anche è legata ai costi energetici. Molti edifici pubblici sono passati dal gasolio al metano per la caldaia, ma è opportuna una verifica sugli sprechi relativa all’illuminazione, al riscaldamento e al raffreddamento degli ambienti. Anche qui si può risparmiare, in considerazione poi della possibilità per gli edifici di produrre energia da fonti rinnovabili. Lo Stato consuma milioni di euro, è possibile avere risparmi nell’ordine di qualche centinaia di migliaia di euro”.

Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio: “C’è stato un dibattito articolato, segno che la tematica è molto sentita e rappresenta una sfida per la politica. Consumare meno e al contempo produrre energia rinnovabile è un qualcosa di connesso alla sovranità del Paese, poiché legato all’avere sempre maggiore autonomia. Rispetto alle tante osservazioni fatte: la prima precisazione è che il decreto va a modificare il conto energia, meccanismo per gestire gli incentivi al fotovoltaico. Le altre fonti di energia rinnovabile saranno quindi oggetti di altri decreti, per questo ci si concentra molto sul fotovoltaico. Subito dopo l’estate avremo decreti su altri tipi di impianti.

La legge di bilancio mi aveva dato tempo fino 31 marzo per realizzare un testo unico. Ho chiesto all’Aula una proroga perché mi sono reso conto che il lavoro richiedeva più tempo. Nonostante le scarse risorse economiche a bilancio per i lavori pubblici, ne abbiamo destinate una quota sostanziale per sostituire le vecchie caldaie con le nuove, a nuova tecnologia. In futuro puntiamo a un miglioramento per gli edifici: per gli infissi, per esempio. Stiamo lavorando per il 2014 a una diagnosi energetica sugli edifici di Stato per avere una scala di priorità su cui intervenire e verrà fatto in collaborazione con l’Aass”.

Decreto – Legge 12 luglio 2013 n.82 – Disposizioni urgenti recanti modifiche alla normativa di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.

Rossano Fabbri, Ps: “E’ un decreto molto interessante, potrebbe essere messo in aggiunta a tutte le normative in ambito giudiziario che affronteremo dopo. Va a modificare e integrare la normativa antiriciclaggio e per la lotta al terrorismo. La prima importante modifica del decreto é quella che precisa le funzioni dell’Aif, l’Agenzia di investigazione finanziaria. Dovremo chiederci perché, rispetto alla precedente normativa, si è sentita l’esigenza di chiarire che l’Aif compie investigazioni solo relativamente al riciclaggio, ai reati associativi e al finanziamento del terrorismo.

E’ stato aggiunto, rispetto alla vigilanza, che l’Aif deve seguire un approccio in funzione del rischio. E ancora, la vecchia normativa prevedeva che dovesse esaminare gli indici anomalia, ma questa parte è stata soppressa. Mentre la precedente normativa era più vaga sulle tempistiche per l’adeguata verifica, qui si dice che gli operatori bancari hanno comunque 10 giorni lavorativi. Questa è la premessa per dire che il Paese ha sentito l’esigenza di andare a disciplinare le prerogative di Aif e dobbiamo chiederci il perché. Ci dobbiamo dire qui dentro che nessuno é contrario al recepimento più esaustivo possibile di tutte le normative disciplinate dagli organismi internazionali. Ma è anche giusto tenere in considerazione coloro che fanno anche una disamina critica di quelli che possono essere gli effetti di queste norme nell’ordinamento sammarinese, perché il loro impatto sia il più conforme possibile alle regole pensate per disciplinare Stati molto più grandi del nostro. Ci dovremmo porre il problema che, in uno Stato piccolo come il nostro, se viene ampliata la gamma di interventi, ciò non deve provocare problemi operativi”.

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