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Il saluto di Rimini al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

da Redazione

Il discorso che il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, ha rivolto al Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano.

 

Riportiamo le parole che il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, ha rivolto al Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, in occasione della visita del primo cittadino, avvenuta domenica 21 agosto 2011.

 

Caro Presidente,

la Sua presenza a Rimini onora e riempie di orgoglio la nostra comunità dove i sentimenti di stima e di simpatia nei suoi confronti sono profondamente diffusi e radicati.

Una comunità dove è vivo il senso di appartenenza alla nazione, alla Patria unita, libera e indipendente, come testimonia la straordinaria partecipazione di popolo ai festeggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia.

Una città, la nostra, Medaglia d’oro al Valor civile, il cui carattere è stato plasmato dalle immani sofferenze subite nella seconda guerra mondiale e dal sacrificio dei combattenti impegnati nella lotta di liberazione dal nazifascismo.

Il fatto che Lei, Signor Presidente, abbia accettato il nostro invito e sia qui a rendere onore a tre giovani martiri riminesi lo interpretiamo come un gesto di condivisione della nostra storia che ci emoziona, ci riempie d’orgoglio e di passione, ci impegna ai valori di democrazia, libertà, partecipazione.

Mario Capelli, Luigi Nicolò, Adelio Pagliarani, partigiani trucidati dai nazifascisti in questa piazza che da allora porta il loro nome, hanno immolato la vita per quei valori fondanti la nostra Italia, che Lei, come Presidente della Repubblica, rappresenta.

Erano tre ragazzi, 19 anni il più piccolo, 23 il più grande. Tre giovani ragazzi che anche in quel tragico momento seppero affrontare un terribile destino con coraggio, dignità, per dare il proprio contributo alla ricostruzione di una nuova Italia dopo vent’anni di dittatura fascista.

Valori che i costituenti, in uno di quei momenti più alti e magici della nostra storia, seppero fondere nella nostra Carta costituzionale, che ancora oggi sa essere una linea guida per costruire e vivere in una società più giusta.

In questo momento così difficile e drammatico Lei, Signor Presidente, rappresenta il riferimento più forte e autorevole a cui tutto il Paese guarda con fiducia e speranza. E noi con esso. Facciamo nostre le sue parole quando ci sprona “a non aver paura di unirci su obiettivi comuni”.

La nostra Città, nonostante la crisi che ha colpito il Paese, ha tanta voglia di scrivere una pagina nuova della sua evoluzione, di interpretare cambiamento e innovazione. E se gli occhi, la mente e il cuore sono proiettati verso il futuro, le radici sono saldamente ancorate nei suoi valori, nella sua ricca e nobile storia ove la città attinge sempre più per rigenerare le proprie energie. L’identità e la storia della città romana e rinascimentale, l’anima e il carattere di una città aperta, di un piccolo borgo italiano sull’Adriatico capace di diventare una capitale europea del turismo per la dinamicità delle sue imprese e il valore dei suoi talenti e della sua gente.

Con un pizzico d’orgoglio di parte, che da Sindaco esprimo, lasci, Presidente, che dica che Rimini è una delle più europee delle città della miglior provincia italiana. La sua anima è fissata da alcuni frames di “8 e ½” e “Amarcord”: il dialetto romagnolo che si mischia all’inglese, al francese, al tedesco, diventando una sorta di misterioso esperanto che fa sentire a casa ogni provenienza.

Per questo la nostra città è impegnata ad accrescere le sue dotazioni infrastrutturali affiancando il più grande palazzo dei congressi d’Europa a una fiera internazionale che oggi, nei suoi ampi e meravigliosi spazi, la vedrà ospite del “Meeting per l’amicizia fra i popoli”; per questo siamo impegnati al rilancio del nostro aeroporto, ma anche a voler migliorare la qualità di vita dei nostri cittadini, residenti e temporanei, valorizzando le strutture sociali e il nostro straordinario patrimonio artistico e monumentale.

Abbiamo sfide grandi davanti e problemi da superare. Non le nascondo che la sua visita a Rimini – ne sono certo – ci stimolerà a ritrovare l’orgoglio dei tempi migliori. Ci riempie di nuove energie e di quelle forze che già nei momenti di difficoltà hanno spinto ogni riminese a metterci “un pezzo del suo” per sentirsi protagonista del presente, responsabile del proprio futuro e di quello delle generazioni che verranno.

Grazie Presidente, grazie di essere qui.

 

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