Home Dal giornale “Accordo con l’UE fondamentale per le imprese, si deve accelerare”

“Accordo con l’UE fondamentale per le imprese, si deve accelerare”

da Daniele Bartolucci

A che punto è l’Accordo di associazione all’Unione Europea? È questa la richiesta che ANIS ha formalizzato alla Segreteria di Stato agli Esteri, ribadendo la necessità del mondo imprenditoriale di superare la posizione di “Paese terzo”, resa ormai anacronistica dall’interazione sempre più forte che il sistema sammarinese ha quotidianamente con il contesto economico e sociale che lo circonda.

“Una classificazione”, spiega Stefano Ceccato, Past President di ANIS, “che impone alle aziende sammarinesi una serie di vincoli e oneri che le penalizzano rispetto ai competitor, ma che, soprattutto in questa fase di emergenza sanitaria e crisi economica, taglia fuori tutta la Repubblica dalle dinamiche virtuose che si sono attivate in Unione Europea, a partire dai vaccini e dalle risorse a fondo perduto”.

Temi attuali, dunque, ma anche di prospettiva se si pensa alle potenzialità di un Accordo sull’interscambio di beni e servizi e sulla circolazione di lavoratori, persone e capitali, che sono stati al centro dell’incontro svoltosi martedì mattina in Segreteria di Stato alla presenza del Segretario Luca Beccari. Nella delegazione ANIS, guidata dalla Presidente Neni Rossini e dal Segretario Generale William Vagnini, erano presenti anche il membro del Consiglio Direttivo Tito Masi e appunto Stefano Ceccato, la cui presidenza (2015-2018) ha coinciso con l’avvio delle negoziazioni con la Commissione Europea per addivenire ad un eventuale Accordo di associazione. “Purtroppo”, ammette l’ex Presidente ANIS, “a distanza di quasi 6 anni il percorso iniziato allora non si è ancora concluso e questo ha acuito, di fatto, le problematiche inerenti l’interscambio nel mercato europeo, che è il nostro primo mercato di riferimento, senza dimenticare che sono rimaste irrisolte tutte le questioni riguardanti cittadini e lavoratori”.

Per quanto riguarda le imprese, il tema principale è dunque la competitività: “Le aziende sammarinesi, da tempo, sono obbligate dal mercato ad allinearsi agli standard europei per poter operare in quel contesto, dalle certificazioni a tutte le procedure burocratiche previste. Questo permette formalmente di essere considerati pari agli altri operatori europei, ma non siamo certamente nelle stesse loro condizioni, dovendo compiere comunque ulteriori adempimenti e i conseguenti oneri. Questo si traduce in un percorso più farraginoso anche per nostri clienti e fornitori che penalizza gravemente le imprese sammarinesi: sono punti di competitività che purtroppo perdiamo ogni giorno. Sono tematiche che solleviamo da tempo, da anni ormai, e l’aggravarsi della situazione economica dell’ultimo anno ha messo ancora più in luce i vari potenziali vantaggi che avremmo potuto avere se l’Accordo fosse stato già formalizzato”. “Il ritardo accumulato”, prosegue Ceccato, “va recuperato in fretta, serve un’accelerazione ed è ciò che abbiamo chiesto al Segretario Beccari e al Governo, perché questa è una priorità del Paese. Comprendiamo le perplessità su alcuni aspetti, date le dimensioni di San Marino, perché sono anche le nostre: per questo fin dall’inizio è stata individuata la scelta dell’accordo di associazione in quanto permette di essere adattato alle specifiche esigenze dell’UE e dei paesi di piccole dimensioni, dei loro limiti geografici ma anche sociali, economici e amministrativi. Questo, però, non significa bloccare o rallentare questo percorso. Su questo aspetto abbiamo trovato la piena consapevolezza del Segretario Beccari, compresa l’esigenza di verificare se anche gli altri due piccoli Stati abbiano la nostra stessa determinazione a proseguire insieme fino in fondo questo percorso. In alternativa occorrerà concordare con la Commissione Europea strade diverse. Il Segretario di Stato ci ha poi relazionato dell’attività svolta dal suo staff, dal gruppo di lavoro incaricato e dagli altri responsabili del Governo in questo primo anno di legislatura. Beccari ha evidenziato che in questa direzione va ad esempio la costruzione di buone relazioni con diversi Paesi membri dell’Unione Europea come strategia che potrà velocizzare la ratifica nel momento in cui tutti i Paesi dovranno votarla. Ma occorre comunque arrivare all’Accordo e su questo fronte, almeno sui tempi, non possiamo ritenerci soddisfatti. Il mondo delle imprese sollecita una decisa accelerazione per giungere prima possibile all’intesa. A questo proposito il Segretario Beccari ha illustrato una ipotesi di road map, su cui abbiamo chiesto di indicare tappe e tempistiche precise, perché l’accordo entri ufficialmente in vigore entro il 2023”.

Tra le tappe di questa road map, in ogni caso, pare ci siano anche i rapporti con l’Italia e l’IVA: “Per l’Unione Europea è chiaro, fin dall’inizio, che l’Italia rappresenti una sorta di garante per San Marino e sulla base di questo, come ANIS, abbiamo sempre posto l’attenzione sui rapporti bilaterali tra i due Paesi, perché sono fondamentali per svariate ragioni, ma anche in questo percorso di integrazione con l’Europa. E’ ovvio, infatti, che da Bruxelles si confrontino anche con Roma su queste tematiche riguardanti San Marino. In questo senso, l’arrivo di Mario Draghi rende ancora più forte tale rapporto, essendo una delle figure più autorevoli con cui l’Unione Europea possa parlare non solo in Italia, ma nel mondo. Per questo sarebbe auspicabile, da parte del Governo di San Marino, relazionarsi quanto prima con il nuovo Presidente del Consiglio italiano e costruire assieme un percorso più rapido e chiaro per raggiungere gli obiettivi che San Marino vuole raggiungere con questo Accordo di Associazione: il futuro delle nostre imprese e dei cittadini è in Europa e quindi è fondamentale una maggiore integrazione in tale contesto e ancor prima un rapporto sempre più forte con l’Italia.

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