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Altro che mimosa, a San Marino sono donne 2 disoccupati su 3

da Redazione

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Otto marzo, festa della donna in tempo di crisi. Purtroppo però i numeri forniti dalla Csdl, la Confederazione Sammarinese del Lavoro, non sono certo quelli che vorremo raccontare. A San Marino infatti 2 disoccupati su 3 sono donne.

 

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SAN MARINO – Otto marzo, festa della donna in tempo di crisi. Purtroppo però i numeri forniti dalla Csdl, la Confederazione Sammarinese del Lavoro, non sono certo quelli che vorremo raccontare. A San Marino infatti due disoccupati su tre sono donne.

Donne che stanno pagando ancora di più gli effetti della crisi economica: su 1.115 iscritti alle liste di collocamento, a restare in panchina è il gentil sesso (731 donne, per il 66% del totale).

“La ricetta della flessibilizzazione dei rapporti di lavoro, spacciata da Governo, imprenditori e organismi finanziari internazionali come l’unica via d’uscita dalla crisi, è inaccettabile”, dice la Csdl, anche se temiamo che questa sia una lettura un po’ semplicistica mirata a tenere alta la tensione in ottica rinnovo contrattuale. Comunque sia non possiamo che essere d’accordo con la convinzione della Confederazione del Lavoro che l’esigenza prioritaria “rimane quella di superare la crisi con politiche di equità e attraverso un progetto di sviluppo che reimposti e rilanci il sistema sammarinese, che deve tendere verso la promozione di un’economia diversificata e di qualità”. Un nuovo modello di sviluppo, specifica la nota della Csdl, “in cui le donne possono svolgere un ruolo centrale, in quanto hanno doti di estrema versatilità e quelle conoscenze e capacità che servono proprio a promuovere l’economia della qualità e della conoscenza, che è la sola su cui San Marino può puntare”.

La Confederazione Sammarinese del Lavoro conclude rimarcando che è altrettanto importante “superare le gravissime distorsioni create dalle nuove norme sull’avviamento al lavoro, rimettendo al centro i diritti delle persone, affinché venga ripreso il difficile cammino verso le pari opportunità e la reale uguaglianza di diritti tra donne e uomini in ogni ambito della vita personale, familiare e sociale. Un cammino che nemmeno la crisi economica può interrompere”.

 

 

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