Home Notizie del Giorno Visto per voi a teatro: “Rapsodie Romagnole – Strane storie della mia terra”

Visto per voi a teatro: “Rapsodie Romagnole – Strane storie della mia terra”

da Alessandro Carli

Il sold out fatto registrare da Roberto Mercadini a Villa Torlonia Teatro il 14 febbraio non è avvenuto solamente per la “voglia” di un San Valentino “alternativo” da parte del pubblico ma soprattutto per la qualità e il talento dell’attore cesenate che in circa 50 minuti – tanto dura il suo “Rapsodie Romagnole – Strane storie della mia terra” – ha dato un’ulteriore conferma che il passaggio da “Ingegneria” (il percorso di studi che ha completato) al palco è stata più che indovinata. In questo monologo assoluto Roberto racconta e attraversa una manciata di personaggi romagnoli giocando su due registri linguistici differenti e ben “pesati”, sapientemente alternati, la comicità e la serietà (anche se la prima matrice spicca rispetto alla seconda).
La platea così incontra e scopre la storia di Sant’Antonio da Padova, che in realtà non era veneto bensì portoghese – è nato come Fernando Martins de Bulhões – e che per un “giro” bizzarro” della vita, nel 1221, si ritrova al Capitolo Generale ad Assisi per ascoltare di persona San Francesco. Da qui si sposta a Montepaolo di Dovadola, in zona Forlì, dove si mise in luce come predicatore.

Tra i personaggi “tornati” a vita scenica anche Marietta Alboni – nata a Città di Castello, in Umbria, da genitori romagnoli – tra le più celebri cantanti liriche della storia che Mercadini ha “incontrato” tante volte, sotto forma di statua “dalle larghe forme fisiche”, al teatro Bonci di Cesena. Roberto porta gli spettatori a New York: Marietta si esibisce a Broadway, al Teatro Metropolitan, e in platea c’è un ragazzotto poco più che trentenne, sconosciuto, che rimane incantato dalla sua voce a tal punto da citarla in una sua poesia (“sorella dei più alti dèi”). Il suo nome era Walt Whitman, l’autore del magnifico “Foglie d’erba”. Poi Alessandro Bonci, “l’uomo che cantò e rise al suo funerale”, e l’acuto Guido da Montefeltro che mise in scacco i francesi. A unire questo pastiche di personaggi famosi, tanta “romagnolezza”: dai modi di dire dialettali (il significato di sburòn, in sostanza l’esondazione di un fiume, al bellissimo “me l’ha tirato dietro la schiena”, che è più di “me l’ha regalato”, sino al nonno dell’attore che, messo alle strette dalla nonna sui presunti tradimenti, da verace romagnolo ha rivelato di aver fatto il possibile).

Potrebbe bastare e abbondare ma non è andata esattamente così: dopo il suo monologo, Roberto ha invitato sul palco un “collega”, Fabio De Luigi, che ha “eseguito” un piacevole reading su un viaggio fatto a Genova con la sua famiglia nel 1975. Fabio, per l’occasione, era stato “scordato” dalla mamma e dal papà. A quanto pare però, alla fine, sono tornati indietro a riprenderlo, forse per raccontare a un pubblico, a distanza di quasi 50 anni, quell’esperienza.

:o)

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento