Home Dal giornale Editoriale: “Il diktat, poche cose ma buone”

Editoriale: “Il diktat, poche cose ma buone”

da Daniele Bartolucci

L’atteso vertice di maggioranza ha confermato le indiscrezioni dei giorni precedenti, ovvero che il programma di governo dovrà essere rivisto e anche un po’ ridotto in funzione del poco tempo rimasto a disposizione. Una scelta che tutti i partiti di maggioranza hanno accettato di buon grado, a quanto pare, con qualche distinguo ma nessun mal di pancia. Anche per questo è condivisibile il richiamo a non chiamarla “verifica” o “resa dei conti”. Per ora, almeno. Le difficoltà della pandemia e del conflitto bellico hanno oggettivamente impegnato gran parte delle istituzioni per molta parte della legislatura, ma all’appello mancano parecchie cose se si guarda al progetto politico sottoscritto dai tanti partiti e movimenti dopo le elezioni (dove si erano presentati da avversari, non si può dimenticare). Alcune questioni sono state affrontate (Giustizia, Pensioni e, in parte, il Lavoro), ma altre sono ancora da discutere, mentre incombe sempre più potentemente quell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea che – come ha spiegato anche la Presidente ANIS in Assemblea, – riprende e spesso ricomprendere tanti temi che San Marino deve assolutamente risolvere. A cominciare da quell’IVA che doveva essere già introdotta anni fa, fino agli impianti (e anche alle norme, vedi la cogenerazione industriale) per la produzione di energia in territorio: anch’essi potevano essere già operativi, ma ora occorre velocizzarne la realizzazione. Non la discussione: per quella il tempo è ormai finito. Nei prossimi mesi si dovrà partire con i progetti. Ne va dell’autonomia, ma anche del futuro del Paese.

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