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Consiglio Grande e Generale sull’emergenza migranti e sulle proposte da adottare

da Redazione

Il Segretario agli Esteri Pasquale Valentini: “La nostra solidarietà sia preferibilmente rivolta all’accoglienza di minori”. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – Con l’elezione dei Capitani Reggenti per il semestre 1° ottobre -1° aprile 2016 si chiude la sessione pomeridiana del primo giorno di Consiglio grande e generale. L’Aula designa con esito positivo alla Suprema Magistratura i candidati Lorella Stefanelli, Pdcs, e Nicola Renzi, Ap.

Nel primo pomeriggio i lavori consiliari si aprono con il riferimento del segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini, sull’emergenza migranti e sulle proposte al vaglio del coordinamento attivato all’interno del congresso di Stato. “La preferenza che il congresso si è sentito di esprimere, fatto salva la verifica di fattibilità- spiega il segretario di Stato- è che la nostra solidarietà sia preferibilmente rivolta all’accoglienza di minori”. Valentini chiarisce che si tratterà di un’ospitalità temporanea che vedrà coinvolto lo Stato attraverso l’assistenza sanitaria e l’inserimento scolastico, garantiti attraverso il permesso umanitario concesso ai piccoli rifugiati. Poi però questo “si dovrà agganciare a un’azione solidale che coinvolga altri soggetti che possano garantire sostentamento, alloggio, ricerca di lavoro per i rifugiati, che non possono essere tutte attività a carico dell’amministrazione pubblica”.

Di qui l’intenzione di coinvolgere il mondo del volontariato sammarinese e le parrocchie, tutti attori che saranno sentiti dal coordinamento dell’esecutivo nei prossimi giorni, anche per quantificare il numero potenziale di ospiti sammarinesi.

I lavori si interrompono alle risposte dei segretari di Stato ad interrogazioni e interpellanze e riprenderanno in seduta notturna.

Di seguito un estratto degli interventi di ieri pomeriggio.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari Esteri: “Mi ero impegnato in Commissione esteri a fare un riferimento sulla situazione dei migranti e del grande flusso di profughi che sta coinvolgendo alcuni Paesi dell’Europa e sta mettendo a dura prova la loro capacità di accoglienza. Questo riferimento fa seguito a una valutazione del congresso di Stato nelle ultime due sedute, in cui il congresso si è interrogato su come il nostro Stato può e deve vedersi coinvolto nell’azione che tutti i Paesi stanno portando avanti sull’emergenza e sulle sue cause. Partirei dall’appello che l’8 settembre scorso il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland, ha inviato ai 47 Paesi membri per invitare tutti alla riflessione. Metto a disposizione di tutti i consiglieri l’appello. Cerco di estrapolare i passaggi fondamentali. La prima questione: si richiama alla necessità di recuperare un concetto di condivisione fra tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa. Tutti i Paesi hanno il dovere di fornirsi supporto immediato l’uno con l’altro, c’è un dovere di solidarietà tra i Paesi del Consiglio d’Europa. Quindi, tutte le persone che si trovano sul suolo europeo devono godere delle stesse condizioni delle popolazioni residenti. Non sono accettabili condizioni degradanti. Da un lato c’è poi una domanda di finanziamento da parte dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati; dall’altro c’è domanda dalla Banca del Consiglio d’Europa per un contributo volontario degli Stati membri. Questi due organismi hanno già avviato progetti speciali per sostenere emergenze, gli Stati e le strutture messe a disposizione per l’accoglienza dei rifugiati. Anche il nostro Paese, che è membro della Banca del Consiglio d’Europa, ha ricevuto l’invito a indicare la cifra che il Paese intende mettere a disposizione. Così come l’Alto commissariato chiede interventi straordinari per sostenere la sua azione. Accanto a questi doveri legati all’organizzazione di cui facciamo parte, c’è un’altra possibile linea di intervento, l’azione diretta di solidarietà che il nostro Paese può mettere in atto. Su questo il Congresso ha espresso un orientamento che vuole condividere, oltre che con il Consiglio grande e generale, con tutta l’articolazione sociale del Paese, quindi con tutte le associazioni e le parrocchie, perché questa azione di solidarietà veda coinvolto tutto lo Stato per i compiti che può svolgere, ma anche favorire un’azione di solidarietà di cittadini e associazioni. La preferenza che il congresso si è sentito di esprimere, fatto salva la verifica di fattibilità, è che la nostra solidarietà sia preferibilmente rivolta all’accoglienza di minori. Si è costituito un coordinamento all’interno del congresso, formato dal sottoscritto, dal segretario agli Interni, all’Istruzione, al Territorio e Cooperazione internazionale e alla Sanità. Questo coordinamento dovrebbe servire per dare un punto di riferimento all’azione di solidarietà e per fare in modo che anche l’azione spontanea dei cittadini prosegua in modo ordinato. Abbiamo già preso contatto con le autorità degli organismi internazionali e abbiamo già la loro disponibilità, il nostro orientamento incontra un’esigenza reale, il numero di minori che vivono l’allontanamento dai genitori è crescente. Benché sia una situazione temporanea, perché deve vedere il ricongiungimento familiare e quale sia il Paese di destinazione finale, quindi si tratterà di un’ospitalità temporanea in questa fase che veda coinvolto lo Stato che, con il permesso umanitario, garantisca assistenza sanitaria e l’inserimento nell’attività scolastica-formativa. Ciò si dovrà agganciare a un’azione solidale ad altri soggetti che possano garantire sostentamento, alloggio, ricerca di lavoro per i rifugiati, che non possono essere tutte attività a carico dell’amministrazione pubblica. Nei prossimi giorni il coordinamento incontrerà i rappresentanti del mondo del volontariato per quantificare la nostra disponibilità, in modo da riferire quindi alle organizzazioni internazionali di quante persone possiamo farci carico. Aggiungo poi che questo tipo di intervento è sull’emergenza che si sta manifestando, per dare una risposta immediata. Ciò non significa che il nostro Paese, come gli altri, si sottragga da una riflessione più profonda sulle cause del fenomeno per intervenire sui fattori che hanno generato il flusso di profughi. Molte sono le concause, non ci sono soluzioni semplicistiche, sicuramente le grandi potenze hanno una responsabilità particolare, ma un ruolo hanno anche i Paesi piccoli negli organismi internazionali. Si tratta di ripensare questi organismi di fronte a una sfida storica che dobbiamo essere in grado di affrontare. Siamo consapevoli delle nostra possibilità limitate, ma non è consentita ai piccoli Paesi l’indifferenza e il pensare al proprio tornaconto. In qualità di piccoli Stati possiamo far sentire la nostra voce negli organismi internazionali. Nei prossimi giorni il congresso si sente mobilitato nell’offrire azioni concrete di coordinamento, è un’azione che ha bisogno della partecipazione della società civile e mi auguro che in Consiglio ci sia una risposta positiva di tutte le forze politiche a supporto di questo organismo. Una risposta che si possa tradurre in cifre a livello finanziario e rispetto la disponibilità di accoglienza”.

Roberto Ciavatta, Rete: “L’unico testo ufficiale di ogni testo normativo del Consiglio d’Europa è quello bilingue (inglese/francese). Il segretario di Stato Valentini ha risposto alla nostra interrogazione indicando un testo italiano inserito nel sito del Consiglio d’Europa. Traduzione perciò non ufficiale. Come è possibile che sullo stesso sito del Consiglio d’Europa vi siano traduzioni così differenti dello stesso testo normativo? A norma dell’articolo 12 dello Statuto, l’unica versione ufficiale è quella scritta in inglese/francese. Alla luce di questa premessa, perché si continua a negare l’evidenza? Leggendo la risposta all’interrogazione presentata dal sottoscritto si deve continuare a parlare di ‘negazione'”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “La Repubblica di San Marino può avere un ruolo rispetto all’emergenza drammatica delle migrazioni che coinvolge un numero di Stati crescenti e in particolare dovrebbe coinvolgere unitariamente l’Ue. Cosa può fare San Marino? Non molto, ma sicuramente più di zero. E’ un’iniziativa importante quella di mettere insieme una task force per determinare azioni concrete sull’emergenza umanitaria. Ci sono vari temi: accoglienza immediata, accoglienza a lungo termine. L’idea dell’accoglienza dei minori può essere quella più giusta, considerando le capacità e le potenzialità di San Marino. Serve una risposta umanitaria con i limiti del realismo con cui dobbiamo confrontarci. Non vorrei che il problema insormontabile per accogliere le persone fosse solo di tipo normativo. Siamo qui anche per cambiare le leggi. Gli altri piccoli Stati hanno intrapreso azioni concrete e decise di accoglienza delle persone e delle famiglie. Piccoli numeri, ma non vorrei che San Marino in questa graduatoria della solidarietà chiudesse a zero”.

Ivan Foschi, Su: “Prendo la parola relativamente alla risposta di un’interrogazione depositata il 13 luglio scorso. Ritengo che siano contenute delle inesattezze nella risposta. Ma non solo. Il Segretario di Stato Valentini ha smentito l’impegno che l’Aula aveva deciso di assumersi qualche mese prima”.

Federico Pedini Amati, Indipendente: “I colleghi che mi hanno preceduto hanno illustrato molto bene la negligenza del governo. San Marino non sta adempiendo a quello che ha firmato. Io capisco che il Segretario competente voglia trattare la questione come una questione politica, ossia riferito al caso particolare, ma il problema non è di tipo politico perché siamo in un ambito giudiziario. Manca una norma nel sistema giuridico sammarinese che contempli l’errore giudiziario e non il dolo di un Magistrato. Questa norma non si vuole fare. Perché? Occorre spiegarne i motivi e assumersene le responsabilità. Troppo facile però prenderla solo con il Segretario Valentini. Per il semplice motivo che i colleghi dovrebbero intervenire non trovandosi d’accordo. La responsabilità dunque è di tutti”.

Mariella Mularoni, Pdcs: “L’emergenza immigrazione è al centro del dibattito politico di tutta Europa e San Marino non fa eccezione. Rispetto al fenomeno che coinvolge indifferentemente uomini, donne e bambini non possiamo voltare lo sguardo, è necessario realizzare una politica di integrazione e accoglienza a livello europeo. Bisogna intervenire all’origine del problema e farlo anche nei Paesi di provenienza affinché la necessità di fuggire all’estero non prevalga. Tra chi fugge ci sono centinaia di minorenni e bambini, non possiamo permetterci che il fenomeno sia soffocato da ipocrisia e indifferenza. Che fare? Ho ascoltato la proposta del segretario di Stato Valentini e su l’accoglienza dei bambini mi trova d’accordo. Tutto deve essere sostenibile e compatibile nella nostra realtà. Auspico che le associazioni umanitarie si attivino e che possa aprirsi una nuova stagione di attenzione e civiltà verso la problematica che rischia di esplodere e ritorcersi contro l’europa. La questione immigrazione deve essere affrontata tutti insieme e non solo come sfida dell’Europa. Auspico che l’Aula possa lavorare a un Odg da presentarsi entro la chiusura di questa sessione”.

Gian Franco Terenzi, Pdcs: “Compio un breve riferimento sulla quarta Conferenza mondiale dei presidenti di Parlamento, tenuta a fine agosto- primi di settembre al Palazzo della Nazioni unite di New York, cui ho partecipato insieme al consigliere Roger Zavoli. I presidenti di 140 parlamenti si sono dati appuntamento in questa conferenza, i lavori sono stati inaugurati dal presidente dell’Unione interparlamentare che ha sottolineato la necessità di risposte dei leader politici alle emergenze dei Paesi. Ha chiesto ai parlamenti di lavorare per produrre azioni concrete. I presidenti nel corso dei lavori hanno manifestato la volontà comune per procedere a riforme per la garanzia te il rispetto dei diritti umani e per una maggiore rappresentatività”.

Tony Margiotta, Su: “Anche io esprimo considerazioni sull’argomento dell’immigrazione. Il segretario di Stato ha aperto una possibilità di accoglienza verso alcuni profughi ed esprimo il favore verso questa posizione, anche perché proprio il nostro gruppo, qualche mese fa, in comma comunicazione, aveva espresso l’esigenza di intraprendere un percorso di accoglienza di alcune famiglie. Da allora sono cambiate tante cose, anche il Pontefice ha fatto un richiamo alla parrocchie, la Comunità europea si sta interrogando sull’accoglienza. Si era ipotizzato di ospitare rifugiati nella colonia di Pinarella, ma è una locazione italiana, avremmo creato un problema in più. Noi diciamo di ospitare sì minori, ma anche famiglie e accogliendo anche l’appello del Papa crediamo si debba andare anche in quella direzione. Poi il numero di famiglie e minori è argomento da discutere, così come il contributo finanziario richiesto dal Consiglio d’Europa. Non è un tema esclusivo del governo, dobbiamo intraprendere un discorso su queste richieste, noi come Sinistra unita ci siamo”.

Franco Santi, C10: “Il congresso di Stato non è mai generoso di informazioni in comma comunicazioni, mi auguro di avere qualche notizia in più in merito a un paio di argomenti. Il primo è la questione di rifiuti su cui chiediamo conto del protrarsi dei ritardi nell’avvio di un nuovo sistema di gestione. Ritardi che stanno generando uno spreco di risorse non giustificabile, mi aspettavo un riferimento dal segretario competente che non è arrivato. Abbiamo perso un anno e non è successo nulla sulla raccolta differenziata, aspettare ancora il passaggio significa spendere soldi. Stimolo il governo a dare risposta e a dare gambe a un progetto già deciso. Quindi la gestione previdenziale, è un tema da affrontare da governo e in Aula in modo urgente. Anche su questo non arrivano notizie.

Infine, sul Parco scientifico e tecnologico mi aspettavo un riferimento sulla decisione in merito alla destinazione dell’area. Pare si stia ragionando su due aree, una nel castello di Chiesanuova e l’altra a Serravalle, di proprietà pubblica. A fronte di tantissimo territorio già usato e costruito ma inutilizzato, andare a tenere questa posizione è un grave errore strategico”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato al Territorio: “Sul porta a porta stiamo andando avanti, come governo abbiamo avuto di recente un incontro con la società di consulenza che si occupa del progetto, ha messo a fuoco alcune tematiche. Il porta a porta implica infatti avere un secondo centro di multiraccolta, strutturato in modo moderno, quindi deve andare avanti la variante di Prg. Diversamente i centri attuali non permettono l’estensione del servizio a tutti i Castelli. Seconda questione è la divisione del territorio in aree, quindi la volontà di andare avanti in tempi veloci c’è, se non sarà alla fine dell’anno, sarà ai primi mesi dell’anno prossimo. La società di consulenza ha terminato lo studio e l’ha consegnato questa settimana”.

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