L’obiettivo era raccogliere 500 mila firme, quanto bastava per presentare il referendum. Arturo Parisi del Comitato Promotore ne voleva almeno 700 mila, e alla fine le firme sono state quasi il doppio, un milione 210 mila: potrebbe essere una spallata importante per spazzare via l’attuale legge elettorale italiana, definita il “Porcellum”, che, tra le altre cose, prevede listini bloccati e l’impossibilità di scegliere i propri candidati con la preferenza.
Il comitato promotore – compreso il leader Idv Antonio Di Pietro, ha depositato questa mattina in Cassazione le adesioni raccolte e ora l’ultima parola spetta all’Ufficio Centrale per il Referendum della Suprema Corte, che dovrà pronunciarsi entro il 15 dicembre.
Non è esclusa la possibilità che la politica, stimolata da questa sensibilità referendaria, decida di mettere mano autonomamente alla legge elettorale.