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Sigismondo d’Oro 2019: consegnata a Paolo Fabbri e Marco Missiroli l’onorificenza

da Redazione

RIMINI – Sono il semiologo Paolo Fabbri e lo scrittore Marco Missiroli i due Sigismondo d’Oro per l’anno 2019, il riconoscimento attribuito ogni anno a coloro che attraverso la propria attività rendono onore alla comunità riminese.

La cerimonia di consegna è avvenuta oggi pomeriggio aperta dal Sindaco Andrea Gnassi che ha letto il Saluto di fine anno alla città e ai suoi cittadini, negli spazi del Teatro ‘Amintore Galli’. Al termine del saluto alla città, è stata la volta della consegna dei riconoscimenti, che quest’anno ha valorizzato due esponenti riminesi del mondo culturale italiano che con la loro attività contribuiscono ad offrire una visione non convenzionale del presente e della realtà.

“Non convenzionale e onirica – ha ricordato il Sindaco Gnassi – era anche la visione di Federico Fellini, il Maestro di cui nel 2020 Rimini celebrerà il centenario della nascita e di cui la città sta riscoprendo l’arte grazie alla mostra “Fellini 100. Genio Immortale” allestita a Castel Sismondo da sabato scorso e che nei primi giorni di apertura ha già acceso con migliaia di presenze l’interesse dei riminesi ma anche del pubblico e della stampa nazionale e internazionale. Ed è per questo – ha proseguito il sindaco – che per celebrare questa giornata di festa e offrire alla città un’ulteriore opportunità dopo quella dei giorni dell’inaugurazione che questa sera la mostra sarà visitabile gratuitamente fino a notte fonda.”

Una cerimonia dunque densa di significati, che il Sindaco Gnassi ha ripreso nel suo saluto alla città: “Amarcord… è una bella parola… Foneticamente particolare, di senso aperto e contraddittorio… amare/amaro. E’ una parola piena, che si affaccia al mare, evoca orizzonti e musica. Sa di fado e nebbia. E’ parola di leggerezza, svelando il fanciullino nel dentro di noi. E’ parola di lessico famigliare, per dirla con Natalia Ginzburg. E’ una parola intima e protettiva: “sono sicura che sono stati quei delinquenti dei suoi compagni” dice la mamma per difendere Titta, che l’aveva fatta grossa. La traduzione in italiano, “mi ricordo”, non ha un pezzetto di quella forza e di quella emozione, di quell’amore. In senso stretto, nessuna parola è uguale a un’altra. Il dizionario dei sinonimi dovrebbe contenere solo pagine bianche. Ogni parola è un mondo a sé, come una persona, o una città. La parola è un’impronta digitale; il linguaggio crea relazioni e modifica contesti.

Barack Obama un giorno ha detto: “Non ditemi che le parole non contano…E’ vero che i discorsi non risolvono tutti i problemi, ma è vero anche che se non riusciamo a ispirare il nostro Paese, a convincerlo a credere in qualcosa, non importa quante riforme e policy abbiamo in testa. Non ditemi che le parole non contano”.

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