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ILO: le traiettorie del lavoro, della salute e dei diritti

da Alessandro Carli

Dal 3 al 14 giugno 2024 si è svolta a Ginevra la 112esima Conferenza Internazionale del Lavoro, la principale occasione di incontro dei delegati dei 187 Stati membri dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL).

All’insegna del tripartitismo, con la partecipazione di rappresentanti delle associazioni dei datori di lavoro, delle organizzazioni dei lavoratori e dei governi, quest’anno sono stati discussi temi quali la protezione dei lavoratori contro gli effetti del cambiamento climatico e dei rischi biologici, l’economia della cura e i principi e diritti fondamentali del lavoro.

Tra i presenti anche Luca Barberini e Sara Lettoli, funzionari dell’ANIS. “Un evento dall’importanza notevole, nell’ambito del quale è possibile constatare l’attenzione costante della comunità internazionale per quello che accade in Paesi grandi e meno grandi in tutto il mondo in merito alle tematiche del lavoro” racconta il primo mentre Sara Lettoli parla di “un’esperienza molto interessante che mi ha permesso di vivere il tripartitismo in una realtà internazionale”.

Il Direttore Generale OIL, Gilbert F. Houngbo, ha aperto la 112esima Conferenza esprimendo un sentimento di “ambivalenza” rispetto allo stato attuale del mondo del lavoro. “Tutte le regioni, a vari livelli, sono tornate ai livelli di attività economica osservati nel periodo pre-pandemia. Anche l’azione efficace delle banche centrali per frenare l’inflazione ha contribuito a questo sviluppo positivo. Ciò potrebbe, lo spero vivamente, fornire un po’ di sollievo al potere d’acquisto dei lavoratori, recentemente messo a dura prova”, ha affermato Houngbo durante il suo discorso di apertura. Houngbo ha ricordato che le proiezioni dell’OIL indicano un tasso di disoccupazione globale del 4,9 per cento sia per il 2024 che per il 2025, segnando una modesta diminuzione rispetto al 5% registrato nel 2023. Tuttavia, ha avvertito, “le crisi che si susseguono” potrebbero mettere a repentaglio questi “progressi positivi e incoraggianti. Allo stesso tempo le tensioni si sono intensificate. La spaventosa situazione in Medio Oriente si è aggiunta alle crisi già esistenti. I conflitti inquietanti a Gaza, in Yemen, in Sudan, a Haiti, in Ucraina e nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, per citarne alcuni, rimangono questioni preoccupanti per l’umanità e, in particolare, per il multilateralismo”, ha aggiunto. Presentando il suo rapporto Towards a renewed social contract (“Verso un contratto sociale rinnovato”), il Direttore Generale ha affermato che “i contenuti del suo rapporto non impongono idee preconcette ma offrono uno stimolo per un dibattito produttivo e fruttuoso” su come “fare della giustizia sociale il fondamento di una pace duratura, di una prosperità condivisa, della parità di opportunità, e di una giusta transizione”.

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