Home Dal giornale Le tradizioni tornano a tavola: la ricetta per preparare “i strozapret”

Le tradizioni tornano a tavola: la ricetta per preparare “i strozapret”

da Redazione

Citati più volte nella letteratura romanesca (nei “Sonetti” di Giuseppe Gioachino Belli per esempio), gli strozzapreti – uno dei piatti della grande tradizione romagnola e sammarinese – nascono come pasta da cuocere nei giorni di festa.

Un “primo” davvero indimenticabile sia per la “genesi” del nome, sembra piuttosto goliardica (una delle leggende narra che le donne preparavano questa pasta per offrirla al prete del paese ma i mariti, probabilmente più anticlericali o solo semplicemente gelosi, auguravano al prete di strozzarsi) ma anche per il sapore, facilissimi da fare e di grande successo a tavola. La preparazione degli strozzapreti – o, come sono conosciuti sul Monte Titano, “i strozapret” – è una delle tante “ricette” che il Consorzio Terra di San Marino ha deciso di pubblicare ne “Il Ricettario della tradizione contadina”, un libretto utilissimo per riproporre i grandi piatti della memoria collettiva e storica del territorio.

Pasta anche “contemporanea” – per il condimento, oltre al classico ragù, si può anche insaporirlo con le verdure (anche se, come direbbero i contadini, con la carne “è la sua morte”) -, gli strozzapreti richiedono solamente due ingredienti: farina di tipo “0” (il Consorzio Terra di San Marino, attraverso il lavoro, la passione e la professionalità della Cooperativa Ammasso Prodotti Agricoli, la produce da diversi anni) e acqua. 

In prima battuta si mette la farina (il ricettario suggerisce 500 grammi) su un tagliere, a forma di vulcano. All’interno del cratere va aggiunta un po’ di acqua tiepida e poi si inizia a lavorare l’impasto, versando ancora altra acqua sino ad ottenere una palla di pasta liscia ed elastica. A questo punto si prende la “sfera” e la si lascia riposare dieci minuti a temperatura ambiente. Dopo la “pausa” si torna a lavoro: si prendono piccole parti dell’impasto e le si arrotola con le mani in modo da farle diventare lunghe e sottili, e poi le si taglia in strisce. A questo punto le strisce vanno tagliate una seconda volta in pezzi lunghi circa 5 centimetri. A questo punto ci si infarina le mani e si arrotola la pasta sfregando le mani in direzione opposta, in modo da dare alla pasta la tradizionale forma degli strozzapreti. Strozzapreti che poi andranno disposti su un vassoio infarinato in modo che non si attacchino tra di loro. Per cuocerli (e servirli a tavola) basta immergerli in acqua salata e “farli andare” per cinque o sei minuti: quando vengono a galla sono cotti e pronti per essere degustati. Magari dopo aver letti i versi di Giovanni Pascoli: “È l’ora, in cucina, che troppi due sono, ed uno solo non basta: si cuoce, tra murmuri e scoppi, la bionda matassa di pasta”.

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