Home Dal giornale L’economia reale chiede l’IVA, ma nei programmi ce n’è poca

L’economia reale chiede l’IVA, ma nei programmi ce n’è poca

da Daniele Bartolucci

Il voto del 9 giugno decreterà la composizione del prossimo Consiglio Grande e Generale e, probabilmente, anche la futura maggioranza di governo (a meno che non si trovino alleanze e si vada al ballottaggio). Una maggioranza che, stante i dettami dell’attuale legge, potrebbe essere quindi ben diversa da come le liste e le coalizioni si sono presentate alle urne. Di fatto, anche il programma di governo non rispecchierà alla lettera quello depositato in campagna elettorale, che resta però l’unico documento ufficiale a cui attenersi fino ad allora per comprendere come intendano agire i singoli partiti. In particolare sull’economia, essendo uno dei pilastri su cui si regge il Paese. Premesso che sono tutti i programmi concordano sul valore dell’economia reale, appare meno chiaro il valore che intendano dare al settore che per numeri, storicità e potenziale sostiene sia l’occupazione che gli investimenti in territorio, ovvero il comparto industriale (che sia produttivo/manifatturiero o di produzione di servizi in questo senso cambia poco). Le problematiche del settore sono note e molteplici (mercato del lavoro, ampliamenti degli stabilimenti produttivi, costi energetici e assenza del libero mercato per l’approvvigionamento, infrastrutture non più adeguate…), ma ce ne è una in particolare – evidenziata da ANIS come la priorità – che rappresenta la sintesi di ciò che le imprese industriali rappresentano e chiedono per poter sviluppare ancora meglio di quanto già abbiano fatto oggi: l’IVA. Da una parte, ovviamente, si tratta della “lingua che parlano tutti a livello internazionale”, dall’altra è lo strumento riconosciuto come efficace sia per rendere più eque le imposte indirette (secondo il principio di chi più consuma più paga), sia come la conditio sine qua non per entrare nell’INTRASTAT europeo, che è il sistema con cui oggi gli Stati membri e le imprese degli stessi regolano appunto lo scambio commerciale di beni e servizi a livello fiscale. Chi non entra o non può entrare nell’INTRASTAT, di fatto, deve passare per il T2. Ebbene, se “il superamento del T2”, appunto, è presente in diversi programmi elettorali più o meno esplicitamente, il passaggio dalla monofase all’IVA non lo è quasi mai. C’è il riferimento alle “riforme fiscali”, certamente, ma viene citata solo l’IGR.

Vediamo come i partiti si sono approcciati al tema nei loro programmi, elencandoli come da sorteggio ufficiale.

LIBERA/PS-PSD

La coalizione formata dalle liste Libera-PS e PSD fa leva sull’Accordo di Associazione per parlare di fiscalità interna, spiegando che “ha raggiunto il primo importante obiettivo che vedrà il superamento di molteplici ostacoli che hanno limitato il rapporto con il nostro continente. […] A tal fine vengono individuati i seguenti obiettivi: a) attivazione della libertà di circolazione delle merci, attraverso il superamento del T2 e l’adozione di un sistema di imposizione sul valore aggiunto compatibile con quello europeo”. Inoltre, in altro capitolo viene posto l’obiettivo di “riformare il sistema di imposizione diretta evitando di aumentare la pressione fiscale, allineandolo ai più avanzati principi di equità”.

DEMOCRAZIA E LIBERTÀ

Nel programma della coalizione formata dalle liste PDCS e Alleanza Riformista ci sono due capitoli riguardanti la fiscalità. Nel primo, intitolato “Imposte Indirette (Sistema Iva)”, si specifica che “sul fronte delle imposte indirette, sarà necessario proseguire i confronti già iniziati nella precedente Legislatura, al fine di addivenire, anche in vista della firma dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, all’introduzione di un sistema di imposizione sul valore aggiunto (IVA), che tenga conto però di tutte le peculiarità del sistema economico sammarinese. In tale contesto, sarà importante quindi porre particolare attenzione al mantenimento del margine di competitività delle piccole-medie imprese.  […] Sarà, inoltre, indispensabile introdurre uno stringente sistema di controlli sui prezzi e sulle tariffe per evitare che avvengano prevedibili speculazioni ed incrementi immotivati dei prezzi […]. Per quanto riguarda il documento di transito T2, l’accordo prevederà la possibilità di concordare nuove soluzioni che possano ridurre gli oneri amministrativi per gli operatori economici sammarinesi. Tale confronto con l’UE sarà impostato come una delle priorità del nuovo Governo”.

DEMOS

Nel programma della lista Demos ci sono diversi rimandi ai temi economici (in particolare gli aspetti legati al lavoro e alla gestione del territorio), ma c’è un capitolo espressamente dedicato all’economia, in cui all’ultimo capoverso si parla appunto della fiscalità: “Per recuperare risorse è imprescindibile una riforma fiscale, delle imposte dirette e indirette, all’insegna dell’equità recuperando – come indica la Dichiarazione dei Diritti – la progressività delle aliquote che non deve valere solo per il reddito da lavoro”.

REPUBBLICA FUTURA

Nel programma della lista Repubblica Futura si parla di fiscalità nell’ambito di un ragionamento ben preciso: “Abbiamo necessità, oltre alle politiche specifiche per i singoli settori, anche di mettere in campo alcune azioni utili in maniera trasversale a tutti quanti, per rendere più competitivo il sistema e creare maggiori garanzie per lo Stato e i lavoratori”. Ed è tra queste che suggeriscono, come primo punto, di “intraprendere il percorso atto ad armonizzare la gestione delle imposte indirette e dell’import/export in modo che tutte le aziende possano operare al meglio dall’interno del nostro territorio verso l’esterno e viceversa, con regole certe, elemento essenziale per attrarre nuove imprese e migliorare l’operatività delle esistenti”. Non viene citata l’IVA, né tantomeno il T2, ma il tema è quello, rafforzato dall’altro obiettivo programmatico che è “la totale semplificazione burocratica e fiscale, per rendere la Repubblica appetibile a livello internazionale”.

DOMANI-MOTUS LIBERI

Nel programma della lista Domani-Motus Liberi il tema della fiscalità viene esplicitato in questo modo: “Il sistema fiscale diretto e indiretto ha bisogno di correttivi sostanziali per rimodulare le aliquote dell’IGR”.

Che il passaggio all’IVA sia preventivabile lo si capisce anche dall’altro obiettivo specificato: “Sempre in relazione all’Accordo, è necessario sciogliere le criticità sull’annoso tema del T2, al fine di garantire una effettiva integrazione al mercato europeo per le nostre aziende ed i nostri operatori economici”.

MOVIMENTO RETE

Nel programma della lista Movimento Civico RETE si ammonisce chiaramente che “non è più rimandabile la riforma dell’IGR, che apporti una lieve rimodulazione delle aliquote per i redditi più alti e che contrasti l’evasione attraverso l’emersione di tutti i redditi ovunque prodotti. Inoltre la revisione complessiva delle deduzioni e detrazioni può invertire la tendenza del deficit di bilancio verso il suo riequilibrio, anche tramite il potenziamento degli strumenti di verifica […] in capo all’Ufficio Tributario”. Il tema delle imposte indirette non viene né citato, ma tra le righe si potrebbe leggere del T2 (e quindi dell’IVA) nell’intenzione di “avviare trattative per superare il rappresentante fiscale e le barriere doganali per le aziende sammarinesi che commerciano in via telematica con l’estero”.

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