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Chiara Scotti al convegno “Payments Summit” del Sole 24 Ore

da Redazione

L’Italia non c’è dubbio che sia più indietro rispetto ad altri paesi anche in Europa. I pagamenti digitali per abitanti in Italia nel 2023 sono stati circa 220 all’anno, ovvero poco più della metà rispetto alla media europea di circa 400 pagamenti digitali per abitanti per anno. È un divario di circa il 45% rispetto alla media europea, che però si sta riducendo.” – Così Chiara Scotti, Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia sul tema dei pagamenti digitali è intervenuta questa mattina in apertura della prima edizione di “Payments Summit” del Sole 24 Ore, evento tuttora in corso nella sede milanese del Quotidiano. “Nel 2018, infatti – ha proseguito Scotti – il divario era circa del 57%. Queste operazioni con strumenti elettronici digitali stanno aumentando.

Quest’ultimo anno, in modo decisivo e nonostante il rallentamento del ciclo economico, ci si aspetta un aumento significativo. Anche quest’anno è già stato confermato il numero per il primo trimestre. Questi dati ci mostrano quindi che l’Italia sta recuperando terreno, probabilmente a fronte del fatto che i consumatori italiani sono sempre più attratti ormai dalla comodità dei pagamenti effettuati con strumenti digitali. Si tratta di una crescita progressiva che già era cominciata prima della pandemia e chiaramente poi, come sappiamo tutti, la diffusione del Covid nel 2020 e le misure per il suo contenimento hanno contribuito all’accelerazione di queste tendenze.

Come poter recuperare terreno ulteriormente? Beh, chiaramente offrendo gli strumenti adeguati che rispondono alle esigenze dei cittadini a fronte della domanda crescente di soluzioni di pagamento digitale. Pensiamo ad esempio all’evoluzione delle carte di pagamento, il loro sviluppo e consolidamento di mercato, sicuramente legato alle innovazioni tecnologiche che hanno favorito le operazioni contactless o via APP tramite smartphone che ormai usiamo tutti, pensiamo al commercio elettronico, sempre più mercato anche nel nostro Paese che gioca un ruolo fondamentale nel promuovere il ricorso a mezzi di pagamento diversi dal contante. A ciò si aggiunge poi anche la regolamentazione che in Italia ha conosciuto degli interventi ad hoc che sono proprio Stati volti AA incentivare l’uso degli strumenti elettronici al punto vendita. In prospettiva, anche il progetto dell’euro digitale potrà portare un contributo decisivo alla digitalizzazione dei pagamenti.”

“EURO DIGITALE: STIAMO LAVORANDO CON LE BANCHE CENTRALI PER FARCI TROVARE PRONTI” 

Sull’euro digitale il processo è stato avviato. L’euro digitale è una versione digitale del contante emessa e garantita dall’eurosistema, ma più adeguata appunto a questo mondo digitale di cui stiamo parlando. Un euro digitale che si affiancherà al contante, quindi alle monete, alle banconote che usiamo regolarmente tutti i giorni e sarà gratuito per i cittadini, proprio come lo sono le monete e le banconote, e che sarà facile da utilizzare, anche in assenza di una connessione Internet; sarà sicuro, attento alla riservatezza, nel senso che il loro sistema non sarà in grado di risalire all’identità dei cittadini a partire dai pagamenti effettuati. Sarà poi anche uno strumento inclusivo, in quanto permetterà di effettuare pagamenti digitali anche a chi oggi è escluso dal sistema finanziario.” Così Chiara Scotti, Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia sul tema dei pagamenti digitali è intervenuta questa mattina in apertura della prima edizione di “Payments Summit” del Sole 24 Ore, evento tuttora in corso nella sede milanese del Quotidiano.

“Si tratta però di un progetto che richiede un lavoro lungo e impegnativo – ha spiegato Scotti – si è già infatti iniziata nel 2020 una fase che consentirà di condurre un’analisi approfondita, di effettuare sperimentazioni, di svolgere le consultazioni con le parti interessate come i cittadini, le banche, le varie istituzioni, al fine di assicurare un euro digitale che soddisfi gli standard più elevati di qualità, sicurezza, di fruibilità. Questo avvio della fase di preparazione è un passo importante, ma non vincola il Consiglio direttivo della BCE a prendere alcuna decisione in merito all’emissione dell’euro digitale. La decisione, infatti, potrà essere presa solo quando sarà adottato il relativo quadro normativo, ma molte banche centrali hanno iniziato a prendere in considerazione l’idea di emettere, accanto al contante, una moneta digitale al dettaglio che consentirebbe di venire incontro alle preferenze degli utenti.

I benefici dell’euro digitale? Tutti i cittadini beneficerebbero di un’opzione di pagamento addizionale gratuita, sicura, universalmente accettata sul territorio. Le banche centrali potrebbero proteggere gli interessi pubblici connessi con il valore della moneta, facendo questo anche salvaguardando la sovranità monetaria, l’integrità, l’affidabilità del sistema dei pagamenti e quindi anche la stabilità finanziaria. Ma il disegno dell’euro digitale a cui stiamo lavorando avrebbe darebbe anche sostegno all’industria bancaria che potrebbe sviluppare nuovi servizi, valorizzare il rapporto con la clientela, affrontare con maggiore slancio le sfide concorrenziali che poi derivano dall’ingresso nel mercato dei pagamenti di molti operatori tecnologici moderni.

Al momento, ripeto, nessuna decisione definitiva è stata presa sull’introduzione dell’euro digitale e qualunque determinazione al riguardo verrà presa dopo il completamento dell’iter normativo avviato con la proposta legislativa formulata dalla Commissione europea.

L’euro sistema sta lavorando da tempo e intensamente per farsi trovare pronto qualora il legislatore europeo decidesse di dare via libera al progetto come banche centrali. Noi abbiamo naturalmente a cuore questo obiettivo di realizzare una moneta pubblica forte, pensata per dare sicurezza ai cittadini, anche per consentire al mondo finanziario di continuare a fare affidamento su una su un’ancora monetaria certa e stabile.”

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