Home Dal giornale Il “canto” del nuovo olio: il frantoio si prepara ad accogliere i “frutti” del 2023

Il “canto” del nuovo olio: il frantoio si prepara ad accogliere i “frutti” del 2023

da Alessandro Carli

“Non soltanto il vino canta, / anche l’olio canta, / vive in noi con la sua luce matura / e tra i beni della terra / io seleziono, / olio, / la tua inesauribile pace, / la tua essenza verde, / il tuo ricolmo tesoro che discende / dalle sorgenti dell’ulivo”. L’olio che canta nei versi di Pablo Neruda ha la stessa voce di quello che incontriamo al frantoio del Consorzio Terra di San Marino, luogo “profumato” di raccolta e di trasformazione. La “stagione” è alle porte: apertura lunedì 9 ottobre e andrà avanti sino alla fine di novembre. “Abbiamo avuto un’estate siccitosa – esordisce Flavio Benedettini, Presidente della Cooperativa Olivicoltori Sammarinesi – ma le piante dell’ulivo, per natura, sono molto ‘pazienti’ e hanno le ‘spalle larghe’. La raccolta, sotto il profilo della qualità, sarà buona mentre con ogni probabilità la quantità non sarà alta. Siamo comunque abituati all’alternanza, ci sono annate più produttive e altre meno”.

Dal 9 ottobre quindi i 300 soci conferiscono al frantoio della Cooperativa Olivicoltori le loro preziose “gemme” verdi e scure. “Siamo curiosi di vedere come gli ulivi hanno vissuto il cambio del clima, in passato spesso ci hanno regatato grandi sorprese”.

La qualità dell’annata 2023 dipende sì dalle olive ma non solo. “Il frantoio si è dotato di un frangitore di ultima generazione” prosegue Flavio. Una macchina che permette di liberare maggiori quantità di olio e di sostanze minori ma anche di rompere in maniera adeguata il nocciolino. La pasta esce anche in maniera più pulita rispetto al passato – sottolinea il Presidente della Cooperativa Olivicoltori Sammarinesi – e quindi avremo un olio migliore”.

Intanto a giorni il frantoio è pronto per accogliere un team di ingegneri del Politecnico di Zurigo. “Con loro abbiamo avviato un progetto sull’acqua di scarto della lavorazione delle olive dalla quale otterremo una serie di conservanti naturali. Si tratta di un primo test che permetterà di estrarre le sostanze ossidanti dall’acqua vegetale” spiega Flavio.

È invece una sinergia tutta sammarinese quella avviata con l’azienda Bea per produrre un compost per l’agricoltura biologica: verranno impiegate le bucce di uva, i batteri prodotti dalla Bea e la sansa di olive (un sottoprodotto del processo di estrazione dell’olio di oliva composto dalle buccette, dai residui della polpa e dai frammenti di nocciolino).  

“…ci sono sillabe di olio / ci sono parole / utili e profumate” non solo nei versi dell’immenso Pablo Neruda ma anche nelle parole di Flavio Benedettini. Parole profumate ma anche utili alla natura, all’agricoltura, alla vita.

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