Home Dal giornale L’economia di San Marino sotto la “lente” di UE e FMI

L’economia di San Marino sotto la “lente” di UE e FMI

da Daniele Bartolucci

Il round negoziale per l’Accordo di Associazione e la Missione “Article IV” del Fondo Monetario Internazionale che dovrà aggiornare il report sulla Repubblica di San Marino. Sono giorni intensi per tutte le istituzioni coinvolte e anche per tutte le rappresentanze economiche e sociali, chiamate direttamente (dal FMI che le incontrerà) e indirettamente (dai temi oggetto dell’Accordo) in causa.

LA TRATTATIVA CON L’UE SU FINANZA E LAVORO

Come annunciato nelle scorse settimane, San Marino è tornato a confrontarsi con la Commissione Europea in vista della conclusione dell’Accordo di Associazione entro il 2023, orizzonte temporale confermato dalle parti anche all’avvio del round negoziale di questi giorni. A Bruxelles era presente la delegazione tecnico diplomatica sammarinese mentre il Segretario di Stato agli Affari Esteri Luca Beccari è intervenuto in videocollegamento da Palazzo Begni. È il settimo round negoziale con Bruxelles dall’inizio dell’anno, il primo dalla sospensione delle trattative tra la Commissione e il Principato di Monaco, ufficializzata la scorsa settimana. San Marino, Andorra e la Commissione europea hanno confermato la volontà di arrivare alla definizione dell’Accordo di Associazione entro l’anno e i prossimi mesi, in particolare novembre e dicembre, saranno dedicati alla soluzione dei dossier più delicati.

Sul tavolo, il primo giorno, ben sei allegati, compresa la libertà di movimento dei lavoratori, il diritto di stabilimento e la legislazione sul lavoro. Durante la giornata dedicata agli incontri in formato bilaterale, la discussione si è incentrata su allegati di natura politica e tecnica. Le discussioni hanno consentito di procedere sensibilmente per quanto riguarda l’Allegato I in materia fitosanitaria e veterinaria: al netto di taluni aspetti formali, il presente Allegato è pronto per sancire prossimamente la chiusura provvisoria. Grandi progressi si sono anche registrati in relazione all’Allegato XXII concernente il diritto societario. Le valutazioni e le richieste sammarinesi di periodi transitori sono state accettate dalla Commissione Europea, salvo richiedere maggiori dettagli al Paese sulle procedure per garantire, ai sensi il Regolamento (UE) 2017/1132, il sistema di interconnessione dei registri delle società. Analogo discorso è valso per l’Allegato X sui servizi in generale, rispetto al quale la Commissione non ha eccepito sulle richieste sollevate dalla delegazione sammarinese, pur richiedendo di ricevere più precisi ragguagli sull’inclusione di San Marino nella piattaforma di cooperazione amministrativa concernente il mercato dei servizi dell’Unione e su cui è stata sollevata un’apposita richiesta di agio temporale. Le parti hanno poi preso in esame nuovamente l’Allegato V sulla libera circolazione dei lavoratori; nonostante l’ampia discussione effettuata nel tentativo di trovare un compromesso soddisfacente per entrambe, le due delegazioni hanno deciso di proseguire il confronto durante l’appuntamento negoziale di ottobre. 

Per quanto riguarda altri aspetti istituzionali dell’Accordo, congelati dal 2019, le parti hanno proceduto speditamente nella risoluzione di annose questioni rimaste in sospeso per molto tempo, trovando la soluzione più opportuna e soddisfacente, come nell’ambito dei principi e degli obiettivi dell’Accordo di associazione, nonché di talune procedure di controllo e di interpretazione uniforme delle disposizioni dell’Ue.

Mentre solo nel secondo giorno, è iniziato il confronto su banche e servizi finanziari: tema cruciale, anche alla luce della lettera congiunta di tre agenzie regolatorie europee. A seguire è stato fatto anche un rapido punto della situazione per confermare lo stato delle discussioni sulle procedure arbitrali. In esame, inoltre, anche la prima parte dell’accordo quadro, con obiettivi, valori e principi. Nel pomeriggio i negoziati multilaterali sono poi proseguiti sull’accordo quadro e in particolare sulle disposizioni istituzionali, la concorrenza e le altre regole comuni. Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri Luca Beccari ha manifestato la sua soddisfazione circa la recente trasmissione del protocollo e del pertinente allegato sui servizi finanziari e si è detto pronto a contribuire in maniera costruttiva alla prima discussione su una materia particolarmente sensibile per il Paese. Al riguardo, i pertinenti Servizi dell’UE hanno illustrato le ragioni e le principali disposizioni contenute nel Protocollo sui servizi finanziari, proponendo di rinviare la discussione dell’Allegato a successivi incontri autunnali, nei quali i partner negoziali potranno formalizzare le loro richieste di chiarimento e le eventuali controproposte nell’ambito dell’approccio proposto dalla Commissione.

Un altro protocollo comune disciplinerà le procedure di arbitrato in caso di controversie rispetto alle quali le procedure amichevoli non consentano alle parti di trovare un accordo. In questa materia, tenuto conto anche dei precedenti incontri, la discussione ha consentito di chiudere provvisoriamente tale protocollo.  

FMI: INCONTRI UFFICIALI ANCHE CON LE IMPRESE

Già iniziati i primi incontri della Missione “Article IV” del Fondo Monetario Internazionale a San Marino, come detto, in contemporanea con il round negoziale con la Commissione Europea per l’Accordo di Associazione. Accordo che, tra le altre cose, lo stesso FMI ha sempre reputato fondamentale per San Marino e ha sempre spinto in quella direzione per una più ampia integrazione nel mercato unico europeo. Ma tra le questioni in sospeso e le “indicazioni”, ce ne sono ancora diverse, a iniziare dalla cartolarizzazione degli NPL che si sta attuando proprio in questi giorni (e che la Commissione Finanze ha affrontato in seduta segreta, ndr). Ma anche l’introduzione nel sistema delle imposte indirette dell’IVA in sostituzione della Monofase, che è tornata in auge in queste settimane dopo che il Governo ha dato mandato a un professionista esperto della materia (il Dott. Giampaolo Giuliani) di aprire il “cantiere” per l’attesa legge. Ma al momento non c’è, come non c’è l’Accordo, per cui il FMI valuterà la situazione economica e sociale del Paese senza tenerne conto, si può immaginare. Nel frattempo, però, è stato rinnovato il debito internazionale sui mercati, che non era una cosa scontata e che – questo l’auspicio – venga apprezzato di più dal FMI di quanto fatto da Fitch (che non ha alzato il rating, nonostante quel passaggio fosse uno dei requisiti).

Ci sarà modo per capire le indicazioni degli esperti di Washington, visto che l’agenda degli incontri è particolarmente fitta. Non solo Governo e Istituzioni (in primis Banca Centrale, come sempre), Banche e parti sociali, ma anche con gli imprenditori (invitato un cluster industriale di imprese associate ANIS), come già fatto l’ultima volta. A cui si dovrebbero aggiungere anche delle visite nelle stesse aziende. La delegazione guidata anche quest’anno da Borja Gracia e composta dagli esperti Ritong Qu e Ezequiel Cabezon, resterà a San Marino per ben dieci giorni, infatti, in un momento topico per San Marino, perché oltre al round con la Commissione Europea (che trattava proprio di tematiche economiche), c’è appena stata l’approvazione dell’assestamento di Bilancio e, collegata a questa la normativa sulle Residenze Fiscali non Domiciliate. Ma anche il deposito del Programma Economico per il 2024, che sicuramente verrà messo sul tavolo di confronto. Così come, in vista della prossima Legge di Bilancio che andrà costruita entro dicembre, si discuterà di dati economici anche in termini di risorse pubbliche. E, come è sempre stato, anche delle strategie e degli interventi che potrebbero essere assunti per migliorare certe dinamiche. Le famose riforme, insomma, che da anni sono note e da anni il FMI ricorda in egual modo.

MONACO SI DEFILA, MA SULLE MOTIVAZIONI È SILENZIO

L’uscita del Principato di Monaco dalla “triade” di piccoli Stati nella trattativa per l’Accordo di Associazione non è una notizia di poco conto, soprattutto se letta in sequenza alla famosa lettera delle tre autorità finanziarie e fiscali europee che mettevano in dubbio diversi aspetti legislativi dei tre Paesi in tali materie.

Ma senza specificare né quali aspetti né soprattutto quali Paesi avessero questa “dote” da portare sul mercato unico.

L’uscita di Monaco (e la contestuale permanenza degli altri due Stati, ovvero San Marino e Andorra), qualche dubbio lo toglie. Meno, invece, il comunicato emesso da Bruxelles, che vi riportiamo qui di seguito.

“Ieri, 14 settembre, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Maroš Šefčovič, ha ricevuto Isabelle Berro-Amadei, consigliere governativo del ministro degli Affari esteri e della cooperazione. Durante l’incontro, il Vicepresidente esecutivo ha confermato l’obiettivo della Commissione europea di concludere i negoziati per un accordo di associazione con Monaco, Andorra e San Marino entro la fine del 2023, sulla base del mandato del Consiglio dell’Unione europea, fondato sul rispetto delle quattro libertà di circolazione (persone, capitali, servizi e merci) e sul mantenimento dell’integrità e dell’omogeneità del mercato interno. Dopo uno scambio franco e cordiale, le due parti hanno convenuto che le condizioni non erano mature per concludere un accordo e hanno deciso di sospendere i negoziati.

L’Unione europea è e rimarrà un partner privilegiato del Principato. La Commissione europea rimane disponibile e pronta a proseguire i negoziati per un accordo di associazione in futuro.  La Commissione continuerà a lavorare nelle prossime settimane con l’obiettivo di concludere i negoziati per un accordo di associazione con il Principato di Andorra e la Repubblica di San Marino entro la fine del 2023, sulla base del mandato conferitole dal Consiglio”.

Quali siano le motivazioni monegasche non è specificato, ma qualcosa si può carpire da come i media locali hanno trattato la cosa. Ad esempio QE.Magazine, sfogliabile digitale diretto da AMP Monaco, riporta che dietro quelle “condizioni” citate nella nota di Bruxelles ci sarebbero delle “linee guida fissate da S.A.S. il Principe Alberto II. Nello specifico, le garanzie di mantenere le attuali condizioni di vita, lavoro e abitazione per i cittadini e i residenti nel Principato non sono compatibili con le norme comunitarie”. Di più: “Nel corso dell’incontro, la delegazione monegasca ha ricordato i principi fondamentali su cui si fonda l’identità del Principato, a cui i monegaschi sono molto legati e che sono stati specificati fin dall’inizio dei negoziati”. Ma la Commissione Europea, che ha altrettanto un mandato preciso, ha ribadito le sue condizioni.

Da qui l’impossibilità di farle conciliare, a quanto pare.

Ma c’è anche un’altra notizia che QE.Magazine riporta come citazione ufficiale di una dichiarazione del proprio governo, ovvero che “Monaco desidera quindi proseguire il dialogo e riflettere, insieme all’Unione Europea, sui modi per rafforzare queste relazioni. Il Principato di Monaco e l’Unione Europea hanno ribadito l’importanza di approfondire gli scambi che già esistono in molti settori”.

Di fatto, sembrerebbe che la porta non sia definitivamente chiusa a qualsiasi accordo.

Non sarà questo Accordo di Associazione, ma – in un imprecisato futuro – Monaco potrebbe siglare un altro o una serie di altri accordi più specifici, sempre ammesso che esista questa possibilità.

Nel frattempo, però, è certo che non avrà entro l’anno un Accordo di Associazione come invece potrebbero avere gli altri due Stati, precludendosi qualsiasi possibilità di integrazione con il mercato unico che, di fatto (e non solo burocraticamente), dovrà escludere il Principato dai suoi radar.  

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