Home Dal giornale L’identificazione della misura per misurare l’identità di un’azienda e la sua evoluzione

L’identificazione della misura per misurare l’identità di un’azienda e la sua evoluzione

da Enrico Gaudenzi

Azienda e misura. Ogni imprenditore ha una visione alla quale dà una sua misura. Un concetto che sembra astratto ma è la sua realizzazione che lo porta a vincere le sfide quotidiane. Fare impresa significa avere una idea di business, una traccia da seguire che spesso si identifica nella messa in pratica di attività secondo paletti precisi, misurabili. Un analista del dato deve interpretare queste certezze e misurarle, trasformarle in cifre. Una delle sue abilità deve essere certamente quella di creare alternative di successo basate sulla realtà del momento e sulla proiezione futura. I noti indicatori di prestazione sono i fattori critici di risultato per un’azienda. Devono essere valutati con un orizzonte temporale preciso e riflettono azioni quantificabili. Cosa monitorare? Il peso dei primi dieci clienti, il grado di formazione del personale, l’adeguatezza degli assetti organizzativo-amministrativi e le soglie di allerta con indici numerici. L’obiettivo è abbandonare la gestione day by day e passare allo stile anticipatorio basato sul programmare e anticipare. Come monitorare? Gli indici per molti analisti sono valori di settore a cui associare nel tempo un punteggio, sono sia qualitativi che quantitativi e in base alla dimensione, al mercato ed ai competitor.  Fondamentale è valutarli per evidenziare in anticipo l’eventuale inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici o gli squilibri organizzativi e strategici che possono minare la continuità. Esempi di approcci quantitativi sono: oneri finanziari su ricavi, patrimonio netto su debiti totali, attività a breve su passività a breve, cash flow su attivo o indebitamento previdenziale tributario su attivo. Criteri qualitativi possono essere l’equità remunerativa, che attribuisce punteggi più elevati se la differenza retributiva uomo/donna per livelli di inquadramento a parità di competenze si abbassa, la equità nelle percentuali di promozione tra uomo/donna. Oppure sempre qualitativa è l’analisi della conciliazione vita lavoro e le politiche che la garantiscono (part time reversibile, piano welfare, asili nido o sostegno alla genitorialità). Processi di gestione e sviluppo delle risorse umane. Tutte forme che delineano l’identità di un’azienda interessata a misurarsi con l’evoluzione.

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