Home NotizieSan Marino San Marino, in Consiglio la Riforma fiscale. Il dibattito si accende

San Marino, in Consiglio la Riforma fiscale. Il dibattito si accende

da Redazione

La seduta del Consiglio grande e generale è ripartita dal dibattito sulla riforma fiscale aperto dal consigliere del Psd, Andrea Belluzzi. Gli iscritti ad intervenire sono una cinquantina e il dibattito proseguirà nel pomeriggio.

La seduta del Consiglio grande e generale è ripartita dal dibattito sulla riforma fiscale aperto dal consigliere del Psd, Andrea Belluzzi. Gli iscritti ad intervenire sono una cinquantina e il dibattito proseguirà nel pomeriggio.

Di seguito un riassunto dei lavori.

Consiglio Grande e Generale2

 

Andrea Belluzzi, Psd: “Siamo di fronte a un passaggio che segna un momento importante: il cambiamento radicale vissuto dal nostro Paese in questi quattro anni. Il sistema bancario non è più il primo contribuente dello Stato. La riforma deve anche tracciare le linee dello sviluppo. E’ una rande sfida e l’articolato uscito dalla commissione soddisfa gli obiettivi di mantenere un sistema fiscale competitivo, di dare maggiore equità, con un unico profilo fiscale per le persone fisiche entro tre anni. Una commissione testerà la bontà dell’impianto.

Ci sono strumenti nuovi sugli accertamenti, l’accesso alle informazioni, l’utilizzo della Smac, passaggi innovativi. C’è la possibilità del ricorso ai decreti delegati, che tornano sempre in Aula, per tarare l’applicazione della norma. La sfida durerà a lungo, fa parte del cambiamento intrapreso con la spending review, con la capacità di attrarre investimenti, con il turismo. E la cittadinanza sarà attenta al lavoro della politica: le pretese sono superiori”.

Simone Celli, Ps: “Siamo di fronte a un passaggio politico rilevante, la riforma tributaria è strategica per il presente e per il futuro. E’ una necessità reale, l’impianto vigente era stato concepito in una fase molto diversa da quella attuale. Occorre sfatare il tabù che l’opposizione non vuole una legge tributaria. L’opposizione non vuole questa riforma. Non mistifichiamo la realtà. In prima lettura a luglio abbiamo chiesto il ritiro per aprire un confronto vero. Il metodo del governo è stato a dir poco inaccettabile. Felici ha una capacità dialettica che lo rende credibile, ma sostenere che l’opposizione ha rifiutato il confronto è troppo. Non mistifichiamo la realtà. In commissione Finanze è stato confermato il muro contro muro, determinato dall’atteggiamento muscolare della maggioranza. Il confronto democratico è stato scientificamente evitato. Questa è la realtà.  Ed è molto grave.

Il governo ha cercato l’accordo conla Csu, ma serviva una strada più ambiziosa per condivisioni più ampie. L’opposizione è stata tacciata di strumentalizzare le manifestazioni di piazza per fare cadere il governo. Ma lo sciopero generale è stato l’elemento per raggiungere l’obiettivo, condivisibile, di abbassare le aliquote. Così, tuttavia, sì è impedito di fare una vera riforma. Per questo abbiamo criticatola Csu. Lariforma riforma poco o nulla ela Csudeve essere leale con la piazza che ha organizzato a luglio dicendo che si è accontentata dell’abbassamento delle aliquote.

Manca equità, si colpiscono le fasce medie di reddito. Non c’è l’allargamento della base imponibile, perché le regole sull’accertamento sono nebulose. Il governo ha sbagliato approccio, preso dall’esigenza di fare cassa. Serviva un patto fiscale tra Stato e contribuenti per in a bassa fiscalità a fonte di un allargamento dei contribuenti. Serviva anche una riforma delle imposte indirette, con il passaggio all’Iva”.

Tony Margiotta, Su: “Questa è la madre di ogni riforma, dovrebbe rilanciare il nuovo sistema San Marino, risolvere i problemi derivati dalla mancanza di regole, consentire la prima fase di nuovo sviluppo, fare contribuire in maniera equa chi fa impresa. La riforma dovrebbe essere equa, tutelare i più deboli, dare competitività al Paese, fare guerra all’evasione e rilanciare lo sviluppo.

In questi 4-5 mesi si sono presentate più riforme. La prima era inaccettabile, ha alzato la temperatura dello scontro sociale, uno schiaffo alla fiducia dei cittadini. Al segretario di Stato riconosco il coraggio di avere detto come si trovano le casse, ma anche l’incapacità di interpretare il momento storico del nostro Paese. Il centro storico è stato riempito di persone che protestavano contro l’interpretazione della riforma. L’opposizione è stata poi tenuta fuori dai vari incontri successivi e siamo arrivati alla commissione. Mi aspettavo che la promessa della maggioranza di ricerca di condivisione fosse mantenuta. In commissione siamo arrivati senza un documento certo, c’era l’impegno della minoranza per migliorare il testo. Ma era completamente blindato. Non è stata accettata alcuna modifica.

Questa riforma abusa di decreti delegati. Non dà benefici a tutti quelli che offrono lavoro, occorre avere 4 dipendenti. Non servono distinzioni oggi. C’è un incremento di circa 3,4 milioni di euro di gettito. Una cifra importante, ma si è fatto tanto rumore per nulla”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Esprimo tutto il sostegno a questa riforma, come membro di governo e di maggioranza. La stabilità del bilancio dello Stato e il rilancio dell’economia sono due pilastri con cui fare i conti di pari passo. Serve dunque chiarezza nel sistema tributario, cui non mettiamo mano dal 1984. Finora si è discusso del metodo, piuttosto che del contenuto. Dal 2011 è stato avviato il confronto, di occasioni per tutti ce ne sono state. Tutti i Paesi fanno i conti con fiscalità, stato sociale e sviluppo economico, perché in un momento di crisi l’equilibrio tra i tre fattori salta. Per sanità e scuola spendiamo oltre 150 milioni di euro, 5 mila euro pro-capite, bambini e anziani compresi. Le medie di contribuzione sono molto inferiori. Per 40 mila lordi annuali di reddito si pagano 1.800 euro di tasse.

La legge all’articolo 1 dice che tutti i redditi ovunque prodotti sono sottoposti all’Igr. Possiamo permetterci una fiscalità leggera, se saremo capaci di fare emergere i redditi ovunque e comunque prodotti. Questa è la filosofia del provvedimento che eleva leggermente le aliquote, comunque sotto il costo dei servizi. Da 40.000, 3.200 euro. Ci sarà una fase di implementazione, ci sono 3 anni di osservazione. Si tratta anche si cambiare la cultura. Non raccontiamo che la posta in gioco è la copertura di deficit e banche. E’ un’altra storia.

Si annuncia una manifestazione di piazza e il volantino finisce con una minaccia sulle possibili reazioni. Mi preoccupo che tre gruppi consiliari l’abbiano sottoscritto. E’ un problema di sovvertimento dello Stato, non di riforma. E’ intolleranza. Se da dentro il Parlamento si aizza la piazza lo scopo non è sostenere la democrazia del Pese, ma sovvertirla”.

Alessandro Mancini, Ps: “La relazione di minoranza ha fatto un’ottima fotografia di quanto avvenuto. Discutiamo un tema molto importante. Ma questa è una modifica, non una riforma. E’ carente in aspetti fondamentali: l’equità, la legge colpisce i redditi medi dove c’è più ciccia, salva quelli molto bassi, mentre i grandi non vengono minimamente toccati; la competitività, il sistema non è più competitivo. L’economia è in grande sofferenza, non ci sono redditi e aumentando le tasse si mettono in difficoltà le famiglie. Servivano interventi preliminari alla riforma, occorreva affrontare il tema dello sviluppo, della riduzione della spesa.

Il confronto è stato con la Csu. Forsechi è venuto in piazza è arrabbiato con la Csu, non noi. Ha fatto la sua contrattazione. E’ un’occasione persa, l’impianto non risponde alle esigenze del Paese, non c’è traccia di imposte indirette”.

 Vladimiro Selva, Partito dei Socialisti e Democratici: “I tagli non possono essere la soluzione a tutti i problemi che il paese sta vivendo. La presentazione in prima lettura è coraggiosa perché dopo 30 anni qualcuno ha avuto il coraggio di rimettere le mani alla riforma tributaria. Oggi questa riforma si basa sull’equità. Un’equità che si somma all’esigenza di aumentare il gettito. Globalmente chiederemo ai cittadini di contribuire maggiormente, ma lavorando in particolare sull’emersione del reddito. Noi veniamo da almeno 30 anni di difficoltà estrema nel fare politiche dei redditi perché a San Marino queste rischiano di essere talmente distanti dai reali redditi, da creare dei paradossi, ovvero da creare benefici per le famiglie ricche ma che dichiarano un basso tenore di vita”.

Massimo Ugolini, Pdcs: “Inizialmente il progetto di Legge portava a un pareggio di bilancio sin dal 2014, ma grazie a un lavoro continuo di confronto e condivisione si è ridotta la portata del gettito. Cercheremo quindi di abbassare il disavanzo di bilancio con i tagli alla spesa pubblica per garantire ai cittadini una sorta di progressività fiscale che permetterà il raggiungimento del pareggio bilancio più avanti nel tempo, ma in compenso la riforma fiscale sarà più sostenibile per i cittadini. Polizia Tributaria? Non so se questa risolverebbe davvero i problemi come qualcuno sostiene: l’Italia ha il corpo di Polizia Tributaria migliore al mondo, eppure ha anche il tasso di evasione fiscale più alto al mondo. Tornando alla riforma tributaria credo che questa non sia più rimandabile: chiederemo maggiore contribuzione ai cittadini, ma i presupposti su cui si basa la riforma sono equità, progressività e sostenibilità. E’ chiaro che nel momento in cui chiediamo sacrifici ai cittadini dobbiamo anche essere in grado di dare il buon esempio e ridurre la spesa pubblica”.

Franco Santi, Civico 10: “Ci vuole verità quando si affrontano questi discorsi e la verità è che questa riforma tributaria la portiamo al traguardo perché le condizioni economiche sono cambiate. L’equità sbandierata è un auspicio perché ci sono tante variabili in gioco, a cominciare dai redditi sommersi. Io credo che, essendo un provvedimento di fondamentale importanza, doveva essere perseguita una strada di maggiore condivisione, perché la minoranza non manifestava contrarietà al provvedimento, ma voleva solo portare il proprio contributo per arrivare a una riforma il più possibile condivisa. Non è vero che il confronto con le organizzazioni sindacali sia stato condotto in maniera corretta perché il sindacato è stato messo con le spalle contro il muro. Io credo che da questo punto di vista sia stata un’occasione persa, perché adesso più che mai serve capacità della politica di condividere e di trovare unità d’intenti”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Sottolineo l’uscita volgare e vergognosa del segretario Valentini che appare e poi se ne esce dall’Aula. E’ dovere di tutta l’Aula discutere delle sue dichiarazioni censurabili. Capisco che è più abituato a logge e a sette piuttosto che alle manifestazioni. Ma non può accusare gruppi consiliari di sovvertire le regole della democrazia, altrimenti il segretario Valentini vada in Tribunale e faccia un esposto contro il Movimento Rete. Non può attaccarci perché abbiamo sostenuto una manifestazione di piazza. Mi spiace per quei consiglieri che hanno seguito, nei loro interventi, le affermazioni gravi di un segretario di Stato. Nessuna stima per il segretario Valentini. Entrando nel merito della riforma, su cui non c’è stato l’adeguato coinvolgimento delle minoranza, sosteniamo anche noi il fatto che si tratti di una riforma non rimandabile. Ma al contempo notiamo che difetta di un’idea di sviluppo. Manca un disegno, una direzione verso cui tendere”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Con questa riforma prevediamo la possibilità di avere accertamenti fiscali molto più profondi e potenziamo gli strumenti di controllo e verifica dello Stato. Nei fatti la legge cambia le disposizioni e lo fa in meglio. La situazione di partenza è infatti molto problematica, si intende quindi portare a un nuovo assetto per aumentare le entrate e mantenere lo stato sociale, ma lo si fa in modo tollerabile. La crisi ha sbilanciato l’alimentazione delle entrate dello Stato, portandola dal sistema economico al lavoro dipendente. Nel 2008-2011 gli introiti di imposte dalle imprese sono calati di 14 mln di euro, nel 2012-2013 il trend si conferma ancora in forte diminuzione. Sempre nel periodo 2008-2011 gli introiti dalla tassazione di interessi Ecofin registra un meno 33 milioni di euro, si è dovuto fare in conti in definitiva con 50-60 milioni di euro in meno. Con le disposizioni vigenti il carico fiscale sul lavoratore dipendente è aumentato, ma preservando le categorie  più basse. Per i redditi compresi tra i 20- 30 mila euro annui la tassazione oscilla da un minimo effettivo dell’1,31% al 6,11%. Tutto sommato è una tassazione tollerabile. D’altra parte, al di fuori delle considerazioni numeriche, la riforma introduce una serie di elementi positivi: non esiste più il regime forfettario, che permetteva di non dichiarare a fronte di un accordo con lo Stato, è stato reintrodotto il reato di evasione fiscale, si introduce la Smac sia come incentivo che come strumento di verifica dei redditi prodotti e anche come deduzione. C’è poi il mantenimento della detrazione per i dipendenti di 9 mila euro che rappresenta un’ulteriore facilitazione per i redditi bassi”.

Paride Andreoli, Ps: “Non entrerò nel tecnico, ma farò valutazione di carattere più politico. Quando ascolto certe affermazioni non posso non intervenire per esprimere il mio dissenso. A partire dal segretario di Stato Valentini, secondo cui alcune forze dell’opposizione aizzano la piazza contro il progredire del Paese. E dal consigliere Ugolini, secondo cui invece è molto facile disertare l’Aula piuttosto che apportare contributi. Prima di tutto le piazze non sono state aizzate dall’opposizione o dai sindacati ma dalle decisioni della maggioranza sammarinese. Al consigliere Ugolini invece ribadisco che non può dire che la minoranza non doveva abbandonare l’Aula durante la Commissione finanze, perché piuttosto avrebbe dovuto portare il proprio contributo. Siamo stati gli unici a non essere chiamati al tavolo e nessuno ci ha permesso di esprimere il nostro parere. Stento a credere che ci sia una forte coesione su questo provvedimento su cui manifestiamo la nostra totale contrarietà a cominciare proprio dal metodo utilizzato per portare all’attenzione di quest’Aula un provvedimento così importante e delicato. Non penso che tutti i consiglieri di maggioranza votino un provvedimento di tale portata”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Apprezzo il coraggio del segretario Valentini nel descrivere la reale situazione economica del nostro Stato. E questo ci fa capire quanto sia non procrastinabile la riforma tributaria. Da libero professionista ci tengo a sottolineare un pregiudizio nei confronti dei lavoratori autonomi, emerso nel corso del dibattito consiliare, che non mi è piaciuto perché spesso queste persone sono state tacciate come evasori. E’ vero che possono esserci alcuni lavoratori non corretti, ma non riguarda tutti. Chi è intervenuto prima di me ha evidenziato le novità di questa riforma a cominciare dalle politiche più rigorose di accertamento e dei controlli (saranno dichiarati anche tutti gli investimenti economico-bancari all’estero). Secondo me questa è la legge di maggior garanzia e il miglior compromesso per tutte le categorie economiche. Concludo con un’espressione: “finalmente“. Finalmente oggi abbiamo una riforma tributaria da cui partiranno gli elementi di sviluppo del nostro paese”.

Luca Santolini, C 10: “La maggioranza del Paese, dopo anni di evasione altissima, si aspettava una lotta senza quartiere ai furbetti del fisco. Con la prima bozza invece il governo ha voluto comunicare al Paese che scopo della riforma è alzare le aliquote su chi non può evadere, scordandosi nel cassetto la lotta all’evasione. A questo proposito ricordo la discussione di qualche Consiglio fa, secondo cui a questo governo servirebbe un consulente di comunicazione per far capire la ratio di certi provvedimenti. Così non si convincono cittadini a fare sacrifici ma si dà l’impressione che esistono figli e figliastri”.

Matteo Zeppa, Rete: “Sanità e Welfare sono due capisaldi che l’ex segretario alle Finanze Valentini non ha mai tutelato. Ricordo all’ex segretario alle Finanze che delle tre manifestazioni di piazza che si sono svolte mesi fa solo una era organizzata da cittadini che non avevano nulla a che fare con organizzazioni sindacali o politiche. La grande manifestazione del 24 che portò in piazza quasi 5 mila persone fu fatta dalla Centrale sindacale unitaria. Allora cosa si dovrebbe dire? Che quelli della Csu vogliono sovvertire le istituzioni democratiche? Io non sono d’accordo e sono felice di essere completamente diverso dall’ex segretario alle Finanze che osa dare dei sovvertitori delle regole democratiche a movimenti politici che vogliono semplicemente appoggiare coloro che tentano di dare e avere delle risposte andando in piazza. Ho ascoltato parole deliranti da chi per anni si è seduto sulla poltrona di una segreteria basilare per il futuro del paese: evidentemente il segretario sa di non aver fatto il proprio dovere ed è per questo che risulta più infastidito”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Vorrei dare i numeri da cui risulta chi è evasore e chi paga le tasse. Di balle ne ho sentite tante. Gli evasori saranno i primi ad essere in piazza perché sono i primi a non volere la riforma e a non volere pagare le tasse. Ma se vogliamo mantenere il welfare, tutti quanti dobbiamo metterci le mani in tasca. Se invece vogliamo fare l’opposizione a questa riforma, vuol  dire che legittimiamo chi non ha mai pagato le tasse perché le vecchie normative non lo prevedevano.

Anziché parlare di aliquote, mi piacerebbe capire quanto paga un cittadino per i servizi dello Stato e quanto paga invece lo Stato. Nel rapporto, io sono tra i sammarinesi che ci perdono, ma credo nel principio di solidarietà, a condizione che ci sia equità fiscale. Vengo ai numeri: dalla tabella fornita dalla segreteria di Stato per le Finanze si nota che, a differenza di quanto si sostiene, chi paga di più le tasse è una componente del settore bancario e finanziario, quello delle società. Sono 3.618 soggetti che versano oltre 21 milioni di euro, 6.047 euro di tasse in media per società. Ora si fa un gran parlare di soggetti paladini della correttezza nel pagare le tasse, ma noto dei dati in realtà che mi preoccupano. Un’altra categoria, quella definita di evasori di professione, sono 581 soggetti, i lavoratori autonomi, con 2 milioni 199 mila euro di tasse pagate, per una media di oltre 3 mila euro procapite. Quindi il settore privato dipendente, con una media di 1.560 euro per lavoratore. Infine, ci sono i dipendenti pubblici, che pagano a testa in media 983 euro. Ci possiamo rendere conto che questa è una riforma che ‘s’ha da fare’ e in fretta. Siamo disponibili poi a porre in essere dei correttivi per rendere più efficace la lotta all’evasore fiscale”.

Marino Riccardi, Psd: “Con questa legge c’è chi ha cercato di creare lo scontro sociale, ma alla fine credo si sia arrivato ad un equilibrio. Ognuno deve contribuire, ma il punto sta nell’equità, che sia accettabile da tutte le parti sociali. E’ vero che a San Marino il lavoro dipendente viene tassato in modo più pesante rispetto oggi, ma dalla prima proposta sono giunte diverse modifiche che hanno riequilibrato in positivo quanto ciascuno di noi doveva pagare, tenendo conto della famiglia e i redditi più bassi. Mi ha invece amareggiato che nella fase iniziale non si sia raggiunto un parametro di trattamento uguale per le categorie, anche se è prevista una tassazione progressiva e detrazioni per autonomi e artigiani. Mi sembra increscioso il trattamento mostrato e la diffidenza per chi vede queste figure come grandi evasori per il Paese. Sono queste figure che hanno fatto grande San Marino, che hanno investito e contribuito al suo sviluppo. Ci vorrebbe maggior rispetto. Abbiamo puntato molto sui controlli, ci devono essere e devono essere seri, costanti, non repressivi. Mi auguro che il circuito Smac sia potenziato perché tutti gli operatori siano dotati dello strumento.

Non condivido invece l’appesantire la burocrazia sui piccoli artigiani e commercianti, attraverso la trasmissione mensile in via telematica degli incassi. Mi sembra una cosa inutile e senza alcun risultato di controllo. E’ solo una pratica burocratica che può creare difficoltà”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento