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Riforma dell’ufficio del lavoro, Lonfernini presenta i risultati raggiunti

da Redazione

Presentate alla Commissione per il Lavoro, alle Associazioni di Categoria e alle Organizzazioni Sindacali, le principali novità introdotte nella recente legislatura per la realizzazione e l’attivazione di alcuni importanti strumenti in materia di politiche attive e formazione che vanno a concludere il progetto di riforma dell’Ufficio del lavoro e del sistema in ambito di incontro domanda/offerta, formazione e politiche attive.

“È stato un percorso lungo, che ha compreso interventi normativi ed organizzativi -ha spiegato il Segretario di Stato per il Lavoro Teodoro Lonfernini- ma oggi siamo di fronte ad una serie di risultati indiscutibili, ad una semplificazione unica e ad un efficientamento degli uffici che rende la nostra struttura moderna e funzionale”.

A livello normativo determinante l’introduzione del Decreto delegato 130/2021 confermato in Legge con la N. 164/2022 che ha portato alla velocizzazione del sistema di assunzione dei lavoratori che diventa di fatto immediata, salvo una successiva verifica degli Uffici e alla liberalizzazione del mercato del lavoro sostenuta da un sistema di monitoraggio puntuale su tassi di disoccupazione generale o specifici. Fondamentale il Decreto delegato 105/2022 che ha riformato il sistema delle politiche attive, ha diversificato le tipologie di attività formative e interventi di sostegno, a seconda delle caratteristiche e fabbisogni del disoccupato.

La riforma delle liste di avviamento al lavoro ha portato ad una nuova categorizzazione basata sull’analisi delle competenze degli iscritti riconosciute a livello europeo, con l’obiettivo di avere una profilazione più puntuale dei candidati, delle loro competenze e degli eventuali fabbisogni formativi per la certificazione della proattività nella ricerca di lavoro.

“Tali interventi -è stato puntualizzato dal Segretario di Stato Lonfernini- hanno permesso l’abbreviazione dei tempi di ricerca e selezione, e di distinguere gli interventi e le politiche attive di formazione, riqualificazione oppure di orientamento, sostegno e approccio al mondo del lavoro. Interventi che, affiancati dalla riforma del nuovo Ufficio per il Lavoro e le Politiche Attive, che ha riunificato in un unico ufficio tutte le funzioni relative al lavoro che prima erano suddivise in tre diversi uffici, ha migliorato in maniera determinante l’efficienza del servizio”.

Il tempo di intervento, per quanto lungo, anche perché, a seguito della riorganizzazione degli uffici, è stato necessario individuare le modalità per analizzare i disoccupati, definire i regolamenti attuativi, pianificare gli interventi e suddividere le competenze degli Uffici.

La filosofia del lavoro fatto sul tema della formazione imponeva di garantire a tutti opportunità di crescita sulla base delle esigenze formative divise in “Formazione di secondo livello” organizzata dal Centro di Formazione Professionale per i profili professionali in cui si registra un’alta richiesta del mercato e un alto numero di disoccupati; “formazione privata” rimborsata dal fondo per le politiche attive, per i profili professionali in cui si registra un’alta richiesta del mercato, ma un basso numero di disoccupati; “orientamento e riconversione professionale” per i profili professionali che registrano un alto numero di disoccupati, ma una bassa richiesta del mercato e “formazione in azienda”, per le categorie di disoccupati che registrano particolari difficoltà di inserimento e reinserimento nel mondo del lavoro. È stato poi introdotto il “prestito d’onore per l’alta formazione” in quei settori che, a seguito dell’analisi delle dinamiche del mercato del lavoro e del questionario svolto in collaborazione con l’Agenzia per lo Sviluppo-Camera di Commercio presentano prospettive di crescita nel medio/lungo termine.

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