Nel pomeriggio, dopo gli incontri tra le forze politiche e i sindacati, la Commissione riparte dall’esame dell’articolo 27 del progetto di legge di riforma dell’IGR. Non mancano, negli interventi di apertura, alcune riflessioni di carattere politico da parte di maggioranza e opposizioni.
Durissimo l’intervento di Emanuele Santi (Rete), che ha attaccato la scelta del Governo: “La prima considerazione è che, nonostante le migliaia di persone che questa mattina sono venute qui in piazza a dimostrare tutto il proprio dissenso, voi avete comunque continuato e tirato dritto. Questo è un dato politico. Noi faremo quello che possiamo, però questo mi sembra davvero un atteggiamento da regime autoritario”. Dalla maggioranza, Luca Boschi (Libera) ha difeso l’operato del governo: “Il fatto che adesso noi andiamo a occupare il tempo che passerà dalla fine di questa Commissione all’inizio del prossimo Consiglio per lavorare e raffinare la legge, è solo un elemento a nostro favore. È la testimonianza del nostro impegno e del nostro ascolto delle istanze che vengono dalla piazza, dai sindacati e dalle categorie”. Maddalena Muccioli (PDCS), entrando nel merito dell’articolo, ha escluso rischi nei controlli: “I registri continuano a esserci e ad avere un duplice formato, cioè o libri cartacei oppure archiviazione digitale, sempre nel rispetto delle disposizioni indicate. Personalmente non vedo questa modifica come qualcosa che possa ledere l’azione di controllo dell’Ufficio Tributario”. Critiche da Gaetano Troina (D-ML), che ha contestato il metodo adottato: “Questa riforma è stata condotta al contrario. Ci sono ottomila persone fuori, diecimila l’altra volta, che vi stanno dicendo: ‘State sbagliando’ Avete un’arroganza e una prepotenza nel portare avanti questa riforma che non ha precedenti”. Anche Sara Conti (RF) ha parlato di forzature istituzionali: “Se i confronti continueranno e non si sono mai interrotti, cosa stiamo a fare noi qui? Perché non interrompete la Commissione e ci richiamate quando siete tutti d’accordo su una posizione?” “Oggi il dato politico è questo: il secondo sciopero non ha cambiato nulla. Voi andate avanti, continuate per la vostra strada – ha osservato Nicola Renzi (RF) -. Qui si percepisce quasi un disprezzo nei confronti del possibile confronto. Non c’è nessuna volontà di cercare di trovare le soluzioni migliori. Se non ci fossero stati due scioperi generali, la riforma sarebbe passata così com’era in prima lettura?”
Gli articoli dal 27 al 29 riguardano la tenuta dei registri contabili. Le opposizioni hanno denunciato la soppressione di obblighi fondamentali, leggendo la misura come un segnale di arretramento nei controlli e di agevolazione per comportamenti elusivi o evasivi. Per il Governo si tratta di interventi di coordinamento e semplificazione, che non incidono sulla capacità di controllo. Le opposizioni hanno richiamato le difficoltà operative degli uffici tributari, con carenze di personale e strumenti informatici, e la necessità di rafforzare i controlli in settori già problematici come quello delle bevande. Il Governo ha rivendicato, al contrario, il rafforzamento del rapporto con l’Agenzia delle Entrate italiana e la riduzione di fenomeni distorsivi. Anche qui, emendamento respinto e articolo approvato a maggioranza. L’articolo 30, emendato dal Governo, tocca da vicino il tema SMAC. Con l’inserimento di un nuovo comma, il Governo si attribuisce la possibilità di intervenire tramite decreti delegati per disciplinare aspetti procedurali, contabili e operativi, aprendo la strada a un’evoluzione della SMAC verso la versione 3.0. L’obiettivo dichiarato è trasformare il sistema di pagamento in uno strumento che unisce transazione e certificazione, rafforzando la tracciabilità anche nei rapporti tra operatori economici. Le opposizioni hanno espresso forti perplessità sul conferimento di una delega definita “in bianco”, senza limiti di contenuto o di tempo, giudicata in contrasto con la promessa di ridurre il ricorso ai decreti delegati.
Sull’articolo 31, il Governo ha introdotto un emendamento che esclude dal calcolo anticipato in busta paga le nuove detrazioni legate a protesi e affitti, spiegando che tali spese non sono conoscibili a inizio anno e dunque non possono essere comunicate preventivamente al datore di lavoro. Le opposizioni hanno contestato l’opacità del provvedimento, denunciando difficoltà di comprensione e mancanza di chiarezza sugli effetti pratici per i contribuenti. L’articolo 32 ha introdotto un chiarimento sull’applicazione della ritenuta del 20% alle indennità di fine rapporto per collaborazioni coordinate e continuative e di fine mandato, colmando un vuoto normativo. Le opposizioni hanno mantenuto la linea di contrarietà generale, presentando emendamenti soppressivi anche su questo punto. Santi (Rete) ha definito la riforma un insieme di “modifichine” che non affronta i nodi di equità fiscale, mentre Renzi (RF) ha ribadito la delusione per un metodo di lavoro privo di confronto. Troina (D-ML) ha chiesto chiarimenti sulle casistiche incluse e sui compensi “in natura”, mentre Sara Conti (RF) ha rimarcato la necessità di un testo definitivo e non continuamente emendato. Più articolato il confronto sull’articolo 33, che ha innalzato le aliquote di ritenuta sui redditi da capitale. La misura, spiegata dal Segretario Gatti come un adeguamento in coerenza con quanto già approvato all’articolo 5, ha trovato apertura anche da parte delle opposizioni. Santi (Rete) ha parlato di “intervento di equità” che colpisce i frutti del patrimonio senza incidere direttamente sul patrimonio stesso. Renzi (RF) ha riconosciuto la plausibilità della misura, chiedendo però stime sul gettito atteso. Troina (D-ML) ha distinto tra investimenti finanziari e interessi da conto corrente, ritenendo ingiusta la tassazione generalizzata che colpisce anche i piccoli risparmiatori. Della Balda (Libera) ha rilanciato la proposta di una vera patrimoniale.
Dibattito acceso sull’articolo 34. Spiega il Segretario Gatti: “Questo articolo sostanzialmente introduce la ritenuta del 10% per i noleggi. La misura rientra nel tetto massimo convenzionale dei nostri accordi contro le doppie imposizioni e costituisce un’armonizzazione con l’articolo 5, per quanto riguarda le attività poste in essere”. Emanuele Santi (Rete) ha sollevato le critiche più dure, concentrandosi sul ritorno della ritenuta d’acconto dal 2,5% al 5% sulle indennità di malattia, di disoccupazione e di cassa integrazione. Il commissario ha definito il provvedimento “un modo per fare cassa sulle fasce più deboli”. Nel rispondere alle critiche sollevate da Santi, il Segretario di Stato Marco Gatti ha chiarito che la misura non ha finalità di incremento del gettito, ma nasce da una richiesta specifica dell’Ufficio Tributario con motivazioni di carattere tecnico. L’emendamento all’articolo 34-bis, proposto dal Governo, introduce una revisione dell’articolo 108 della Legge n.166/2013, rafforzando la pianificazione e il coordinamento delle attività di controllo tributario. In primo luogo, la norma stabilisce che ogni anno, entro il 31 marzo, dovranno essere definiti i criteri e i parametri generali dei controlli sui contribuenti, attraverso una commissione tecnica. Infine, entro il 31 dicembre 2026, l’Ufficio Tributario – con il supporto tecnico dell’Ufficio Informatica, Tecnologia, Dati e Statistica – dovrà dotarsi di strumenti informatici aggiornati, anche basati su algoritmi di analisi dei dati, per incrociare in maniera sistematica le informazioni fiscali, finanziarie e patrimoniali e individuare eventuali irregolarità. Le opposizioni hanno criticato l’impianto definendolo vago e rinviato nel tempo. Emanuele Santi (Rete) ha parlato di ennesima promessa di controlli che non si faranno mai, mentre Troina (D-ML) e Renzi (RF) hanno messo in dubbio l’utilità di una nuova commissione e la mancanza di risorse umane nell’Ufficio Tributario. Dalla maggioranza, Gasperoni e Stacchini (PDCS) hanno difeso il provvedimento, evidenziando che introduce scadenze certe e un sistema automatizzato e anonimo di incrocio dei flussi finanziari, che “cambia radicalmente l’approccio ai controlli”. Della Balda (Libera) ha infine chiesto se il sistema potrà in futuro fungere da base per un redditometro sammarinese.
Askanews
