Home Dal giornale ANIS: “Il FMI spinge per riforme e infrastrutture”

ANIS: “Il FMI spinge per riforme e infrastrutture”

da Daniele Bartolucci

“L’analisi condotta dallo Staff della Missione del Fondo Monetario Internazionale conferma non solo la resilienza della nostra economia, garantita in larga parte (oltre il 36% del PIL) dalla manifattura”, commentano i vertici di ANIS all’indomani della pubblicazione della Dichiarazione Conclusiva, “ma anche la necessità di intervenire con determinazione per superare le criticità presenti e favorire un sano sviluppo nei prossimi anni, cogliendo appieno le opportunità che l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea ci offrirà quando sarà pienamente in vigore”. Una crescita che anche il FMI ha delineato come possibile, evidenziando che “i rischi esterni al ribasso sono elevati, compresi i rischi geoeconomici, le tensioni commerciali, la volatilità dei prezzi delle materie prime e la prolungata incertezza. L’esposizione diretta di San Marino ai dazi statunitensi è limitata, ma l’aumento delle tensioni commerciali potrebbe avere un impatto indiretto negativo attraverso i partner commerciali. A livello nazionale, i rischi derivano dalle sopravvenienze passive nel settore finanziario e da una potenziale inversione del consolidamento di bilancio”. Detto ciò, “la solidità di fondo del settore manifatturiero, la salute dei bilanci del settore privato e la rapida attuazione dell’Accordo di Associazione con l’UE costituiscono rischi al rialzo rispetto allo scenario di base”. Questo dipenderà da San Marino, più che dai fattori esterni. Ed è su questo che ANIS rilancia: “Molte delle raccomandazioni ribadiscono con forza e con tutta l’autorevolezza e al credibilità del FMI, ciò che abbiamo sempre sostenuto, ovvero: il Bilancio dello Stato deve essere messo in sicurezza e al tempo stesso garantire le necessarie risorse per lo sviluppo, quindi serve una seria operazione di spending review per ottimizzare la spesa corrente, ma soprattutto una pianificazione sostenibile degli investimenti nei settori strategici dove il sistema è più carente, in partico-lare sulle infrastrutture riguardanti la produzione di energia, il ciclo dei rifiuti e dell’acqua – dove ancora di-pendiamo quasi totalmente dall’esterno – ma anche nella digitalizzazione dell’apparato pubblico e dei servizi da esso erogati”. “I continui progressi nelle iniziative di e-government”, si legge infatti nella Dichiarazione Conclusiva, “migliorerebbero il contesto imprenditoriale e genererebbero risparmi di bilancio. Inoltre, l’estensione della fatturazione elettronica a livello nazionale nel 2026 ridurrà i costi di transazione per le imprese e migliorerà la conformità fiscale”. A questo, proprio per favorire l’economia reale, il FMI raccomanda di “aumentare la flessibilità del mercato del lavoro allentando le restrizioni sull’operatività delle agenzie di lavoro interinale” e di “risolvere le distorsioni del settore bancario-immobiliare e facilitare il funzionamento del mercato immobiliare potenziando il relativo osservatorio per la raccolta di dati dagli operatori del mercato”.

“In parallelo”, prosegue ANIS, “se è vero che possono essere recuperate ulteriori risorse dal gettito fiscale, a patto che l’impatto sia equo e uguale per tutti i lavoratori così come per tutte le imprese, è altrettanto vero che, come rimarca il FMI, occorre introdurre al più presto un sistema IVA a San Marino”.

“Un’IVA ben progettata e attuata con cura”, scrivono gli esperti del FMI, “migliorerà l’efficienza fiscale, ridurrà le distorsioni economiche e faciliterà l’integrazione nel mercato unico dell’UE”. “Siamo certi, infatti”, commentano da ANIS, “che questo passaggio agevolerebbe l’interscambio commerciale, in particolare nel mercato unico europeo dove, finalmente, con l’Accordo di Associazione, potremo competere alla pari con tutti gli altri. Alla pari significa, però, anche con gli stessi strumenti, cosa che San Marino oggi non offre e non solo per quanto riguarda l’IVA: lo Staff della Missione del FMI ha sollecitato diversi interventi in tal senso, al fine di prepararci, come sistema, a sfruttare davvero il nuovo status di paese associato ed è ciò che auspichiamo avvenga nel più breve tempo possibile”.

SPENDING REVIEW E INVESTIMENTI STRATEGICI

L’indicazione del FMI è chiara: “Migliorare l’efficienza della spesa pubblica”. “San Marino dovrebbe passare da una riduzione generalizzata della spesa reale a una definizione delle priorità strategiche basata sul ritorno sociale”, per cui le azioni chiave includono: la revisione dei contributi in conto interessi e dell’efficacia dei trasferimenti al settore privato; il miglioramento dell’efficienza della spesa per l’istruzione attraverso la razionalizzazione del rapporto insegnanti/studenti; la garanzia di una rigorosa analisi costi-benefici per la selezione e l’ordine di attuazione dei principali progetti d’investimento; e il miglioramento del monitoraggio della spesa del settore pubblico allargato”. “Di fatto è ciò che abbiamo sempre ribadito ai tavoli di confronto”, spiegano da ANIS, “compreso l’ultimo riguardante la riforma IGR: le risorse recuperate da questa manovra, unitamente dall’ottimizzazione della spesa corrente, vanno impiegate in reali investimenti per lo sviluppo del Paese. Per questo è necessario aprire un ragionamento su quali siano davvero strategici, analizzando attentamente, come sollecita il FMI, quali saranno i benefici per l’economia. La base di partenza dovranno essere i dati, come fanno le imprese quando ragionano sugli investimenti: una piena condivisione e trasparenza dei dati è necessaria, non solo per potersi confrontare costruttivamente, ma anche per prendere le decisioni migliori. Del resto anche il FMI sollecita da tempo ed ora sempre più determinatamente un’implementazione dell’Ufficio Statistica: una raccomandazione che condividiamo totalmente. Così come quella riguardante l’analisi dei costi e dei benefici, a cui aggiungiamo anche la selezione delle tecnologie migliori presenti sul mercato, come potrebbe essere il caso degli energetici o dei rifiuti. La dipendenza dall’esterno ci espone a rischi enormi e a costi che spesso rendono il nostro sistema non competitivo e poco attrattivo: dobbiamo avere il coraggio e la lungimiranza di compiere queste scelte, prima che ci vengano imposte dall’esterno o si creino problemi ancora peggiori. Si tratta invero di investimenti sostenibili per definizione, visto che già oggi compriamo tutto, dall’energia all’acqua, fino allo smaltimento dei rifiuti. Questi costi potrebbero essere trasformati in investimenti, riducendone il peso e rendendoci molto più autonomi sul mercato”.

LA GESTIONE DEL DEBITO “È ESSENZIALE”

Se l’economia è una parte consistente dell’analisi degli esperti del FMI, allo stesso modo lo è la finanza, sia quella pubblica che quella privata. “Il nostro sistema bancario è in ripresa, lo dicono i numeri positivi e i tanti interventi anche normativi che si stanno susseguendo da anni”, spiegano da ANIS, “ma presenta ancora diverse vulnerabilità che vanno affrontate, ricordando sempre che l’economia reale ha bisogno di un sistema bancario e finanziario solido e capace di sostenere le imprese e le famiglie. Diverso, ma collegato, è il Bilancio dello Stato, i cui conti sono in miglioramento. Oltre al problema di una spesa corrente troppo alta, come detto, c’è poi il tema del debito estero: il rapporto tra debito e PIL è sceso rapidamente in questi anni, anche se per il FMI resta ‘elevato’. L’obiettivo di portarlo sotto al 60% sembra alla portata ed è importante favorire una crescita del PIL per ridurlo ulteriormente, ma è sulla gestione del debito che vanno focalizzati gli sforzi. Gli esperti del FMI hanno confermato che si aspettano una riduzione del costo in conto interessi del debito attuale, grazie all’abbassamento dei tassi sui mercati e al miglioramento del rating Paese. Questo effetto positivo dovrebbe palesarsi nel prossimo roll over, da cui ci attendiamo miglioramenti significativi che poi si rifletteranno anche nell’economia reale”.

Del resto, nella Dichiarazione Conclusiva si legge: “È essenziale rafforzare la capacità di gestione del debito per ridurre i rischi di rifinanziamento e diversificare le fonti di finanziamento. Per attenuare il profilo di ammortamento del debito, le autorità potrebbero prendere in considerazione emissioni internazionali di entità minore con scadenze più lunghe e diversificare le fonti di finanziamento.

L’ECONOMIA DIVERSIFICATA: IN ARRIVO UN REPORT AD HOC

“L’economia diversificata di San Marino favorisce la sua resilienza agli shock esterni e le riforme orizzontali volte ad aumentare la produttività potrebbero contribuire a consolidare questi risultati. Per un paese ad alto reddito come San Marino, un’ulteriore diversificazione offre vantaggi limitati in termini di crescita economica. Si dovrebbe invece dare priorità alle riforme orizzontali volte a incrementare la produttività dell’intera economia”. Su questo punto, lo Staff della Missione ha annunciato l’elaborazione di un documento specifico che verrà allegato al prossimo Report ufficiale di novembre, dove verrà evidenziata la diversificazione dei settori economici, ma anche quella all’interno degli stessi settori. Da un lato, quindi, un’analisi esterna che premia una delle caratteristiche che più rafforzano la resilienza del sistema, dall’altro anche un messaggio fortissimo a chi guarda San Marino per investirci, lavorarci o viverci.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento