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Consiglio Grande e Generale, mercoledì 11 giugno pomeriggio

da Redazione

I lavori del Consiglio Grande e Generale di San Marino ripartono dalla ratifica dei Decreti-Delegati, in particolar sul Decreto Delegato 9/05/2025 n.72 “Obiettivi e responsabilità dei membri del Comitato Esecutivo dell’Istituto per la Sicurezza Sociale (ISS) e modifiche all’atto organizzativo e al fabbisogno dell’ISS”. Vengono bocciati gli emendamenti abrogativi presentati dalle forze di opposizione a tutti gli articoli.

Sull’articolo 2 Matteo Casali (Rf) ha parlato di “un abominio, sia per la forma che per la sostanza”. Critiche forti anche da Gaetano Troina (D-ML), che ha rilevato un “corto circuito tra chi dà e chi riceve gli obiettivi all’interno del CE”. Dello stesso avviso Matteo Zeppa (Rete), che ha denunciato “uno squilibrio gerarchico a favore del Direttore Amministrativo dell’Iss”. In difesa del decreto, Stefano Canti, Segretario di Stato, ha chiarito: “Il Direttore Generale resta capo del personale, ma può delegare parte delle sue funzioni per alleggerire il carico. Non si spostano poteri, si organizza il lavoro”.

Ulteriore oggetto di scontro è stata la previsione di valutazioni individuali per i membri del CE. Casali ha parlato di “cherry picking per isolare e rimuovere chi non si allinea politicamente”. La maggioranza ha invece rivendicato la misura come una garanzia di responsabilità personale, come evidenziato da Massimo Andrea Ugolini (Pdcs): “Chi non raggiunge i propri obiettivi può essere rimosso. È un criterio meritocratico, non punitivo”.

Anche la creazione di una nuova figura dirigenziale per il settore previdenza ha suscitato critiche. “Togliete competenze al Direttore Amministrativo solo per ragioni di equilibrio interno”, ha affermato Casali. Il Segretario Canti ha replicato: “Si tratta di una razionalizzazione. La previdenza ha bisogno di una figura dedicata per essere seguita con continuità”.

Dopo la ratifica del Decreto 72, il dibattito si è spostato sul Decreto Delegato 83/2025, che modifica la struttura e le funzioni della DGFP, introducendo un Comitato Direttivo composto da dirigenti delle aziende pubbliche, dell’Università e dall’ISS. Il provvedimento è stato aspramente contestato dalle opposizioni, che lo considerano un “disegno spartitorio”. Nicola Renzi (Rf) ha definito il decreto “un colpo mortale alla legge 188, per blindare rapporti di forza politici e mantenere il controllo della PA”. Gaetano Troina (D-ML) ha parlato di “norme scritte su misura, non astratte né generali”, mentre Matteo Zeppa (Rete) ha denunciato “un commissariamento mascherato del nuovo direttore Gasperoni”.

La maggioranza ha respinto le accuse. Andrea Belluzzi, Segretario di Stato, ha difeso il testo: “Si tratta di un passo per rafforzare la coerenza e il coordinamento nella pubblica amministrazione”. Il capogruppo del Pdcs Ugolini ha ribadito: “Il nuovo assetto serve a superare la frammentazione normativa tra enti”. Per il Segretario Dc, Gian Carlo Venturini, “questo decreto va a correggere alcune distorsioni e va nell’ottica di quella collegialità indicata anche nella legge sulla dirigenza del 2009”. Silvia Cecchetti (Psd) ha sottolineato che “si supera il triunvirato, che ha avuto criticità, e si inserisce un comitato direttivo che dovrebbe armonizzare tutto il settore pubblico allargato, con una politica unica sulle risorse umane e contenimento della spesa.”

Critico il giudizio di Maria Luisa Berti (Ar): “Non voterò questo decreto – ha detto – ho tantissime riserve sulla modalità di concessione, proprio perché non mi ritrovo in questa idea di pubblica amministrazione.”

Askanews

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