Nella seduta serale di giovedì 12 giugno prosegue il dibattito generale sul Decreto-Delegato 2 giugno 2025 n.83 – “Modifica della struttura e delle funzioni della Direzione Generale della Funzione Pubblica”. I lavori si soffermano sugli articoli che compongono il Decreto. A tutti gli articoli sono stati presentati emendamenti interamente soppressivi proposti dalle forze di opposizione, che vengono respinti dall’Aula. Il Segretario di Stato Andrea Belluzzi, riferendosi alle opposizioni, parla di una “narrazione che è assolutamente parziale, e rappresenta un punto di vista non condivisibile e non corrispondente alla verità. Forse dà fastidio che questo progetto stia andando a modificare una delle leggi forse più importanti che una forza politica ha prodotto in questi anni. E quindi è una questione di lesa maestà”. “Non ho sentito alcuna voce nei banchi della maggioranza, e in particolare nella Democrazia Cristiana, che difenda questo decreto” osserva Emanuele Santi (Rete). “Si sta attuando una sorta di commissariamento del Direttore Generale. Lo abbiamo visto anche ieri sera: le nuove funzioni del Direttore sono condensate in mezza pagina, mentre il Comitato Direttivo ha una pagina e mezza di funzioni, che nella sostanza sono ben più rilevanti”. “Il Segretario agli Interni Andrea Belluzzi gode della nostra fiducia – dice Massimo Andrea Ugolini (PDCS) -. L’opposizione ha presentato emendamenti tutti abrogativi di tutti gli articoli. Di fatto, quindi, state ripetendo le stesse argomentazioni avanzate nel dibattito generale su tutti gli articoli”. Sulla stessa lunghezza d’onda Matteo Rossi (PSD): “Noi avremmo sinceramente apprezzato emendamenti puntuali, capaci di proporre anche migliorie condivisibili con i gruppi di opposizione. La mia impressione è invece quella di un approccio volto esclusivamente alla presentazione di emendamenti abrogativi, con interventi ripetitivi, che sottolineano un unico elemento: il riferimento costante a una singola figura. Eppure il principio ispiratore della riforma è esattamente l’opposto”. “L’obiettivo perseguito dal PSD – cioè quello di togliere il feudo della Funzione Pubblica alla Democrazia Cristiana – non è stato raggiunto. Si è cercato un equilibrio, ma l’articolo dice chiaramente che sarà il Comitato Direttivo, attraverso un regolamento, a decidere chi farà cosa, e non il Direttore della Funzione Pubblica” attacca Michela Pelliccioni (D-ML). “Non è vero che stiamo facendo un dibattito sempre uguale. Stiamo motivando, articolo per articolo, le criticità di questo provvedimento. Noi riteniamo che l’intero provvedimento sia inemendabile – spiega Matteo Casali (RF) -. Anche in questo dibattito, la maggioranza e il Governo non sono stati in grado di motivare quale sia il reale miglioramento”. Duro botta risposta poi tra lo stesso Casali e il Segretario di Stato Belluzzi. “Non avete idea di come funzioni l’amministrazione – dice il primo – Non sapete quali sono i luoghi dove si possono portare avanti le istanze, dove i direttori di dipartimento possono far sentire le loro esigenze. Non ne avete idea. E questo è tragico, perché l’amministrazione è un bene di tutti. Non è il vostro esclusivo terreno di conquista”. Poi la replica del Segretario: “Mi chiedo se chi è intervenuto conosce la differenza tra pubblica amministrazione e pubblica amministrazione allargata. Perché, secondo me, in tutto il dibattito che ha fatto ha creato una gran confusione. Questo è nel mandato che ho chiesto, a nome del Governo e della maggioranza, a chi sarà nominato Direttore della Funzione Pubblica: ascoltare nell’ambito del suo incarico, consultare i direttori di dipartimento, riunirli, fare attività di coordinamento e di ascolto”. Respinti gli emendamenti delle opposizioni, il Decreto – Delegato 2 giugno 2025 n.83 viene posto in votazione e approvato con 30 voti a favore e 7 contrari.
I lavori proseguono poi con le votazioni relative agli Ordini del Giorno.
Il primo ad essere preso in esame è l’Ordine del Giorno presentato dai gruppi di opposizione per l’istituzione di un tavolo di lavoro entro il 31 marzo 2025 al fine di sviluppare, entro il 30 giugno 2025, un piano economico coordinato. Segue quindi il confronto sull’Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Consiliare di Domani – Motus Liberi per un dibattito urgente nella Commissione Consiliare Permanente II per una proposta di riforma delle normative che regolano l’attività delle forze dell’ordine e degli uffici che svolgono attività di indagine e per un programma di interventi e investimenti in tema di sicurezza. Entrambi gli ordini del giorno sono respinti. Nel finale spazio all’Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Consiliare di Domani – Motus Liberi per impegnare il Congresso di Stato per l’istituzione di un tavolo di lavoro per il progetto “Memorandum of Understanding (brev. MOU)” e la previsione di appositi stanziamenti economici dedicati al percorso di trasformazione digitale, anch’esso respinto.
Askanews