Home Notizie del Giorno Commissione Consiliare Speciale riforme istituzionali, 20 maggio

Commissione Consiliare Speciale riforme istituzionali, 20 maggio

da Redazione

La Commissione ha proseguito nel pomeriggio i lavori di preparazione dei documenti che saranno alla base dei lavori di riforma veri e propri. Innanzitutto, è stato approvato il Regolamento interno della Commissione già discusso nella sessione di fine aprile, decidendo di lasciare 8 minuti per gli interventi in comma Comunicazioni.

Spazio quindi alla discussione sul programma di lavoro, su cui i commissari decidono di vagliare articolo per articolo della bozza predisposta. Dopo un’analisi generale del documento, si affrontano e si discutono i singoli punti. Il primo riguarda il Consiglio Grande e Generale. In particolare si è discusso su come rendere i lavori più efficaci, valorizzare lo status del consigliere e definire lo statuto delle opposizioni. Matteo Zeppa (Rete) ha sottolineato che “lo statuto delle opposizioni non riguarda maggioranza e governo”, mentre Manuel Ciavatta (Pdcs) ha ritenuto che le esigenze delle minoranze vadano “contemperate però anche con la possibilità della maggioranza, di non essere ostaggio dell’ostruzionismo”.

Un tema centrale discusso nell’ambito dell’articolo sul Consiglio è stata la valorizzazione dello status del consigliere. È stata evidenziata la disparità tra consiglieri a seconda della loro professione (dipendenti pubblici, privati, liberi professionisti, ecc.) in termini di permessi e compensi, come sottolineato da Zeppa che ha chiesto una “parificazione delle categorie lavorative”. Questa difficoltà nel conciliare attività lavorativa e istituzionale è vista come un problema che “esclude alcune categorie dalla possibilità di un impegno politico”. Sono state ipotizzate soluzioni come una forma di “part-time” o “distacco part-time” per affrontare la “professionalizzazione” del ruolo.

Ampio dibattito sulle fonti normative, in particolare sul “decreto delegato”, definito da Gian Nicola Berti (Ar) come “un qualcosa che non funziona” a San Marino, con proposte di legare la sua efficacia alla ratifica consiliare o di delimitarne meglio gli ambiti di applicazione. Sul Congresso di Stato, si è riflettuto sulla sua efficienza e sulla disciplina degli staff. Sempre Berti ha messo in discussione il valore del potere collegiale del Congresso di Stato, osservando che con “tutti responsabili, nessuno responsabile” si perda efficacia, proponendo una maggiore gerarchia.

Altro tema cruciale è l’adozione di “testi unici normativi” o “testi consolidati ufficiali” per superare la “stratificazione delle norme” e la “confusione pazzesca a livello normativo”. Gian Carlo Venturini (Pdcs) ha sottolineato come l’adeguamento all’acquis comunitario renda urgente “la definizione di strumenti normativi flessibili e rapidi”.

La commissione ha proceduto con l’analisi articolo per articolo, approvando all’unanimità i primi due relativi al Consiglio Grande e Generale e alle fonti normative.

Askanews

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